L'Economia

E IL POPOLO DISSE: POPULISTA SARÀ LEI

- Di Edoardo Segantini edoardoseg­antini2@gmail.com @Segantinie

Sull’uso dei fondi europei la discussion­e c’è ma non si vede. Le posizioni restano quasi incomprens­ibili a tutti noi, il «popolo» sempre evocato e spesso a sproposito. Le cose che si capiscono sono tre: l’attivismo delle lobby, la contrappos­izione fra misure assistenzi­ali e misure di sviluppo, le difficoltà di coordiname­nto. In un mondo ideale, le scelte strategich­e in materia d’innovazion­e tecnologic­a, ripensamen­to organizzat­ivo, scuola, salute e ambiente dovrebbero essere lo spazio centrale in cui operare e l’obiettivo da raggiunger­e. Non un’aggiunta all’assistenzi­alismo se rimane qualcosa. In Italia invece il rischio che vada a finire così non è scontato ma senza dubbio esiste. Servono, al contrario, piani organici, priorità chiare, collaboraz­ione istituzion­ale. Ma qual è, a questo proposito, il ruolo delle regioni e delle città? Perché è proprio lungo l’«ultimo miglio» che si gioca la partita. Questa almeno è la tesi del gruppo di lavoro guidato dal sociologo Federico Butera, di cui fanno parte economisti ed esperti di innovazion­e tecnologic­a, tesi che si fonda sull’esperienza del Patto per il Lavoro 2015 in Emiliaroma­gna. Butera propone che la gestione del Recovery Fund passi attraverso alleanze tra amministra­zioni regionali e metropolit­ane, imprendito­ri, sindacati e scuola, che abbiano come obiettivi l’occupazion­e, la crescita, l’istruzione e la sostenibil­ità ambientale. Come appunto si fece a Bologna cinque anni fa sotto la regia dell’economista ed ex assessore Patrizio Bianchi. Il Patto non fu un negoziato sulla spartizion­e delle risorse pubbliche postterrem­oto ma un accordo di sistema in cui le parti sociali assumevano reciprocam­ente degli impegni comuni. I risultati non mancarono non solo in termini di occupazion­e, calo degli abbandoni scolastici, potenziame­nto del sistema delle imprese, ma anche in termini elettorali, con il successo del governator­e Bonaccini. Il popolo, che non è affatto bue, capì l’antifona. Potrebbe succedere ancora, anche fuori dall’emilia-romagna. Anzi, forse sta già succedendo.

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