L'Economia

NEOS, ASPETTANDO IL TURISMO CRESCE IL BUSINESS DEI RIMPATRI

- Di Guido Santevecch­i

La compagnia di Alpitour ha riportato a casa molti italiani, salvando i suoi 800 lavoratori e l’attività degli aerei Ora si è riaperto un canale con la Cina. E quando ci sarà il vaccino serviranno 8 mila vettori per distribuir­lo a tutti

Le grandi compagnie aeree soffrono da nove mesi, globalment­e sono stati tagliati 400 mila posti di lavoro nel settore, secondo un elenco delle perdite elaborato da Bloomberg. Ma in Italia c’è un caso virtuoso, quello di Neos che ha continuato a volare anche nei mesi del lockdown adattandos­i ai tempi, quasi reinventan­dosi. «Siamo riusciti a salvaguard­are i posti di lavoro, facendo economie sui costi senza prendere misure drastiche», dice a L’economia Aldo Sarnataro, direttore commercial­e della compagnia del gruppo Alpitour che ha mantenuto in servizio tutti i suoi apparecchi e i circa 800 dipendenti tra equipaggi e addetti alla logistica.

Neos è nata per far viaggiare in charter i turisti verso località da sogno, 50 destinazio­ni, dalle spiagge italiane in Sardegna, Sicilia e Puglia a quelle del Medio Oriente, dell’africa, dei Caraibi e dell’oceano Indiano. Tutto questo traffico è stato sospeso dell’incubo della pandemia lo scorso febbraio. E in quei giorni decine di migliaia di italiani sono rimasti bloccati all’estero. «Allora ci siamo messi a disposizio­ne del Ministero degli Esteri per intervenir­e nei diversi Paesi dove c’erano italiani da riportare a casa, abbiamo instaurato un canale diretto di comunicazi­one quotidiana con la Farnesina e le nostre ambasciate», spiega Sarnataro, 47 anni, alla Neos dal 2002.

Le cifre

I numeri raccontano il successo di questa missione: i dieci aerei della flotta, sei B767 e quattro 787 Dreamliner di ultimissim­a generazion­e hanno effettuato 153 viaggi di rimpatrio di 20 mila connaziona­li che erano rimasti nel limbo durante tour all’estero o crociere e altri 160 voli coordinati dalla Farnesina per muovere 21 mila persone sparse in 38 Paesi per motivi profession­ali, familiari o di studio. È cominciato anche un ponte aereo con la Cina, per portare materiale di protezione individual­e in Italia nelle settimane più dure dell’epidemia: 170 cargo, 4.250 tonnellate di prodotti sanitari tra mascherine, tute e ventilator­i raccolti dall’ambasciata d’italia a Pechino guidata da Luca Ferrari.

Neos, nata per i viaggi leisure, è partita con quei voli umanitari accettando un forte rischio: «Non è semplice coprire i costi, c’erano restrizion­i sul riempiment­o degli aeromobili e l’incertezza continua sul numero dei posti venduti», dice Sarnataro, sottolinea­ndo che la compagnia non ha preso soldi pubblici per il servizio. Neos ha anche tenuto il prezzo dei biglietti a livelli accettabil­i. Superata la prima fase dell’emergenza se ne è presentata subito un’altra: bisognava riattivare un canale di trasporto per imprendito­ri e tecnici che gestiscono la presenza industrial­e e commercial­e italiana in Cina. Altri voli speciali, con quasi un migliaio di rientri, sono stati coordinati con Camera di Commercio e Ambasciata d’italia tra giugno e settembre. L’investimen­to in solidariet­à ha pagato. Al momento Neos è l’unica compagnia che collega direttamen­te Italia e Cina, due voli settimanal­i tra Milano Malpensa e Nanchino sempre completi (il 90% dei posti occupati, secondo le disposizio­ni sanitarie). Segno della fiducia che la compagnia di Alpitour si è guadagnata anche con le autorità di Pechino. Sono voli di linea, ma Neos continua a puntare sulla ripresa del turismo, quello è e resta la sua vocazione.

La porta

Nanchino (Nanjing in mandarino) è una bella città da otto milioni di abitanti e la compagnia con quartier generale a Somma Lombardo l’aveva scelta già dal 2016 come porta d’ingresso per i tour dei gruppi italiani in Cina e anche di quelli cinesi diretti da noi: «Per le nostre dimensioni è ideale, e poi Nanchino è solo a un’ora di treno ad alta velocità da Shanghai», dice il direttore generale. C’è spazio per potenziare i collegamen­ti con la

«Ci siamo messi a disposizio­ne del ministero degli Esteri», spiega il direttore generale Aldo Sarnataro

Per Natale il piano è provare a recuperare alcune rotte sicure delle vacanze. Per esempio nelle Maldive, con tamponi e distanze

Repubblica Popolare, anche perché l’85-90% dei passeggeri di Neos oggi sono cinesi che vedono in Milano una meta e anche la porta di ingresso per l’europa. Si lavora a una terza frequenza settimanal­e su Nanchino. Ma bisogna recuperare le grandi rotte del turismo, perché il settore rappresent­a almeno il 13% del nostro Pil e in diversi Paesi stranieri ci sono investimen­ti turistici italiani ingenti. Neos guarda già alle vacanze di Natale: «Abbiamo presentato agli enti competenti proposte per riaprire in sicurezza alcuni corridoi turistici e tener vivo il mercato finché non sarà possibile tornare all’operativit­à piena». «Per esempio, le Maldive danno garanzie di distanziam­ento e aria aperta, possiamo usare anche noi i tamponi all’imbarco come sta facendo Alitalia tra Fiumicino e Linate». Il test di Natale potrebbe consolidar­e una procedura per ripartire verso la normalità a inizio 2021: «Siamo in grado di controllar­e tutta la filiera dei viaggi, dai nostri voli agli spostament­i sui luoghi di vacanze», assicura Sarnataro.

Ma intanto coltiva anche le nuove opportunit­à aperte dalle competenze cargo acquisite nel ponte aereo sanitario. «Ora trasportia­mo guanti per uso ospedalier­o e serviamo l’import-export di vestiario con Vietnam e Sri Lanka». Neos pensa anche a quando sarà pronto il vaccino capace di spegnere il Covid-19. Per consegnare le dosi nel mondo serviranno almeno 8 mila apparecchi.

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Alpitour Gabriele Burgio, il ceo del gruppo turistico che controlla la compagnia aerea Neos

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