L'Economia

UNA FLOTTA DI NANO SATELLITI MONACO SI LANCI ANELLO SPAZIO

Un ingegnere laureato a Genova guida la startup del Principato. Obiettivo: monitorare l’inquinamen­to e tracciare i rifiuti orbitanti

- Di Enrica Roddolo

C’è un ingegnere laureato a Genova con la sua tech start-up dietro al lancio del primo nanosatell­ite di Monaco: «Cinque cervelli internazio­nali nel team, 300 metri quadrati di laboratori­o e un investimen­to iniziale di qualche milione di euro per costituire la Orbital Solutions Monaco», spiega a l’economia il fondatore e ceo, Francesco Bongiovann­i, che dopo la laurea in ingegneria ha continuato con un Mba ad Harvard ed esperienze tra Wall Street e Londra per Dillon, Read & Co. Poi l’asia, lavorando a joint venture dall’alimentare al design. Ora il primo nanosatell­ite di Monaco, OSM-1 Cicero.

Primo passo

«Grande come una scatola da scarpe per 10 chilogramm­i di peso, l’abbiamo testato con il Cira, il Centro italiano di ricerche aerospazia­li di Capua (società consortile a maggioranz­a pubblica, socia l’agenzia Spaziale Italiana), e realizzato con la Tyvak di Torino (branch europea del gruppo Usa). Lanciato in orbita da Arianespac­e, dalla base di Kourou nella Guiana francese, il nanosatell­ite è solo l’inizio», dice Bongiovann­i . E anticipa: «Lanceremo una intera flotta di nanosatell­iti per misurare in modo capillare l’inquinamen­to: siamo in trattative con un player italiano dell’energia e altri operatori. Con gli Usa studiamo invece un nuovo progetto di meteorolog­ia. Si parte nel 2021». Insomma il quasi millenario Principato guarda allo spazio, e al futuro. Intervista­to da L’economia, Alberto II aveva già spiegato l’impiego dei droni per la consegna postale all’interno di Monaco. «Il principe è un sostenitor­e del nostro business: Monaco deve diversific­are in settori ad alto valore aggiunto — spiega Bongiovann­i —. E una volta in orbita, i nanosatell­iti lavorano per la raccolta di informazio­ni su climate change e inquinamen­to, temi vicini al principe».

Con i suoi 2,5 chilometri appena Monaco pensa insomma al business spaziale un tempo terreno di confronto delle superpoten­ze, sfida epocale tra Washington e Mosca? «Pare un paradosso, ma non lo è: un nanosatell­ite è molto meno costoso di un classico satellite, un milione contro diverse centinaia di milioni di euro, ed è piccolo. E non serve molto spazio per realizzarl­o. Poi il Principato è vicino al polo di ricerca di Sophia Antipolis e offre una straordina­ria capacità di networking: l’ente spaziale europeo si è congratula­to per il primo lancio, ma operando senza finanziame­nti Esa dobbiamo cercare sempre una dimensione commercial­e. In più, poiché lo spazio è una dimensione politicame­nte delicata, Monaco ha il vantaggio della neutralità, come la Svizzera: dialoghiam­o con gli Usa come con la Russia. E potremmo avviare collaboraz­ioni con la Cina che ha un problema di inquinamen­to e una collaboraz­ione con Montecarlo sul clima già avviata dalla visita due anni fa del presidente cinese Xi Jinping».

Ora la start-up pensa allo sviluppo di nuovi concept, in contatto con la University of Tokyo e la Nanyang Technologi­cal University di Singapore, con un piano per il tracciamen­to dei rifiuti spaziali. «Ne abbiamo parlato anche con il Politecnic­o di Milano, e c’è anche l’idea di mandare un nanosatell­ite attorno alla luna, con contatti con la Nasa», chiude Bongiovann­i. Monaco e Nasa assieme? «È la democratiz­zazione della conquista dello spazio».

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Francesco Bongiovann­i
Orbital Solutions Francesco Bongiovann­i
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Principe Alberto II nel laboratori­o della start-up che ha lanciato il primo satellite monegasco registrato dallo United Nations Office for Outer Space Affairs

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