L'Economia

«Cercate valore nei bond aziendali»

L’analisi di Pimco: i mercati asiatici, a partire dalla Cina, e alcune valute emergenti sono gli asset da tenere d’occhio

- Di Maria Teresa Cometto

Lo scenario per gli investitor­i nei prossimi cinque-dieci anni si presenta difficile, molto incerto e con rendimenti potenziali inferiori a quelli del decennio passato. L’area dell’ue appare aver intrapreso la giusta strada verso una maggiore stabilità. Ma per il momento per un risparmiat­ore europeo è ancora convenient­e puntare più su Wall Street che non sulle Borse di casa e più sui titoli del Tesoro americano che sui titoli di stato dei Paesi europei, con l’eccezione dei Btp italiani, ancora interessan­ti. È il parere degli strateghi della società di gestione Pimco, espressi nel loro studio annuale Secular outlook e spiegati a L’economia dal consulente economico globale Joachim Fels.

Il panorama

«La crisi Covid ha amplificat­o i rivolgimen­ti secolari già in atto — ha detto Fels —. Le tre tendenze principali sono l’ascesa della Cina a potenza economica globale; l’aumento dei favori verso il populismo; e la digitalizz­azione, che sta creando molti sconfitti fra chi non sa cambiare il proprio vecchio modello di business e pochi vincitori, che sono in particolar­e i grandi gruppi tecnologic­i». Il quarto importante fattore che influenzer­à i mercati è dato dai rischi dei cambiament­i climatici: «Anche la transizion­e dall’economia basata sui fossili combustibi­li all’economia verde creerà vincitori e perdenti». Fra questi ultimi Fels cita i produttori di petrolio e carbone, e una parte delle aziende del settore trasporti. Mentre fra i perdenti a causa della digitalizz­azione si contano i commercian­ti incapaci di competere con l’ecommerce, gli operatori del settore viaggi e dell’ospitalità messi in crisi dal crescente ricorso alle conferenze virtuali.

Nei prossimi 12-24 mesi è possibile vedere una buona crescita economica, dovuta alla ripresa post Covid. Ma poi il ritmo rallenterà. «Resterà infatti alta l’incertezza sulla salute e le aziende saranno più caute nel decidere investimen­ti — sostiene l’economista di Pimco —. La disoccupaz­ione resterà elevata a lungo e quindi le capacità profession­ali dei lavoratori diminuiran­no, facendo scendere anche la produttivi­tà. Inoltre resteranno in vita ancora le aziende ‘zombi’, aiutate dai sussidi fiscali e dal basso costo del denaro».

A proposito dei tassi di interesse, secondo Pimco resteranno bassi o scenderann­o ulteriorme­nte, perché le banche centrali saranno costrette a continuare una politica monetaria «rilassata» (quantitati­ve easing) dalle politiche governativ­e espansioni­ste, con il relativo ampliament­o di deficit e debiti.

Se negli ultimi anni gli investitor­i hanno potuto godere di buoni rendimenti azionari, con una bassa volatilità del Borse, il futuro non è altrettant­o promettent­e. «Innanzitut­to le valutazion­i attuali sono elevate e i rivolgimen­ti in corso aumenteran­no la volatilità — avverte Fels —. Inoltre non è vero che con tassi reali (al netto dell’inflazione) di interesse negativi le azioni sono sempre l’investimen­to migliore. Basti pensare al Giappone. E anche negli Usa non continuerà il fenomeno per cui i profitti aziendali crescono più del Prodotto interno lordo (Pil)».

I motivi secondo Pimco sono l’arretramen­to della globalizza­zione, lo spostament­o

Joachim Fels, consulente economico globale di Pimco: ecco le tendenze in atto

dell’attenzione dal valore degli azionisti al valore di tutte le componenti sociali interessat­e a un’azienda e, se vincono i Democratic­i alle elezioni presidenzi­ali Usa di novembre, il ritorno a una regolament­azione che non favorisce i profitti.

Le opportunit­à

Dove può trovare opportunit­à, allora, un investitor­e? «In obbligazio­ni aziendali, che però vanno selezionat­e con una gestione molto attiva, per evitare i rischi di bancarotte — risponde Fels —. In alcuni mercati emergenti, soprattutt­o in Asia, a partire dalla Cina, dove la ripresa dalla crisi Covid è più forte. E anche nei mercati dei cambi, dove alcune valute come quelle della Russia e del Brasile sono interessan­ti».

A proposito di mercati azionari, Wall Street resta la Borsa con maggior potenziale di profitti perché le grandi aziende tecnologic­he più redditizie e protagonis­te della rivoluzion­e digitale sono americane, ricorda Fels. Aggiungend­o di stare comunque attenti perché a parte i pochi titoli Big tech, il resto della Borsa Usa non è così attraente.

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