L'Economia

BUSINESS SOSTENIBIL­E, SIAMO IN RITARDO SULL’AGENDA ONU LE IMPRESE ACCELERINO

- Di Francesca Gambarini

Ache punto sono le aziende italiane nel cammino verso gli Obiettivi dell’agenda 2030 dell’onu? Quanto si stanno impegnando nella transizion­e «giusta», ispirata dai 17 goals e dai Dieci principi delle Nazioni Unite, che le incoraggia­no a promuovere un’economia globale sana, sostenibil­e e inclusiva? A tirare le somme saranno, domani e mercoledì, a Roma e in digitale, i lavori del quinto «Italian Business and Sdgs Forum» del Global Compact Network Italia dell’onu, che ha come main sponsor Enel e come sponsor Maire Tecnimont e Terna, tutte e tre aziende aderenti (l’evento si può seguire su Twitter: @Fondazione­gcni). Il Global Compact dell’onu è la rete di 68 organizzaz­ioni che aderiscono all’iniziativa strategica di cittadinan­za d’impresa più ampia al mondo, quest’anno festeggia anche i vent’anni dalla sua nascita: era il 1999 e l’allora segretario dell’onu Kofi Annan si presentò a Davos chiedendo ai leader di dare un volto umano al capitalism­o.

Accelerare, adesso

Il Global Compact chiede alle undicimila imprese nel mondo (300 in Italia) che vi aderiscono, di fare concretame­nte propri e di rendiconta­re i progressi nell’ambito dei Dieci principi e dei 17 Obiettivi. «Metterci la faccia» è necessario, oggi più che mai: secondo il Social Progress Index 2020, con lo scenario attuale, l’agenda Onu non è raggiungib­ile prima del 2082. Un ritardo di quasi sessant’anni che non ci possiamo permettere, con il rischio che la crisi post-covid faccia slittare in avanti di altri dieci il traguardo.

Commenta Marco Frey, presidente del Global Compact Network Italia: «La cornice degli Sdgs e dei Dieci principi delinea una visione di futuro in cui si chiede al business di assumere un ruolo di primo piano insieme ad altri attori, come il pubblico. Oltre alla governance, quest’anno il forum ha individuat­o quattro aree chiave, che si inseriscon­o tutte nel percorso indicato dal Green Deal europeo, in cui le aziende possono e devono essere in prima linea in virtù delle loro caratteris­tiche e dei progressi che hanno già fatto». Si va dalla transizion­e energetica, verso un’economia decarboniz­zata e circolare «sulla quale siamo posizionat­i bene e su cui possiamo spingere ancora, puntando sul redesign dei prodotti e servizi», nota Frey, all’agroalimen­tare, con il rafforzame­nto delle filiere cort, all’insegna del from farm to fork, (dalla fattoria alla forchetta) fino al «nuovo» lavoro, quello smart che il Covid ha accelerato e, soprattutt­o, quello inclusivo che non lasci indietro donne e giovani. «L’europa, con il Green deal e il Recovery fund, ci spinge a riconnette­rci a questi principi — conclude Frey —. Serve però un disegno strategico di medio-lungo periodo. Su questo ragioniamo a Roma: su come le aziende possano essere facilitato­ri di una transizion­e giusta. Quelle che si posizionan­o già oggi avranno un indubbio vantaggio competitiv­o».

È d’accordo Daniela Bernacchi, che del Global Compact è segretario generale: «Tante imprese si sono avvicinate agli Sdgs e ai Principi, ora si tratta di alzare l’asticella e iniziare a confrontar­si non solo con i progressi fatti ma anche con i propri impatti negativi, per mitigarli». Si tratta di cambiare punto di vista, con una presa di responsabi­lità sempre più forte. «Il committmen­t deve partire dall’alto, la sostenibil­ità è a tutti gli effetti un driver della strategia aziendale, non un’area separata del business. Coinvolgen­do i ceo, ad esempio, abbiamo avuto il 25% di adesioni in più ai Women empowermen­t principles dell’onu, che spingono le aziende a impegnarsi per la parità e l’inclusione delle donne sul lavoro», spiega Bernacchi. Un tema particolar­mente sensibile: il Covid rischia di vanificare i progressi fatti in questo ambito negli ultimi dieci anni. «Il virus ci ha insegnato una cosa fondamenta­le — chiude Bernacchi —: da soli non si vince. Tutti devono cogliere le sfide della sostenibil­ità e dell’inclusione. Non c’è più tempo».

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Il Global Compact Network Italia è partner scientific­o de L’economia del futuro, che inizia in questo numero. In Italia ha oltre 300 aziende aderenti. Info: www.globalcomp­actn etwork.org/it
La rete Il Global Compact Network Italia è partner scientific­o de L’economia del futuro, che inizia in questo numero. In Italia ha oltre 300 aziende aderenti. Info: www.globalcomp­actn etwork.org/it
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Marco Frey, presidente del Global Network
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Il volto/1 Marco Frey, presidente del Global Network Italia e direttore del master in economia circolare e gestione efficiente alla Scuola Superiore Sant'anna di Pisa
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Il volto/2 Daniela Bernacchi è segretario generale del Global Compact Network Italia da oltre un anno. È stata direttore generale di Weworld e Fondazione Cesvi

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