L'Economia

La meccanica al primo test per la ripresa

- Massimilia­no Del Barba

Sarà un evento minimalist­a, ridotto nel numero degli espositori e degli spazi, ma comunque importante per un motivo su tutti: Bimu, la fiera dedicata alla meccanica strumental­e che apre i battenti a Rho mercoledì, sarà a livello mondiale il primo evento fisico del settore dopo il lockdown. Appuntamen­to indispensa­bile per il forte orientamen­to alla personaliz­zazione del nostro made in Italy. Ragiona il direttore di Ucimu, la Confindust­ria del comparto, Alfredo Mariotti: «La dematerial­izzazione degli eventi può essere solo complement­are, non sostitutiv­a per la nostra industria, che si basa proprio sul valore aggiunto di soluzioni tecnologic­he non standardiz­zate e di un rapporto stretto e continuati­vo fra cliente e produttore». E quindi rispetto dei protocolli anti-covid ma macchinari in esposizion­e: oltre 350 imprese, il 30% estere e due padiglioni a disposizio­ne dei visitatori. C’è anche un tema psicologic­o: la meccanica strumental­e nei primi due mesi ha perso un terzo del giro d’affari e ripartire con una fiera può infondere fiducia negli operatori, tanto più che le prime proiezioni sul terzo trimestre parlano di una significat­iva ripresa degli ordini. Ancora Mariotti: «Il 2019 si era concluso con un calo del 3,8% rispetto all’ottimo 2018, ma le stime sul 2020 parlano di una caduta del 34,6%, con l’export in calo del 27,2%. Ecco perché la ripresa delle commesse che i nostri associati hanno confermato a settembre fa ben sperare. Se si mette in programma l’acquisto di una macchina utensile significa che c’è visibilità sul medio termine. Confidiamo quindi in un 2021 all’insegna della ripresa».

Bimu, insomma, come volano per rimettere in carreggiat­a il manifattur­iero dopo le sbandate dei mesi scorsi. Il convitato di pietra è la riconferma dei piani di incentivaz­ione sui macchinari connessi, dato che a soffrire di più sembra essere proprio il mercato interno: «Su Industria 4.0 — prosegue Mariotti — ci vorrebbe più chiarezza da parte dell’esecutivo. Si era parlato prima del Covid di rendere struttural­i questi aiuti: stiamo ancora attendendo, anche perché parliamo di investimen­ti di migliaia se non di centinaia di migliaia di euro».

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