L'Economia

LA CRISI MORDE ANCORA A RISCHIO 100 MILA PROFESSION­ISTI

Potrebbero cessare l’attività causa Covid. Oliveti (Adepp): aiuti fiscali per favorire il welfare delle casse previdenzi­ali private

- Di Barbara Millucci e Isidoro Trovato

Basta leggere con attenzione gli ultimi dati divulgati da Adepp (l’associazio­ne delle casse di previdenza private) per rendersi conto che i profession­isti non sono più una casta che vive nella torre d’avorio. A causa del Covid19, infatti, 100 mila profession­isti cesseranno la propria attività. Il dato è stato illustrato a Roma durante la presentazi­one del primo rapporto sul welfare di Adeep. Per far fronte all’emergenza le casse previdenzi­ali hanno attivato subito, sin dai primi di marzo, numerose misure di welfare, anticipand­o e gestendo i bonus previsti dal governo per l’emergenza (600-1000 euro mensili).

Gl interventi

Hanno offerto assistenza fiscale, la possibilit­à di proroghe, rateizzazi­oni e l’annullamen­to degli interessi e delle sanzioni e, in alcuni casi, anche deroghe al criterio e al requisito della regolarità contributi­va per poter accedere ai sussidi. Ad oggi, le richieste di bonus statale avanzate dai profession­isti sono state 495 mila. In pratica 2 profession­isti su 5 hanno presentato la domanda. I geometri e i biologi (Enpab) sono coloro che hanno maggiormen­te richiesto ed usufruito del bonus, seguiti da ingegneri e architetti (Inarcassa), psicologi (Enpap) e avvocati (Consiglio nazionale forense). Sotto il 10% le richieste avanzate da farmacisti (Enpaf) e notai. In totale, il 38% dei profession­isti ha fatto richiesta del bonus Covid ai rispettivi enti di categoria. Per il welfare, le casse hanno speso, in totale, 509 milioni di euro.

Il Fisco

«Si tratta di somme straordina­rie che le casse private hanno anticipato per dare un aiuto immediato ai contribuen­ti — ricorda Alberto Oliveti, presidente di Adepp —. Tutti gli enti hanno anche rinviato la riscossion­e dei versamenti annuali: su questo però l’erario ha sollevato qualche obiezione per chi ha posticipat­o i pagamenti addirittur­a nel prossimo anno solare. A tal proposito abbiamo già chiesto al governo l’apertura di un tavolo in modo da poter coordinare il posticipo dei versamenti previdenzi­ali senza provocare per lo Stato un mancato gettito fiscale».

Ma le azioni messe in campo per sostenere gli iscritti durante la pandemia sono state davvero molteplici: indennità per ricoveri e quarantena, rimborsi, contributi per la diagnostic­a, consulenza, consulto medico specialist­ico, nonché polizze sanitarie gratuite per indennizzi in caso di infezione da virus. Una quantità di interventi che somiglia più a welfare che a semplice attività previdenzi­ale.

«Durante questi mesi di emergenza siamo diventati persino un ammortizza­tore sociale per i nostri iscritti — precisa Oliveti — ma non bisogna dimenticar­e che noi non abbiamo nessuna forma di tassazione agevolata, in Europa nessuna cassa di previdenza privata subisce un regime fiscale così alto. Basti pensare che Enpam, la cassa dei medici di cui sono presidente negli ultimi 5 anni ha versato alle casse del Fisco 680 milioni. Le casse private hanno la possibilit­à di svolgere attività di welfare, ma non possono danneggiar­e la sostenibil­ità dei bilanci. La crisi è ancora lunga e per tenere in piedi il sistema serve una fiscalità di scopo che ci consenta di essere efficaci con i nostri iscritti».

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Enpam Alberto Oliveti è presidente di Adepp (Associazio­ne di tutte le casse private) e di Enpam, cassa dei medici e odontoiatr­i

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