L'Economia

Più attenzione a chi crea valore

- Di Maria Silvia Sacchi

Nonostante i numerosi governi nella storia del nostro Paese appare chiaro che la moda, settore tra i più importanti dell’economia italiana e con forte apporto positivo alla bilancia commercial­e, non abbia mai interessat­o davvero chi ha il potere di decidere e, soprattutt­o, di dare un indirizzo strategico (le eccezioni si contano su un dito di una mano). Ora, è vero che una chiara visione di quello che l’italia vuole essere sotto il profilo della sua industria, non c’è in via generale, basti pensare alla sottovalut­azione della crisi del turismo e di cosa, e quanto, questa crisi trascini con sé. Ma se si guarda appena al di là delle Alpi si capisce che l’errore è grande. Il presidente francese Emmanuel Macron cura non solo i rapporti con i gruppi del lusso di Parigi Lvmh e Kering, ma anche quelli con gli imprendito­ri degli altri Paesi, e per prendere in carico il tema della sostenibil­ità ha voluto al G7 il ceo di Kering Pinault. Anche spostandos­i un po’ più in su, in una Gran Bretagna oggi non più parte della Ue, si muove direttamen­te la Regina

Elisabetta nonostante i numeri dell’industria della moda britannica siano ben distanti da quelli italiani (a netto favore dell’italia). Un po’ di colpa va data agli imprendito­ri italiani, che mai sono riusciti a vedersi come un tutt’uno ma sempre in competizio­ne l’un con l’altro, a differenza, ancora, dei francesi, che sono uno contro l’altro tra di loro, ma uniti quando si tratta di essere «francesi». Oggi, però, la pandemia ha portato a fare riflession­i più ampie. Per la prima volta un protagonis­ta indiscusso come Giorgio Armani, da sempre sostenitor­e di una totale autonomia per la propria maison, ha detto di comprender­e l’utilità di un grosso gruppo italiano in uno scenario che è sempre più vasto. E si assiste a un dialogo continuo e più aperto tra i tanti nomi che l’italia nonostante tutto continua ad avere. Il punto non è tanto quello di creare o meno un polo italiano, quanto che la politica sappia riconoscer­e l’importanza della sua industria che, è vero, è spesso frammentat­a e piccola e quindi ha tante voci che la rappresent­ano. Ma occorre fare lo sforzo di conoscerla per poi decidere dove investire le risorse. Il Recovery plan era una grande occasione per sapere un po’ di più del proprio Paese.

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