UNA FLOTTA DI NANO SATELLITI MONACO SI LANCI ANELLO SPAZIO
Un ingegnere laureato a Genova guida la startup del Principato. Obiettivo: monitorare l’inquinamento e tracciare i rifiuti orbitanti
C’è un ingegnere laureato a Genova con la sua tech start-up dietro al lancio del primo nanosatellite di Monaco: «Cinque cervelli internazionali nel team, 300 metri quadrati di laboratorio e un investimento iniziale di qualche milione di euro per costituire la Orbital Solutions Monaco», spiega a l’economia il fondatore e ceo, Francesco Bongiovanni, che dopo la laurea in ingegneria ha continuato con un Mba ad Harvard ed esperienze tra Wall Street e Londra per Dillon, Read & Co. Poi l’asia, lavorando a joint venture dall’alimentare al design. Ora il primo nanosatellite di Monaco, OSM-1 Cicero.
Primo passo
«Grande come una scatola da scarpe per 10 chilogrammi di peso, l’abbiamo testato con il Cira, il Centro italiano di ricerche aerospaziali di Capua (società consortile a maggioranza pubblica, socia l’agenzia Spaziale Italiana), e realizzato con la Tyvak di Torino (branch europea del gruppo Usa). Lanciato in orbita da Arianespace, dalla base di Kourou nella Guiana francese, il nanosatellite è solo l’inizio», dice Bongiovanni . E anticipa: «Lanceremo una intera flotta di nanosatelliti per misurare in modo capillare l’inquinamento: siamo in trattative con un player italiano dell’energia e altri operatori. Con gli Usa studiamo invece un nuovo progetto di meteorologia. Si parte nel 2021». Insomma il quasi millenario Principato guarda allo spazio, e al futuro. Intervistato da L’economia, Alberto II aveva già spiegato l’impiego dei droni per la consegna postale all’interno di Monaco. «Il principe è un sostenitore del nostro business: Monaco deve diversificare in settori ad alto valore aggiunto — spiega Bongiovanni —. E una volta in orbita, i nanosatelliti lavorano per la raccolta di informazioni su climate change e inquinamento, temi vicini al principe».
Con i suoi 2,5 chilometri appena Monaco pensa insomma al business spaziale un tempo terreno di confronto delle superpotenze, sfida epocale tra Washington e Mosca? «Pare un paradosso, ma non lo è: un nanosatellite è molto meno costoso di un classico satellite, un milione contro diverse centinaia di milioni di euro, ed è piccolo. E non serve molto spazio per realizzarlo. Poi il Principato è vicino al polo di ricerca di Sophia Antipolis e offre una straordinaria capacità di networking: l’ente spaziale europeo si è congratulato per il primo lancio, ma operando senza finanziamenti Esa dobbiamo cercare sempre una dimensione commerciale. In più, poiché lo spazio è una dimensione politicamente delicata, Monaco ha il vantaggio della neutralità, come la Svizzera: dialoghiamo con gli Usa come con la Russia. E potremmo avviare collaborazioni con la Cina che ha un problema di inquinamento e una collaborazione con Montecarlo sul clima già avviata dalla visita due anni fa del presidente cinese Xi Jinping».
Ora la start-up pensa allo sviluppo di nuovi concept, in contatto con la University of Tokyo e la Nanyang Technological University di Singapore, con un piano per il tracciamento dei rifiuti spaziali. «Ne abbiamo parlato anche con il Politecnico di Milano, e c’è anche l’idea di mandare un nanosatellite attorno alla luna, con contatti con la Nasa», chiude Bongiovanni. Monaco e Nasa assieme? «È la democratizzazione della conquista dello spazio».