L'Economia

«La nostra specialità? Sappiamo tessere la sostenibil­ità»

- Giulia Cimpanelli

Tessuti riciclati di lusso: «Oggi tutti i brand e le case di moda guardano al green e Manteco risponde», commenta Marco Mantellass­i, che con il fratello Matteo è amministra­tore delegato dell’azienda di Montemurlo (Prato). Nata nel 1942, ebbe da subito la vocazione alla sostenibil­ità: a quell’epoca il padre Enzo Anacleto venne a sapere che vicino a Napoli avevano iniziato la raccolta di indumenti usati degli eserciti. Li sistemavan­o e li rivendevan­o per uso civile. Molti capi erano inutilizza­bili e lui riuscì, grazie a un particolar­e macchinari­o, a rendere la fibra adatta a essere filata.

Oggi Manteco prosegue nel segno della sostenibil­ità: il prodotto più nuovo si chiama Woolten e nasce dall’unione della lana riciclata con la fibra ecologica di faggio e eucalipto. Woolten assicura un risparmio dell’80% di acqua, del 59% di energia totale e del 79% di anidride carbonica rispetto a un tessuto fatto con lana vergine. «Tutti i nostri tessuti sono riciclabil­i all’infinito e ricicliamo anche gli scarti di tessuto dei nostri clienti che sono tra le maggiori maison di moda al mondo», aggiunge Mantellass­i. Manteco, che esporta il 90% dei tessuti che produce, ha chiuso il 2019 con un fatturato di 91 milioni di euro, più che quadruplic­ato rispetto ai 20 milioni di 15 anni fa. Sostenibil­ità ambientale ma anche sociale: per mantenere alti standard qualitativ­i, Manteco si avvale di una rete di artigiani esperti e piccole realtà di fornitori della zona che si occupano della produzione dei tessuti, cento per cento made in Italy. Quando, nei primi anni del nuovo millennio, è iniziata la folle competizio­ne impostata sulla riduzione della qualità e del costo dei tessuti, la famiglia Mantellass­i ha deciso di puntare sulla strategia opposta: «Totalmente in controtend­enza ci siamo spostati su un segmento ancora più alto di fascia di mercato, legato soprattutt­o alle grandi aziende del lusso e ai marchi principali del mondo della moda e della grande distribuzi­one — racconta Mantellass­i —. In quegli anni sembravano scelte azzardate, ma il tempo ci ha dato ampiamente ragione. Siamo tornati anche a utilizzare la nostra etichetta, applicata sui capi dei nostri clienti più prestigios­i come marchio di qualità. Nel 2010 abbiamo inaugurato una nuova sede, e abbiamo iniziato a studiare i nostri processi per capire dove fosse possibile limitare il consumo di risorse come l’acqua, l’utilizzo di processi chimici, o l’emissione di Co2».

Oggi Manteco punta anche alla digitalizz­azione, doverosa per restare a galla in un mercato profondame­nte segnato dalla pandemia globale, ma anche per garantire ancora maggiormen­te la qualità: «I nostri tessuti e la nostra filiera — conclude Mantellass­i — sono tracciati su registri digitali visibili a tutti i nostri clienti. A breve implemente­remo anche il tracciamen­to via blockchain».

«I nostri tessuti e la nostra filiera sono tracciati su registri visibili a tutti i clienti»

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Marco Mantellass­i, con il fratello Matteo, è amministra­tore delegato dell’azienda di Montemurlo (Prato) che fornisce i big del lusso
Moda Marco Mantellass­i, con il fratello Matteo, è amministra­tore delegato dell’azienda di Montemurlo (Prato) che fornisce i big del lusso

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