QUEL PELLAME A PROVA DI VIRUS MEDIOBANCA STUDIA IL WEB
Il gruppo Mastrotto ha realizzato un trattamento che inibisce la propagazione di malattie attraverso i suoi prodotti conciari. Alperia Bartucci taglia i costi di riscaldamento. L’istituto Italiano di Tecnologia realizza un robot a forma di tentacolo
L’attenzione massima è ai virus, al suo propagarsi. Il contagio ci preoccupa e ci guida nelle scelte. Anche quelle industriali. Lo conferma il gruppo vicentino Mastrotto, la principale azienda conciaria in Europa, che ha messo a punto una nuova tecnologia proprietaria in grado di rispondere alle esigenze del delicato periodo storico che stiamo vivendo, sviluppando un trattamento antibatterico e antivirale che garantisce elevati standard di sicurezza, riducendo quasi totalmente la presenza di batteri e virus sulle superfici. Il dipartimento di Ricerca e sviluppo di Mastrotto ha infatti ideato e sviluppato internamente e brevettato un nuovo esclusivo trattamento che consente la non sopravvivenza di batteri e virus sui pellami, con un livello di protezione efficace al 99,9 per cento. Una sorta di barriera, dunque, in grado di impedire la replicazione dei patogeni che dovessero eventualmente entrare in contatto con il pellame. Le superfici degli oggetti, infatti, specialmente quelli che vengono toccati e utilizzati da molte persone, possono essere contaminate da batteri e virus patogeni, trasformando l’oggetto in un vettore di contagio. «Questa innovazione, ideata e sviluppata interamente all’interno dell’azienda, rappresenta per noi il coronamento di importanti sforzi ed investimenti effettuati nel corso degli ultimi mesi», ha sottolineato Chiara Mastrotto, presidente del gruppo.
Piazzetta Cuccia è online
La crisi non sfiora i giganti del Websoft la cui crescita procede a ritmi 10 volte superiori a quelli delle multinazionali manifatturiere mondiali. Le performance aggiornate ai primi sei mesi del 2020 verranno presentate mercoledì prossimo, 14 ottobre dall’area Studi Mediobanca. L’analisi toccherà dati economici e finanziari di 25 gruppi che operano nell’internet retailing, nello sviluppo di software e nei servizi web con un giro d’affari nei primi sei mesi dell’anno pari a 538 miliardi di euro, in aumento del +17 per cento sul 2019, trainato dalla performance dell’ecommerce (+31 per cento) e del fintech (+26 per cento). Non mancherà una lettura su andamento di Borsa, tassazione e approccio alla sostenibilità, oltre a un approfondimento dedicato alle rispettive filiali italiane: fatturato complessivo, quanto contribuiscono all’occupazione e quanto hanno versato al fisco.
Tagliare il gas
«La trasformazione verde e quella digitale sono sfide indissociabili». Lo sottolinea il recente documento Shaping Europe’s Digital Future della Commissione europea, che con il Green New Deal prevede l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra nel 2050. In questa direzione si sta muovendo Alperia Bartucci, azienda che si occupa di efficienza energetica, che ha messo a punto un nuovo sistema di Intelligenza Artificiale in grado di originare un risparmio annuale di gas pari al 35 per cento con una riduzione del 48 per cento dell’energia fornita all’impianto di riscaldamento, come certificato dall’istituto di ricerca Eurac Research. Alperia Bartucci ha messo a punto una tecnologia che consente di monitorare e gestire gli impianti per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria alimentati da caldaia a gas. Ottimizzando la temperatura di mandata ai radiatori è in grado di ridurre il consumo di gas del generatore mantenendo condizioni ottimali di comfort abitativo. «I risultati sono una sintesi di una visione profonda del mercato e delle sue dinamiche evolutive e di una capacità tecnica innovativa: è questa la strada da percorrere verso un futuro sostenibile», ha detto Giovanni Bartucci, vicepresidente esecutivo di Alperia Bartucci.
Eni e il polpo dell’iit
L’ispirazione è venuta da un polpo. Dalla intelligenza diffusa che lo caratterizza e dalla sua capacità di muoversi sulle superfici più diverse. I tentacoli del polpo, soprattutto, hanno colpito la fantasia di una delle più qualificate ricercatrici italiane, Barbara Mazzolai, un tempo al Sant’anna di Pisa e da qualche anno direttrice del centro di micro-biorobotica dell’istituto Italiano di Tecnologia che ha sede a Pontedera, in provincia di Pisa. Finanziato dall’eni, il centro guidato da Mazzolai ha messo a punto un nuovo prototipo di robot. Lontanissimo nelle sembianze all’icub nato 11 anni fa all’interno dell’istituto Italiano di Tecnologia, il nuovo robot non ha sembianze umane, ma è del tutto simile, per forma, dimensione e flessibilità al tentacolo di un polipo. Di cui replica la sensibilità e l’intelligenza. Immerso in un tubo stretto e colmo di liquido riesce ad arrivare nel fondo, individuare un oggetto che è finito ad appoggiarsi lì, riconoscerne le caratteristiche e la forma e «agganciarlo», avvolgendolo e successivamente riportarlo in superficie. L’intento di Eni, una delle maggiori compagnie esploratrici al mondo sia nel campo dell’oil che del gas, è evidente: riuscire a ispezionare tubi e a recuperare oggetti in tubature profonde e prive di visibilità, con limitate vie di accesso. Ma le applicazioni del polpo tecnologico sono potenzialmente moltissime. Eviterebbero, ad esempio, quelle terribili tragedie che talvolta avvengono nelle opere di pulizia e di ispezione delle grandi cisterne. Mazzolai ha presentato il polpo tecnologico a Vicenza in occasione di Citemos, il festival della tecnologia applicata alle città e alla mobilità sostenibile che si è concluso venerdì scorso nella città berica e che è stato voluto da Confartigianato.