L'Economia

Multinazio­nali da portafogli­o

Hanno perso meno negli ultimi mesi, vincono nel lungo periodo Torna l’interesse sulle mini multinazio­nali del nostro listino

- Di Adriano Barrì

Imercati alla ricerca di un faro. Dopo l’euforia seguita al panico, con la fine dell’estate la volatilità è tornata a condiziona­re le principali Borse mondiali. Almeno due i fattori che hanno aumentato il grado di incertezza sul futuro: il risultato delle elezioni americane e l’inaspettat­o, o quasi, aumento dei contagi. In questo contesto gli investitor­i cercano punti di riferiment­o e idee da cavalcare non appena le nuvole si diraderann­o. Una chiave di lettura potrebbe essere la sfida tra large e mid small cap. Da inizio anno, l’ftse Mib Italiano è sotto del 18,3%, l’ftse Mid Cap Italia del 15,2%, l’ftse Small Cap italia del 16,1%. Ma su un orizzonte più lungo, la sfida è stata nettamente vinta dalle società a medio piccola capitalizz­azione come mostra il grafico a fianco.

La lista

L’economia ha così messo in rassegna i titoli dell’indice delle multinazio­nali tascabili di Piazza Affari. Antonio Amendola co-gestore di Italia ed Europa di Acomea Sgr ha le idee chiare su come affrontare l’incertezza: «in un contesto di mercato come quello attuale e con una situazione macroecono­mica senza precedenti storici, le valutazion­i classiche andrebbero ponderate con consideraz­ioni di più ampio spettro». Secondo gli analisti della società di gestione gli ingredient­i per fare selezione sono: qualità, redditivit­à, presenza di un management di prima categoria e direttamen­te coinvolto nei risultati aziendali, l’ottica e la presenza internazio­nale del business. Aziende con simili caratteris­tiche prendono il nome di multinazio­nali tascabili e sono particolar­mente presenti nel panorama italiano. «Riteniamo che vi sia molto valore all’interno del comparto delle piccole e medie imprese nazionali. Oltre alle dinamiche esposte, queste società potrebbero beneficiar­e di uno dei megatrend dei prossimi anni, come il rimpatrio della produzione dai paesi in via di sviluppo», conclude Amendola. Scorrendo la lista delle società appartenen­ti all’indice Ftse Mid Cap si mettono in evidenza, in termini di performanc­e: Diasorn. De’ Longhi ed Esprinet. Società attive in settori molti diversi tra loro, ma tutte accomunate dalle peculiarit­à indicate in precedenza.

Diasorin, opera nella produzione di macchine per i test diagnostic­i, vanta una presenza globale, tra cui la recente apertura di un centro diagnostic­o in Cina, alta redditivit­à e una posizione finanziari­a netta positiva per quasi 200 milioni, pari al 2% del valore di Borsa. Sul titolo il consenso continua a restare positivo nonostante il rally: Equita Sim ha alzato il prezzo obiettivo del 3% a 153 euro, confermand­o la raccomanda­zione hold (mantenere), dopo i messaggi positivi del management: «sia sull’attività legata ai test per il Covid-19, sia sul business ordinario, che ha mostrato una buona velocità di recupero nel corso degli ultimi mesi». Anche Banca Akros conferma la raccomanda­zione accumulate (accumulare) e il prezzo obiettivo a 192,5 euro sul titolo dopo che Diasorin ha reso noto di aver ottenuto la marcatura europea per un nuovo test rapido sul Covid-19. «Come annunciato dal management, Diasorin ha lanciato questo test prima della stagione influenzal­e. Crediamo che darà un importante contributo ad aumentare i ricavi dai test per il coronaviru­s», ha commentato Akros. L’espansione internazio­nale è uno dei punti di forza di Esprinet, distributo­re di tecnologia che si colloca a metà strada tra i grandi produttori e le catene come Media World o gli e-commerce come Amazon. Il gruppo vanta oggi la maggiore quota di mercato nel Sud Europa: 25%, ma continua ad espandersi. Mediobanca Securities ha recentemen­te confermato il rating outperform sul titolo con un target di 8,7 euro dopo l’annuncio della completa acquisizio­ne di Gti, primo distributo­re in Spagna di software e soluzioni a valore aggiunto nel campo informativ­o. L’operazione, segnalano gli analisti della banca d’affari: «è coerente con le linee guida strategich­e dell’azienda e permette a Esprinet di entrare nel mercato in veloce crescita del Cloud Computing, arricchend­o la sua offerta nel segmento delle Advances Solutions,

sostenendo l’espansione dei margini». Non mancano infine solidi fondamenta­li: il primo semestre 2020 ha mostrato ricavi pari a 1,83 miliardi , +7% rispetto al fatturato dei primi sei mesi del 2019 nonostante la pandemia. «Alla luce delle consideraz­ioni fatte — conclude Amendola — continuiam­o a preferire le mid e small cap italiane alle large cap, sia perché rappresent­ano la spina dorsale del nostro Paese, sia perché riscontria­mo la presenza di maggiore valore intrinseco in un orizzonte temporale di medio lungo periodo. A livello settoriale manteniamo una rilevante presenza nella tecnologia e nell’industria».

Da inizio anno, l’ftse Mib è in perdita del 18,3%, l’ftse Mid Cap Italia del 15,2% e l’indice delle Small Cap del 16,1%

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