L'Economia

Alitalia con i soliti vizi, anche per oggi non si vola

- Di Antonella Baccaro

C’è voluto un ultimatum dell’unione europea, che attende da mesi la soluzione della crisi di Alitalia, perché si componesse il difficile mosaico delle nomine del consiglio di amministra­zione della newco, su cui già si fatica a spendere una parola buona. Non si può farlo perché la compagnia sarà nuova, ma i vizi sono quelli di sempre. Il decreto che farà nascere il vettore ha tardato a venire alla luce per un solo motivo, non smentito da nessuno degli interessat­i: non si trovava la quadra sulle poltrone in cda. Così, per superare l’impasse, sono state fatte lievitare fino a nove, in modo da accontenta­re tutte le forze politiche, compresa Italia viva e, pare, il premier. Nel frattempo il piano industrial­e prevedereb­be che 5 mila lavoratori su circa 11 mila escano dalla compagnia per venire ricollocat­i, promessa che di questi tempi suona più che mai poco credibile. Basterebbe questo perché i cittadini, che ancora pagano un prelievo di cinque euro sul biglietto aereo che finisce nel Fondo volo (quello che integra gli ammortizza­tori del settore, usato soprattutt­o per Alitalia), quegli stessi cittadini che hanno sborsato finora 145 euro a testa (fonte Sole24ore) in salvataggi improbabil­i, avessero il diritto di dubitare sul corretto uso di quei tre miliardi che sono già destinati a far risorgere una compagnia stremata.

Già, perché l’unico effetto certo che ha prodotto la «compassion­evole cura» con cui tutti i governi negli ultimi anni hanno tenuto in piedi la compagnia, è la certezza che qualcuno, cioè i contribuen­ti, ripianerà ogni sperpero, fino all’ultimo centesimo.

Qualcuno ha detto che questo è più che mai il tempo del coraggio. Ma in questo caso il coraggio davvero non basta più: è mancato al momento debito, quando Alitalia era nelle condizioni di entrare in un’alleanza dignitosam­ente e non ridotta a pezzi come adesso. Non c’è nessuno che non veda che l’operazione che si sta preparando per Alitalia è disperata. Nessuno tranne chi ha pensato che fosse ancora l’ora di sedersi a banchettar­e sulle sue ennesime spoglie.

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