Attenti, la mascherina vi annusa
All’università di Cambridge hanno inventato minuscoli sensori che potrebbero consentire a dispositivi elettronici di «annusare, sentire e toccare». Minuscole fibre elettroniche trasparenti, ciascuna 100 volte più sottile di un capello, stampate in 3D. Realizzate con polimeri d’argento, hanno un’anima in fibra conduttiva ad alta purezza avvolta da una guaina polimerica protettiva, simile alla struttura dei fili elettrici, ma su un diametro tanto piccolo da essere praticamente invisibili. Si aggiungono leggerezza, economicità e facilità di utilizzo. Il tutto potrebbe portare alla realizzazione di dispositivi, anche casalinghi, per il monitoraggio dell’ambiente e della salute. Come sensori respiratori portatili, indossabili e senza contatto che possono essere collegati a un cellulare per mostrare le informazioni registrate. Un prototipo è stato usato con successo per testare la respirazione normale e rapida, e la tosse simulata, dall’esterno di una mascherina.
Calore utile
Quelli inventati all’università di Cambridge consentono ai dispositivi elettronici di annusare e toccare. Su una mascherina testano la respirazione
Piccoli ma potenti. I generatori termoelettrici creati dall’università del Texas possono alimentare dispositivi riciclando il calore di scarto. Fatti incorporando il 3% di germanio in un generatore a base di silicio grande quanto un granello di sale, sarebbero una soluzione pratica, economica e producibile in serie per generare tensione e produrre energia da una piccola differenza di temperatura. Nei test, i fisici hanno alimentato un dispositivo IOT commerciale semplicemente avvicinando ai nuovi generatori, posti a temperatura ambiente, una barra di rame riscaldata a 45 gradi. Dimostrando in questo modo di poter funzionare con il calore che si sprigiona da elementi ambientali, come l’asfalto, o dal funzionamento di elettrodomestici.