Multinazionali da portafoglio
Hanno perso meno negli ultimi mesi, vincono nel lungo periodo Torna l’interesse sulle mini multinazionali del nostro listino
Imercati alla ricerca di un faro. Dopo l’euforia seguita al panico, con la fine dell’estate la volatilità è tornata a condizionare le principali Borse mondiali. Almeno due i fattori che hanno aumentato il grado di incertezza sul futuro: il risultato delle elezioni americane e l’inaspettato, o quasi, aumento dei contagi. In questo contesto gli investitori cercano punti di riferimento e idee da cavalcare non appena le nuvole si diraderanno. Una chiave di lettura potrebbe essere la sfida tra large e mid small cap. Da inizio anno, l’ftse Mib Italiano è sotto del 18,3%, l’ftse Mid Cap Italia del 15,2%, l’ftse Small Cap italia del 16,1%. Ma su un orizzonte più lungo, la sfida è stata nettamente vinta dalle società a medio piccola capitalizzazione come mostra il grafico a fianco.
La lista
L’economia ha così messo in rassegna i titoli dell’indice delle multinazionali tascabili di Piazza Affari. Antonio Amendola co-gestore di Italia ed Europa di Acomea Sgr ha le idee chiare su come affrontare l’incertezza: «in un contesto di mercato come quello attuale e con una situazione macroeconomica senza precedenti storici, le valutazioni classiche andrebbero ponderate con considerazioni di più ampio spettro». Secondo gli analisti della società di gestione gli ingredienti per fare selezione sono: qualità, redditività, presenza di un management di prima categoria e direttamente coinvolto nei risultati aziendali, l’ottica e la presenza internazionale del business. Aziende con simili caratteristiche prendono il nome di multinazionali tascabili e sono particolarmente presenti nel panorama italiano. «Riteniamo che vi sia molto valore all’interno del comparto delle piccole e medie imprese nazionali. Oltre alle dinamiche esposte, queste società potrebbero beneficiare di uno dei megatrend dei prossimi anni, come il rimpatrio della produzione dai paesi in via di sviluppo», conclude Amendola. Scorrendo la lista delle società appartenenti all’indice Ftse Mid Cap si mettono in evidenza, in termini di performance: Diasorn. De’ Longhi ed Esprinet. Società attive in settori molti diversi tra loro, ma tutte accomunate dalle peculiarità indicate in precedenza.
Diasorin, opera nella produzione di macchine per i test diagnostici, vanta una presenza globale, tra cui la recente apertura di un centro diagnostico in Cina, alta redditività e una posizione finanziaria netta positiva per quasi 200 milioni, pari al 2% del valore di Borsa. Sul titolo il consenso continua a restare positivo nonostante il rally: Equita Sim ha alzato il prezzo obiettivo del 3% a 153 euro, confermando la raccomandazione hold (mantenere), dopo i messaggi positivi del management: «sia sull’attività legata ai test per il Covid-19, sia sul business ordinario, che ha mostrato una buona velocità di recupero nel corso degli ultimi mesi». Anche Banca Akros conferma la raccomandazione accumulate (accumulare) e il prezzo obiettivo a 192,5 euro sul titolo dopo che Diasorin ha reso noto di aver ottenuto la marcatura europea per un nuovo test rapido sul Covid-19. «Come annunciato dal management, Diasorin ha lanciato questo test prima della stagione influenzale. Crediamo che darà un importante contributo ad aumentare i ricavi dai test per il coronavirus», ha commentato Akros. L’espansione internazionale è uno dei punti di forza di Esprinet, distributore di tecnologia che si colloca a metà strada tra i grandi produttori e le catene come Media World o gli e-commerce come Amazon. Il gruppo vanta oggi la maggiore quota di mercato nel Sud Europa: 25%, ma continua ad espandersi. Mediobanca Securities ha recentemente confermato il rating outperform sul titolo con un target di 8,7 euro dopo l’annuncio della completa acquisizione di Gti, primo distributore in Spagna di software e soluzioni a valore aggiunto nel campo informativo. L’operazione, segnalano gli analisti della banca d’affari: «è coerente con le linee guida strategiche dell’azienda e permette a Esprinet di entrare nel mercato in veloce crescita del Cloud Computing, arricchendo la sua offerta nel segmento delle Advances Solutions,
sostenendo l’espansione dei margini». Non mancano infine solidi fondamentali: il primo semestre 2020 ha mostrato ricavi pari a 1,83 miliardi , +7% rispetto al fatturato dei primi sei mesi del 2019 nonostante la pandemia. «Alla luce delle considerazioni fatte — conclude Amendola — continuiamo a preferire le mid e small cap italiane alle large cap, sia perché rappresentano la spina dorsale del nostro Paese, sia perché riscontriamo la presenza di maggiore valore intrinseco in un orizzonte temporale di medio lungo periodo. A livello settoriale manteniamo una rilevante presenza nella tecnologia e nell’industria».
Da inizio anno, l’ftse Mib è in perdita del 18,3%, l’ftse Mid Cap Italia del 15,2% e l’indice delle Small Cap del 16,1%