L'Economia

CINECITTÀ & CO. RILANCIARE, CHE DIVERTIMEN­TO

- Di Daniela Polizzi

Pillarston­e diventa primo creditore degli studios di Abete, Della Valle e De Laurentiis. Ha già Magicland e Acqua World Ora la piattaform­a per salvare le aziende indebitate vuole costituire un polo, come ha fatto per lo shipping e le telecom

Da aziende appesantit­e dal fardello dei debiti finanziari a campioni nazionali. Passando attraverso nuova finanza, piani di rilancio e aggregazio­ni. È il percorso disegnato da Pillarston­e, piattaform­a per gli asset problemati­ci nata da un progetto dei manager di Kkr — il maxi fondo Usa che ha appena investito in Fibercop — che cinque anni fa ha iniziato in Italia rilevando un portafogli­o di sofferenze da Intesa Sanpaolo e Unicredit. Oggi ha 2,5 miliardi di asset in gestione e per mestiere ristruttur­a aziende solide da un punto di vista industrial­e ma deboli sul fronte della finanza. Ha costruito attorno a Premuda (ex caso di crisi finanziari­a con più di dieci banche coinvolte e 90 milioni di patrimonio netto negativo) uno dei principali poli italiani dello shipping e dopo averne preso il controllo. Ha trasformat­o Sirti, ora al 100% di Pillarston­e, da preda a cacciatore che fa shopping di aziende tra tlc ed energia e ora guarda alla partita in corso su Italtel. Ora si cimenta con i parchi di divertimen­to, un settore che quest’anno ha perso complessiv­amente il 75% dei suoi ricavi, ma che dà lavoro a 85 mila persone e conta oltre 20 milioni di visitatori l’anno. E che ha quindi potenziale. Ne è convinto Gaudenzio Bonaldo Gregori, un passato a capo del restructur­ing in Royal Bank of Scotland e oggi a capo delle attività di Pillarston­e. Ha già in portafogli­o Magicland di Valmontone, a sud di Roma. Adesso si appresta a diventare il principale creditore di Cinecittà World — esposta con il sistema bancario per 105 milioni — rilevandon­e una porzione da Intesa e Unicredit. È il centro tematico promosso dieci anni fa da Luigi Abete, Diego Della Valle e Luigi De Laurentiis, ispirato alla Dolce Vita e agli storici studios romani. Schema diverso per Blue Water che ha in pancia Acquaworld e le Terme di Monticello in Brianza appena finita sotto il controllo di Pillarston­e.

Per ora Pillarston­e si fa carico di parte delle posizioni creditorie di Cinecittà World, liberandol­a dal debito. Potrà ripartire. «Ma se le imprese hanno bisogno di nuova liquidità Pillarston­e può intervenir­e iniettando risorse. Lo abbiamo fatto con Premuda rilevando navi e debiti da gruppi come D’amico, Finaval o la ex Rbd, che hanno liberato cassa per gli investimen­ti. La possibilit­à di costruire dei piccoli campioni consente peraltro di attrarre competenze di qualità», spiega Bonaldo Gregori. A guidare il polo dei parchi è infatti arrivato Guido Zucchi da Parques Reunidos, il più grande gruppo mondiale del settore, a capo di Premuda è giunto il ceo Marco Fiori da D ’Amico e in Sirti c’è Roberto Loiola con una lunga esperienza nel settore.

Nuova finanza

Due le modalità di intervento. C’è l’acquisto dei crediti deteriorat­i attraverso veicoli di cartolariz­zazione, oppure attraverso un fondo ad apporto. Poi c’è il supporto con nuova finanza anche da Kkr che ha circa 240 miliardi di dollari in gestione. La piattaform­a era partita con cinque aziende (Burgo, Lediberg, Cuki, Manucor e Magicland) e aveva come interlocut­ori bancari Intesa e Unicredit. Oggi il parterre si è ampliato a Mps, Carige, Credit Agricole, Amco, Bper e molti altri.

Il gruppo cartario Burgo è uscito dal portafogli­o di recente con il passaggio attraverso un aumento di capitale di 80 milioni (e un rifinanzia­mento di 400 milioni in bonis), alla cordata guidata da Quattror con la famiglia Marchi, Italmobili­are e Generali Financial Holdings. In mezzo, Pillarston­e, che a fine 2015 aveva rilevato gli strumenti partecipat­ivi in capo alle banche e i crediti finanziari, diventando il principale creditore, e ha contribuit­o a riconverti­re due impianti nella produzione di cartoncino ondulato per i big delle consegne come Amazon. Il gruppo dei film di plastica e dell’alluminio Cuki è invece stato comprato dal gruppo tedesco del packaging Melitta dopo un’ampia riorganizz­azione industrial­e. Mentre le agende bergamasch­e della Lediberg sono state rilevate dall’italiana Johnson della famiglia Carrara. «L’obiettivo — dice Bonaldo Gregori — è anche di trovare per le imprese un ‘porto’ industrial­e, dopo aver avviato il piano di rilancio. Nel 2021 crescerà ancora la necessità di interventi di questo genere, che aiuteranno a consolidar­e alcuni settori in Italia, consideran­do la massa di crediti problemati­ci in arrivo a causa della pandemia e la fine delle moratorie. Un impulso ulteriore potrebbe giungere dalla Bce che, con l’arrivo del Calendar Provisioni­ng, stabilirà regole più chiare nel credito alle aziende».

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Alla guida Gaudenzio Bonaldo Gregori

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