COSÌ FANNO PARIGI E BERLINO PIANI (E SCONTI) DEGLI ALTRI
«German Stimulus Package» e «France Relance» sono consultabili online con il dettaglio dell’uso del Next Generation Eu (dall’alta velocità alla transizione energetica) e di eventuali meccanismi fiscali associati Prendiamo esempio e non perdiamo l’occasione: la nostra spesa pubblica per il futuro è tra le più basse d’europa
L’impiego delle risorse che il Recovery Fund offre per recuperare il Pil perduto, entra nel vivo ed i singoli Paesi europei si devono confrontare con la produzione di proposte di dettaglio che rendano concreto lo sforzo promosso dall’europa.
Siamo quindi in una situazione del tutto nuova e per certi versi unica: questa volta non sono i Paesi europei a dover lamentare la mancanza di risorse, a confrontarsi con vincoli e limiti, ma è l’opposto. L’unione Europea ha già messo sul tavolo con il programma Next Generation EU 750 miliardi di euro complessivi, ha sospeso tutti i vincoli di bilancio e chiede ai Paesi membri non un semplice esercizio contabile ma uno sforzo di progettare il futuro e di guardare al medio termine, dimostrando che quelle risorse produrranno sviluppo, occupazione, maggiore inclusione sociale e sostenibilità. E’ quindi un’occasione senza precedenti (e una responsabilità storica enorme) per i governi di oggi che, rispetto a qualsiasi governo del passato, si trovano non in ristrettezza di risorse ma in abbondanza, da usare molto bene.
I dati che dobbiamo ricordare sono chiari e riportati in tabella: Next Generation EU offre all’interno dei 750 miliardi di euro, 390 miliardi di sovvenzioni (grants) la cui parte più importante è costituita del Recovery and Resilience Facility: il nostro Paese ha la possibilità di averne il maggiore utilizzo (81 miliardi, ossia il 20,77%) contro i 71,4 miliardi della Spagna, i 50,6 della
Francia e i 47,4 della Germania. A questo si aggiungono altri 127,6 miliardi di euro (su 360 miliardi disponibili) che il nostro Paese potrà richiedere come prestito e non a fondo perduto.
Francia e Germania con ogni probabilità non utilizzeranno questi prestiti in quanto più conveniente per loro emettere direttamente nuovo debito. In totale, 209 miliardi di euro per l’italia rispetto ai 750 complessivi.
La funzione
Queste risorse hanno una duplice funzione fondamentale. Da un lato permettono di incidere direttamente con investimenti mirati in settori e aree considerate decisive per innescare il processo di recupero del Pil e di difesa dell’occupazione. Dall’altro lato, permettono di modificare comportamenti di spesa pubblica che i singoli Paesi hanno, rendendoli più virtuosi ed efficaci. In altri termini, il recovery fund agisce da vero e proprio fattore educativo sulla spesa pubblica e da moltiplicatore di azioni ulteriori che possono portare benefici sia sullo sviluppo che sul modo di fare sviluppo.
Come possono essere allora usate le risorse? Quali altri Paesi hanno già reso pubblico il piano e il dettaglio del progetto di utilizzo del programma Next Generation EU? Ad oggi il piano è stato pubblicato dalla Francia e dalla Germania, in entrambi i casi consultabile on line e ricco di informazioni analitiche, con due titoli significativi: «German Stimulus Package» e «France Relance». Il primo contiene, come riportato nella tabella, 130 miliardi di impiego di risorse, di cui 50 sono dedicati espressamente al «pacchetto per il futuro» e gli altri 80 ad aumentare domanda e promuovere investimenti. Il secondo prevede 93 miliardi di spesa, con tre pilastri fondamentali: ecologia e transizione energetica, competitività delle imprese, coesione territoriale.
Ma quello che impressione di questi due piani è sia il metodo che il contenuto. Per il metodo, come un’azienda quotata, Germania e Francia presentano la loro visione, il loro business plan e ne fissano la logica di attuazione, affinché se ne possano monitorare gli effetti.
Per il contenuto, sono chiare le scelte di campo nell’impiego di risorse: investire nel lungo termine, su ambiti e settori mirati, che vanno dai trasporti per l’alta velocità, la dimensione dell’innovazione digitale per la Pubblica Amministrazione e le Pmi, la transizione energetica; agire nel cuore del sistema economico, coordinando gli incentivi alle imprese di sostegno agli investimenti, riduzione del costo del capitale, riduzione selettiva del carico fiscale in funzione dei comportamenti aziendali destinati alla crescita.
Non ci sono provvedimenti in ordine sparso, non c’è nessuna logica a pioggia ma solo scelte (giuste o sbagliate che siano) e vantaggi fiscali che vengono concessi in vista di obiettivi e non come mero sussidio o sconto. Del nostro Paese, sappiamo al momento che le aree interessate sono sei ma non abbiamo né il dettaglio né la filosofia di intervento.
Questi fondi possono agire come un «fattore educativo», cambiando l’uso delle risorse statali
Oggi l’italia impiega solo 205 miliardi per le prossime generazioni, contro 401 della Germania e 335 della Francia
Chez nous
Ciò che sarà decisivo per l’italia è che i numeri vengano riempiti non solo con una logica bottom-up, ossia fatta di tanti progetti e proposte (di per sé meritevoli) che arrivano dai singoli ministeri e dal territorio, ma con una visione top-down, che indichi una strada precisa e di indirizzo. Ed è fondamentale che questo indirizzo guardi soprattutto al futuro, cosa non certo ovvia se esaminiamo le componenti della nostra spesa pubblica. Se consideriamo infatti ricerca, educazione, ambiente e salute ossia le componenti di spesa che guardano di più alle prossime generazioni e al benessere collettivo, il nostro Paese, sia come ammontare assoluto che come percentuale sul totale della spesa è chiaramente dietro ai Paesi più importanti dell’unione Europea, come si osserva nella tabella: 205 miliardi di spesa per il futuro, contro i 401 della Germania e i 335 della Francia.
L’occasione di Next Generation EU è quindi quella di cambiare il nostro comportamento, superando l’idea che queste voci siano residuali e abituandoci a orientare la spesa pubblica con uno sguardo più rivolto al futuro che all’amministrazione del presente o del passato. Con un esercizio di trasparenza.
Se questa occasione storica e inattesa viene colta, i prossimi anni ci permetteranno di costruire delle nuove fondamenta di Paese. Altrimenti, dovremo rendere conto di troppe cose, a partire dal nostro debito.