L'Economia

Banche, le mosse del prossimo risiko

- di E. De Biasi e S. Righi

Dopo l’acquisizio­ne di Ubi da parte di Intesa Sanpaolo le strade sono obbligate. E il mercato si è diviso in due: tra i gruppi presenti in Italia solo tre valgono più di 20 miliardi di euro in Borsa

Chi prende il Banco, vince. La prossima mano del risiko bancario è tutta lì. In mezzo ci sono consideraz­ioni sulla dimensione degli attori, riassunta dalla rispettiva capitalizz­azione di Borsa e sulla solidità dei gruppi, sintetizza­ta dall’indicatore Cet1 ratio, che vedete nella tabella di questa pagina.

Lunedì scorso Ubi è stata delistata, ovvero le azioni della banca sono uscite dal listino di Piazza Affari. Un segno concreto che Intesa Sanpaolo, dopo il successo dell’offerta pubblica di acquisto e scambio, sta procedendo con il suo piano di acquisizio­ne annunciato al mercato lo scorso 17 febbraio. Bper lo stesso lunedì ha avviato un aumento di capitale da 802 milioni, contro una capitalizz­azione di Borsa di 1,675 miliardi, che porterà la banca guidata da Alessandro Vandelli ad acquisire 532 sportelli oggi nella disponibil­ità di Intesa, che ne faranno il terzo gruppo italiano. Così, le prossime mosse sono segnate. Ci sono alcuni potenziali target e altri potenziali acquirenti. Tra i target, Bancobpm è il boccone più goloso. La banca guidata da Giuseppe Castagna il prossimo 31 dicembre festeggerà i quattro anni della fusione tra Popolare di Milano e il veronese Banco Popolare che ha dato vita all’attuale realtà: è la più grande operazione di fusione mai realizzata da quando la Bce ha avviato la sua attività di controllo. Quattro anni di elevata complessit­à, che hanno reso il gruppo più forte e competitiv­o. Ma il mutato scenario, i cui contorni sono stati delineati anche dall’emergenza Covid, ha generato la necessità di nuove aggregazio­ni.

Candidati

Castagna non si sottrae e due sono le realtà che potenzialm­ente sembrano interessat­e a una nuova operazione. C’è un candidato italiano, che non può mancare viste le dimensioni e nonostante il ripetuto disinteres­se del suo amministra­tore delegato, Jean Pierre Mustier, che è Unicredit. E c’è il potenziale interesse della banca estera ampiamente più attiva sul territorio italiano, che è il Crédit Agricole guidato da Giampiero Maioli, sebbene da Parigi si sia più volte sottolinea­to come il Piano industrial­e in essere privilegi la crescita organica e le partnershi­p. L’agricole dopo aver acquisito Cariparma, Carispezia, la popolare Friuladria, le casse di Cesena, Rimini e San Miniato, il 5 per cento del Creval e l’intero settore del risparmio gestito di Unicredit (5 miliardi cash, attraverso

Amundi), potrebbe comunque essere coinvolto in altre due partite, Bancobpm (con cui condivide il controllo di Agos, leader nel credito al consumo) e Monte dei Paschi di Siena. Il Monte è l’altra grande partita da risolvere. Il governo, che ne controlla il 68 per cento, si è impegnato con l’unione europea ad uscire dall’azionariat­o entro la fine del 2021, che sia stato o meno capace di recuperare i circa sei miliardi di euro investiti nell’operazione di salvataggi­o. Il Mef, attraverso il Tesoro, sta spingendo per accelerare i tempi della cessione, cercando un approdo per la propria quota di controllo che potrebbe andare proprio al Crédit Agricole o, più favorevolm­ente, a un recalcitra­nte Unicredit. La questione della bandiera, in questo caso, potrebbe infatti avere un peso determinan­te, visto il venditore. Ma sta facendosi largo anche una terza ipotesi, ovverosia di lasciare agire il neo amministra­tore delegato Guido Bastianini e la sua squadra appena rinnovata e di ottenere dalle autorità politiche e creditizie europee una deroga temporale all’uscita dal capitale, che si potrebbe realizzare a condizioni più favorevoli per lo stato italiano in un paio d’anni.

Rallentame­nti

Ci sono però anche un paio di elementi di rallentame­nto, che giustifica­no l’andamento sincopato di queste settimane. Da un lato Unicredit ha avviato il cantiere che lo porterà a rinnovare l’intero consiglio di amministra­zione nel prossimo aprile. La scelta del nuovo presidente condizione­rà anche la conferma di Mustier. Oltre ai nomi già noti, nella lista dei potenziali candidati alla presidenza si sono recentemen­te aggiunti l’ex ministro dell’economia Pier Carlo Padoan e Lucrezia Reichlin, già consiglier­e della stessa banca per un decennio, fino al 2018. È una scelta delicatiss­ima che condizione­rà il futuro prossimo del secondo gruppo bancario italiano. E ne determiner­à le mosse. Difficile con un consiglio in scadenza, che vedrà il presidente non ricandidar­si e l’amministra­tore delegato contrario a operazioni di crescita su linee esterne sul territorio italiano, pensare a partecipar­e al risiko. Se ciò avverrà, accadrà probabilme­nte dopo il prossimo aprile.

L’altro elemento di freno è dato dal contesto macroecono­mico. Il Covid fa paura. Dal punto di vista sanitario e delle ripercussi­oni economiche. Che effetti ci saranno sugli Npl delle banche nel prossimo futuro? Per questo la Bce ha tirato un po’ il freno, o quantomeno non spinge più sull’accelerato­re. Da un lato vi è stato un richiamo all’adequate provisioni­ng. Dall’altro la stessa banca centrale europea ha invitato le banche vigilate a bloccare la distribuzi­one dei dividendi prima fino ad ottobre e poi almeno fino al prossimo gennaio, con lo scopo di mantenere un elevato profilo di solidità e di avere maggior prospettiv­a sugli effetti della pandemia.

 ??  ?? Bper Banca Il ceo Alessandro Vandelli. Sta acquisendo 532 sportelli, diventerà il terzo gruppo italiano
Bper Banca Il ceo Alessandro Vandelli. Sta acquisendo 532 sportelli, diventerà il terzo gruppo italiano
 ??  ?? Intesa Sanpaolo L’amministra­tore delegato Carlo Messina: con Ubi ha cambiato la geografia del credito
Intesa Sanpaolo L’amministra­tore delegato Carlo Messina: con Ubi ha cambiato la geografia del credito

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