Quei valori che fanno la differenza
Non per tutti si è trattato di una tempesta perfetta. Lo shock da domanda su scala globale innescato dalla pandemia ha avuto riflessi differenziati, a volte opposti sui Champions. Ha colpito duramente i comparti legati a consumi non primari (moda, viaggi, turismo e grandi eventi) e con essi larga parte del relativo indotto, mentre ha provocato un potente moto di accelerazione della domanda e quindi di crescita in altri settori (alimentare, chimico, farmaceutico). Eventi straordinari, di segno ed impatto opposti, ma di fronte ai quali la risposta di queste imprese è stata sostanzialmente la stessa: siamo attrezzati non solo per riportare in equilibrio l’assetto, ma per farlo in maniera efficiente, cioè continuando a creare valore. Di più, approfittando del moto di discontinuità per rifocalizzare business, prodotti e mercati, per una diversificazione che segua criteri di prossimità o di complementarietà (come ha fatto Italprogetti capitalizzando il know how acquisito nella produzione di impianti per l’industria conciaria ed estendendolo al comparto ecologico e poi della filtrazione dell’olio extra-vergine di oliva) o per intervenire sulla supply chain in un momento di finanza favorevole (come ha fatto Alma Carpets, 45 milioni di fatturato nella produzione di pavimenti in moquette per grandi eventi, che di fronte al congelamento del portafoglio ordini, ma anche al crollo del prezzo delle materie prime derivate del petrolio, ha aumentato i magazzini di scorte, in un trade off finanziario virtuoso che consentirà di far decollare la marginalità nei prossimi anni). A dare forza ed efficacia a tutte queste scelte la leva di enorme valenza degli «intangibles», cioè quel nucleo di valori, capitale umano, know how e corporate reputation che fa di queste imprese modelli a cui guardare ora più che mai per il prossimo futuro.
*Project leader Champions 2020
Equity partner Special Affairs