LA CRISI MORDE ANCORA A RISCHIO 100 MILA PROFESSIONISTI
Potrebbero cessare l’attività causa Covid. Oliveti (Adepp): aiuti fiscali per favorire il welfare delle casse previdenziali private
Basta leggere con attenzione gli ultimi dati divulgati da Adepp (l’associazione delle casse di previdenza private) per rendersi conto che i professionisti non sono più una casta che vive nella torre d’avorio. A causa del Covid19, infatti, 100 mila professionisti cesseranno la propria attività. Il dato è stato illustrato a Roma durante la presentazione del primo rapporto sul welfare di Adeep. Per far fronte all’emergenza le casse previdenziali hanno attivato subito, sin dai primi di marzo, numerose misure di welfare, anticipando e gestendo i bonus previsti dal governo per l’emergenza (600-1000 euro mensili).
Gl interventi
Hanno offerto assistenza fiscale, la possibilità di proroghe, rateizzazioni e l’annullamento degli interessi e delle sanzioni e, in alcuni casi, anche deroghe al criterio e al requisito della regolarità contributiva per poter accedere ai sussidi. Ad oggi, le richieste di bonus statale avanzate dai professionisti sono state 495 mila. In pratica 2 professionisti su 5 hanno presentato la domanda. I geometri e i biologi (Enpab) sono coloro che hanno maggiormente richiesto ed usufruito del bonus, seguiti da ingegneri e architetti (Inarcassa), psicologi (Enpap) e avvocati (Consiglio nazionale forense). Sotto il 10% le richieste avanzate da farmacisti (Enpaf) e notai. In totale, il 38% dei professionisti ha fatto richiesta del bonus Covid ai rispettivi enti di categoria. Per il welfare, le casse hanno speso, in totale, 509 milioni di euro.
Il Fisco
«Si tratta di somme straordinarie che le casse private hanno anticipato per dare un aiuto immediato ai contribuenti — ricorda Alberto Oliveti, presidente di Adepp —. Tutti gli enti hanno anche rinviato la riscossione dei versamenti annuali: su questo però l’erario ha sollevato qualche obiezione per chi ha posticipato i pagamenti addirittura nel prossimo anno solare. A tal proposito abbiamo già chiesto al governo l’apertura di un tavolo in modo da poter coordinare il posticipo dei versamenti previdenziali senza provocare per lo Stato un mancato gettito fiscale».
Ma le azioni messe in campo per sostenere gli iscritti durante la pandemia sono state davvero molteplici: indennità per ricoveri e quarantena, rimborsi, contributi per la diagnostica, consulenza, consulto medico specialistico, nonché polizze sanitarie gratuite per indennizzi in caso di infezione da virus. Una quantità di interventi che somiglia più a welfare che a semplice attività previdenziale.
«Durante questi mesi di emergenza siamo diventati persino un ammortizzatore sociale per i nostri iscritti — precisa Oliveti — ma non bisogna dimenticare che noi non abbiamo nessuna forma di tassazione agevolata, in Europa nessuna cassa di previdenza privata subisce un regime fiscale così alto. Basti pensare che Enpam, la cassa dei medici di cui sono presidente negli ultimi 5 anni ha versato alle casse del Fisco 680 milioni. Le casse private hanno la possibilità di svolgere attività di welfare, ma non possono danneggiare la sostenibilità dei bilanci. La crisi è ancora lunga e per tenere in piedi il sistema serve una fiscalità di scopo che ci consenta di essere efficaci con i nostri iscritti».