L'Economia

IL TERMINALE DI PORTO VIRO LA CONCRETEZZ­A DEL GAS

- Di Stefano Righi

In undici anni sono attraccate 789 navi. Messe una dietro l’altra formano una fila di 200 chilometri. Con loro sono arrivati 66 miliardi di metri cubi di Gnl. Una fornitura che oggi vale il 10 per cento della domanda interna

In undici anni di attività il terminale Adriatic Lng ha visto attraccare complessiv­amente 789 navi metaniere. Se poniamo che mediamente una nave metaniera può misurare 250 metri, davanti a Porto Viro, in provincia di Rovigo, in questi 11 anni si è formata una fila di navi lunga 197 chilometri, un tratto che copre la distanza tra Milano e Bologna.

Basta pensare a quella lunga fila di navi per capire l’importanza che il terminale di Porto Viro ha per l’economia italiana. Da lì, negli anni, sono arrivati 66 miliardi di metri cubi di gas, immessi nella rete nazionale dal nodo della rete di distribuzi­one nazionale vicino a Minerbio, in provincia di Bologna dopo essere passati per la stazione di misura di Cavarzere, nel Veneziano.

Anche se la crisi pandemica ha ridotto complessiv­amente i consumi, tanto più che si è manifestat­a al termine di un inverno particolar­mente mite, la strategici­tà dell’impianto al largo delle coste venete, il cui controllo è per circa il 71 per cento in mano a Exxonmobil Italiana Gas, per circa il 22 per cento a Qatar Terminal Company Limited

e per circa il 7 per cento in mano Snam, è fuori discussion­e. Tanto che, nonostante siano ancora lontani i risultati raggiunti nel 2019, l’anno dei record per Adriatic Lng, il rigassific­atore veneto si conferma ai massimi livelli nel panorama europeo in termini di utilizzo della propria capacità e, soprattutt­o, resta un’infrastrut­tura strategica per la sicurezza del sistema energetico italiano.

Secondo gli ultimi dati del ministero dello Sviluppo economico, in Italia nei primi 8 mesi dell’anno sono stati consumati circa 45 miliardi di metri cubi di gas, con un calo del 9,4 per cento rispetto al 2019. Ma nel medesimo periodo il terminale Adriatic Lng, che ha continuato ad operare durante l’intera fase del lockdown, ha contribuit­o a soddisfare circa il 10 per cento delle importazio­ni totale di gas.

Secondo le stime di Aie, l’agenzia Internazio­nale dell’energia, la domanda globale di gas diminuirà del 4 per cento nel 2020, per un totale di 150 miliardi di metri cubi, e il 75 per cento del calo si concentrer­à nei mercati più maturi del Nord America, Europa e Asia. Le prospettiv­e di mercato a lungo termine restano però positive a livello mondiale, grazie alla crescita della popolazion­e globale e al ruolo del gas naturale quale primaria fonte energetica tradiziona­le di transizion­e nel contesto della cosiddetta decarboniz­zazione. Ma il Covid-19 – che ha visto Adriatic Lng in prima fila nell’aiutare la Ulss 5 Polesana - ha imposto di rivedere le previsioni sulla domanda. Secondo le stime di Aie, nel periodo 2019-2025 si avrà un tasso di crescita medio annuo dell’1,5%, rispetto alla stima precedente dell’1,8%. A trainare il mercato saranno soprattutt­o Cina e India.

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L’approdo Il terminale Adriatic Lng si trova nel mare Adriatico, davanti a Porto Viro, provincia di Rovigo

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