Artigiani evoluti (e vincenti), ecco chi traina il Paese
L’Italia ha già tutto quello che le serve per svilupparsi. Il problema è che vive avvolta da un rumore di fondo che continua a raccontare un Paese in crisi, incapace di ergersi sulle proprie gambe e di iniziare a correre. Manca consapevolezza del suo valore collettivo. Questo è il messaggio del libro Campioni d’italia. Come le migliori imprese emergono e vincono sui mercati mondiali, a cura di Gea, Arca Fondi Sgr e Harvard Business Review Italia, che sarà distribuito in occasione dell’evento «Come si diventa campioni», in programma giovedì 15 ottobre al Teatro Manzoni di Milano. Durante la giornata, promossa dagli stessi autori del libro con il patrocinio di Borsa Italiana, verrà consegnato il premio Eccellenze d’impresa, introdotto dal presidente di Rcs Media Group Urbano Cairo. Il premio, istituito nel 2014, racconta uno spaccato significativo del patrimonio industriale italiano diversificato e di grande solidità, sia strategica che patrimoniale, e il libro vuole esserne il corollario, come scrivono nella prefazione Luigi Consiglio, Ugo Loser ed Enrico Sassoon. Dall’analisi di settemila aziende italiane sono state isolate le «leve d’eccellenza», ossia i nodi strutturali che tutti i campioni nazionali — che compongono la struttura più solida dell’economia italiana e hanno la capacità di proiettarsi sui mercati esteri — presentano all’interno della loro organizzazione. Primo tra tutti, l’imprenditore alla guida, che determina una crescita veloce dell’azienda. Seguono ricerca e sviluppo, l’internazionalizzazione dell’impresa, la strategia competitiva e l’eccellenza operativa. «Ogni imprenditore italiano ha fatto le proprie scelte: ci sono tante aziende meravigliose, dal design all’alimentare, fino alla farmaceutica e ognuno di questi imprenditori va sempre oltre il seminato — racconta Luigi Consiglio, presidente Gea —. Sono artigiani evoluti, innamorati del proprio prodotto, che è ciò che veramente li realizza. Quella è la nostra forza».
È il caso, ad esempio, di Caffè Borbone, marchio dell’azienda di Napoli Aromatika, che a cinque anni dal vero inizio si avvia a fatturare 200 milioni di euro, o Pastificio Rana, che cresce attraverso l’innovazione tecnologica di prodotto e di processo. «Viviamo immersi in un mondo frizzante, che ci mostra aziende che scoppiano di salute, ma non ne siamo consapevoli — conclude Consiglio —. L’economia è esplosa, anche se il Covid ha fatto rallentare alcuni settori. La chiave oggi è dare alle aziende che continuano a crescere la possibilità di accelerare».