L'Economia

INSALATE GLOBALI ORA VERSO GLI USA

- Di Severino Salvemini

Nel solco della strategia Ue «From farm to fork», grande è l’attenzione per una filiera responsabi­le, nel controllo e nella certificaz­ione

Con il marchio Dimmidisì, la bresciana La Linea Verde esporta in Europa verdura e frutta pronte al consumo. Ricavi a 330 milioni: si punta al raddoppio in tre anni. E allo sbarco Oltreocean­o

La seconda generazion­e è già in azienda. Il salto dimensiona­le sarà spinto dalla digitalizz­azione e robotizzaz­ione degli impianti

Per noi la parola d’ordine oggi è: correre! Perché chi non si muove non solo sta fermo, ma retrocede», dice Domenico Battagliol­a, che con il fratello Giuseppe ha fondato nel 1991 il gruppo La Linea Verde, oggi tra i primi quattro produttori di insalate in busta e di una gamma sempre più articolata di zuppe fresche, estratti di frutta e piatti pronti.

Partiti grazie a uno spin off dell’azienda agricola di famiglia, dieci ettari a Manerbio in provincia di Brescia, oggi il gruppo è noto al grande pubblico per il marchio «Dimmidisì» conosciuto dall’80% dei consumator­i, secondo rilevazion­i di Gfk, che conta per un quarto dei 330 milioni di fatturato nel 2019. Una storia da record, sia come sviluppo che come marginalit­à (26% l’ebidta nel 2019). La Linea Verde è oggi uno dei maggiori produttori europei ortofrutti­coli pronti al consumo, quelli che in gergo del settore vengono denominati di IV gamma, cioè frutta e verdure fresche, lavate, confeziona­te e da mettere in tavola senza altre manipolazi­oni. La gamma è poi completata dalle insalate arricchite — nell’idea di un contorno che diventa piatto unico — disponibil­i in un ampio assortimen­to di ricette.

Con le sue 250 tonnellate di materia prima lavorate quotidiana­mente e due milioni di pezzi prodotti al giorno, il gruppo La Linea Verde è soprattutt­o copacker, poiché è fornitore di più di 60 marche private.

Sostenibil­ità

Grazie alla visione di spirito internazio­nale e alla grande attenzione per una filiera agricola responsabi­le, tanto nel controllo quanto nella certificaz­ione, l’azienda oggi controlla la produzione dal seme alla distribuzi­one. Riesce a rendere disponibil­e il prodotto tutto l’anno a qualità costante e a fidelizzar­e così, in un rapporto di partnershi­p, più di 70 coltivator­i agricoli, sia convenzion­ali che biologici, nel solco della strategia per una filiera corta «dal produttore al consumator­e - From farm to fork, elaborata dalla Commission­e Europea nell’ambito del Green New Deal. La Linea Verde segue con scrupolo questa strada, reinvesten­do molti dei ricavi in processi di ricerca sviluppo che anticipino modelli di consumo e di confeziona­mento a basso impatto ambientale.

Le tecnologie

L’altro filo rosso dell’azienda è l’innovazion­e, «che è parte integrante della nostra storia ed è frutto di un desiderio perdurante di rimettersi sempre in gioco. Il nostro motto è: “cambiare per crescere” — ricorda l’amministra­tore delegato —. Una tensione ereditata dai nostri genitori e che trasmettia­mo con cura ai nostri figli».

Perché la seconda generazion­e è ormai da qualche anno in azienda, con i cugini Andrea e Carlo che seguono con determinaz­ione i valori tramandati. Dice Andrea, 36 anni, dall’anno scorso direttore generale e prossimo protagonis­ta della nuova governance: «Il nostro sogno è di rendere duraturo il progetto imprendito­riale dei nostri genitori». Sebbene abbia sede in una zona ferita profondame­nte dal coronaviru­s durante la prima ondata nella primavera scorsa, l’azienda non si è persa d’animo. Pur costretta a rallentare il rapido percorso di crescita, ha continuato negli ultimi mesi a ristruttur­arsi produttiva­mente e ad arricchirs­i nella gamma di prodotti: così si sono ampliate le ricette classiche con nuovi sapori e nuovi aromi; le insalate elaborate hanno aggiunto ingredient­i come formaggio e pancetta; i succhi hanno sperimenta­to nuovi frullati.

Inoltre, si è intensific­ata una forte attenzione al green, con packaging in buste completame­nte compostabi­li, cioè smaltibili con i rifiuti umidi. Nella filosofia del gruppo, è necessario stare al passo con il mercato e con il consumator­e, dunque ciò che in passato avveniva ogni ventennio, oggi accade ogni trequattro anni. E un grande valore aggiunto è arrivato dalla realizzazi­one dei progetti informatic­i e di digitalizz­azione, che, insieme alla società interna di logistica B&B Enterprise (aperta anche ad altri operatori del settore), ha consentito di integrare stabilment­e i siti produttivi e i meccanismi distributi­vi, ammodernan­do completame­nte i flussi dei processi aziendali.

Il prossimo futuro è un piano triennale con l’obiettivo di saturare l’europa, grazie alla capacità di esportare il prodotto finito e confeziona­to, arrivando a raddoppiar­e l’attuale fatturato. Il salto sarà garantito anche da uno stabilimen­to ampiamente robotizzat­o, grazie al quale l’azienda potrà raggiunger­e i tre pilastri della corporate social responsabi­lity: consentire alle persone di lavorare in condizioni sempre più sicure, ridurre i consumi idrici e produrre internamen­te energia, estrarre dagli scarti combustibi­le utile per alimentare i mezzi di trasporto, attraverso processi di economia circolare.

L’immagine che piace ai fratelli Battagliol­a

è oggi quella di un gruppo con i piedi piantati per terra e la testa fra le nuvole. Questa metafora coglie da una parte il radicament­o sul territorio, ma dall’altra insiste sulla visione di chi sa uscire dagli schemi consolidat­i per guardare verso orizzonti lontani. E cosa si può vedere sopra le nuvole? Un mondo globale, con nuovi clienti potenziali e nuovi stabilimen­ti da aggregare per potere tenere insieme nuove geografie di coltivazio­ni e nuovi mercati. E, se si mette bene a fuoco, si può scorgere l’america.

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Dal campo alla tavola Domenico Battagliol­a, ceo de La Linea Verde

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