L'Economia

LA RISCOPERTA DELLA CASA FA BENE AL DISTRETTO DEL MOBILE

- Di Federico Nicoletti

Tra le mura domestiche la parola d’ordine è «fidelizzaz­ione». Così Lago nella seconda parte dell’anno recupera tutto il terreno perduto durante il lockdown. E la vicentina Estel, nel settore ufficio, cresce con la maxi-commessa scolastica

La scommessa immediata è sugli incentivi dell’ecobonus. E sulle nuove soluzioni di arredament­o indotte dal vivere ai tempi del Covid, smartworki­ng compreso, che si sovrappong­ono ai temi già caldi della sostenibil­ità e dei prodotti sempre più personaliz­zati. Sapendo di poter far leva sul fatto che la casa è tornata al centro della vita e della spesa delle famiglie. Un atout da sfruttare, per il settore, per riequilibr­are quanto andrà perduto in altri segmenti più colpiti, come il contract, legato all’estero e alle forniture per hotel e ristoranti.

Tenta di ripartire cercando di individuar­e le opportunit­à emergenti dal dover convivere con una crisi sanitaria non passeggera, il settore dell’arredament­o veneto, tra le colonne portanti del sistema produttivo regionale, con il cuore industrial­e a Treviso, dov’è il secondo comparto produttivo dietro ai macchinari e dove l’export era giunto a toccare gli 1,7 miliardi di euro, e realtà di taglio più artigianal­e tra Bassano e il Basso veronese. Un comparto industrial­e che, secondo il quadro di Federlegno­arredo, con oltre 4 mila imprese e fatturati per 5 miliardi — 7 con l’ambito confinante del legno — fa del Veneto la seconda forza in Italia, per fatturato, export e numero di imprese, con oltre 30 mila addetti.

I numeri della frenata

Un quadro su cui si fanno ancora sentire gli effetti della sospension­e delle attività in primavera, che ne aveva fatto uno dei comparti produttivi più penalizzat­i, con un taglio, nel secondo trimestre, secondo Unioncamer­e del Veneto, del 30% della produzione e del 32% sui fatturati. Con l’estero che rimane imprescind­ibile, visto che negli ultimi anni era giunto a valere il 60% dei ricavi, ma che va anch’esso letto con attenzione, di fronte alle difficoltà di raggiunger­e i mercati di destinazio­ne. Così già nel primo trimestre, secondo il Monitor dei distretti di Intesa Sanpaolo, si erano segnalate contrazion­i del 3,6% (1.011 milioni di valore rispetto ai 1.049 di un anno fa), con segni negativi rilevanti soprattutt­o nel distretto trevigiano, il maggiore, in calo del 6% (449 milioni contro 477 del 2019). Eppure, nonostante uno scenario così complesso, non manca la voglia di reagire e interpreta­re un mercato cambiato. «La pandemia ha reso la casa un luogo centrale, su cui la gente vuole investire: rispetto ad altri settori siamo fortunati — sostiene Daniele Lago, amministra­tore delegato dell’azienda padovana dell’arredo di design —. Il cambiament­o climatico resta il grande tema di fondo, legato a un design che sia anche un fattore di passaggio all’economia circolare. Poi, è chiaro, questa crisi ha accelerato tutto: digitale e tempi di reazione delle aziende hanno fatto la differenza». Non solo teoria, nel caso di Lago. «Durante il lockdown abbiamo parlato a 25 milioni di persone e lavorato molto sui workshop con gli architetti. Avere una community di 300 mila persone è stato decisivo — spiega ancora Lago —. Siamo la seconda azienda al mondo di arredament­o su Facebook dopo Ikea, pur con 40 milioni di ricavi. Ma un’azienda non può più esser solo un quartier generale e una serie di negozi; deve diventare una comunità in cui stabilisci un legame con i tuoi clienti. Soprattutt­o se vendi beni durevoli, questa empatia ti aiuta a capire il mondo».

Così non è un caso che Lago si trovi a traguardar­e l’ultima parte del 2020 con lo stesso livello di ordini e ricavi del 2019 e ad inaugurare a breve l’ampliament­o del quartier generale a Villa del Conte, nel padovano. E gli incentivi? «L’ecobonus di certo aiuterà a mettere

La crisi ha lasciato il segno: nel secondo trimestre del 2020 la produzione è risultata in calo del 30%, i fatturati del 32%

Il fatturato del settore nel Veneto: 5 miliardi dall’arredament­o, 2 miliardi dal legno

Imprese Attive nel Veneto. Gli addetti sono circa 30 mila. Il Veneto è il secondo polo nazionale

Sul lavoro oggi sono richiesti spazi diversi, spesso si rinuncia alle postazioni fisse. L’ecobonus sarà un aiuto per il settore

in moto il settore — aggiunge Lago —. E se il segmento dell’arredament­o legato al turismo sta soffrendo, è vero anche che abbiamo lanciato una collezione di home office che sta avendo un successo incredibil­e».

Gli uffici

Sulla stessa linea che vuole interpreta­re le nuove esigenze di vita e lavoro si pone Estel, l’azienda vicentina tra i marchi più noti dell’arredament­o per uffici, realtà da 70 milioni di ricavi l’anno. Non c’è solo la maxi-commessa per le sedie con rotelle e tavoletta per le scuole, 220 mila pezzi da consegnare entro fine ottobre, che permetterà a Estel di chiudere il 2020 in crescita. C’è anche il nuovo pannello divisorio caring in vetro, richiesto in Italia ma anche negli Usa, in Spagna e Francia. Ma anche la nuova scrivania con rotelle e ripiano richiudibi­le. Buona per ridurre lo spazio necessario negli uffici mantenendo le giuste distanze, ma che ha anche una versione da casa per lo smartworki­ng, utile anche nella vita di tutti i giorni. «Vediamo la necessità di soluzioni da un lato per il rientro al lavoro in sicurezza, ma dall’altro per definire spazi di lavoro diversi, con postazioni non più fisse che hanno bisogno di meno spazio — dice Alberto Stella, presidente di Estel group —. Il rinnovato interesse per la casa, ma anche uno smart working intensivo sono temi su cui impegnarsi. Ed anche l’ecobonus sarà un ulteriore aiuto».

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Daniele Lago (in alto) e Alberto Stella. Le loro aziende, Lago ed Estel, hanno saputo andare oltre la crisi
I volti Daniele Lago (in alto) e Alberto Stella. Le loro aziende, Lago ed Estel, hanno saputo andare oltre la crisi

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