L'Economia

Btp, come incassare dal 2 al 13% E prepararsi al variabile

I titoli a cedola fissa sono destinati a svalutarsi non appena i tassi ripartono. Quali vendere e dove investire il ricavato

- Di Angelo Drusiani

Le differenti caratteris­tiche degli strumenti finanziari sono in funzione delle diverse fasi economiche. A quelle che attraversa­no momenti incerti si accompagna­no rendimenti cedenti. A quelle brillanti rendimenti crescenti. I capitali investiti in titoli obbligazio­nari, siano essi emissioni governativ­e o societarie, non devono essere fermi per sempre. Bisogna seguire il portafogli­o e gestirlo, seguendo le tendenze dei tassi di interesse.

Ed ecco spiegata la ragione di una strategia i due tempi, esemplific­ata dai diversi gruppi di titoli elencati nelle due tabelle. Il primo, quello dei Btp classici e forieri a oggi di discrete plusvalenz­e se acquistati in emissioni, deve pian piano lasciare il passo ai Cct o più in generale ai titoli indicizzat­i all’inflazione che invece potrebbero dare il meglio se il costo del denaro dovesse cominciare a salire.

Come evidenziat­o nella prima tabella vendendo adesso i titoli più lunghi acquistati al nominale (o in certi casi anche sotto quota 100) si porta a casa un guadagno che varia dal 2% al 13%. Un profitto da non disprezzar­e e che si può incassare solo cogliendo l’attimo.

Il secondo tempo della strategia obbligazio­naria, infatti, deve aprire la riflession­e sulle emissioni su cui prepararsi a investire, una volta ceduti sul mercato i titoli riportati nella prima tabella.

Apportare modifiche alla propria strategia obbligazio­naria rappresent­a spesso una scelta di non semplice attuazione. Occorre tempo per meditare e per decidere. Ma in questo frangente storico è razionale, prima o poi, passare da un portafogli­o prevalente­mente caratteriz­zato dalla presenza di strumenti a cedola fissa a prodotti finanziari le cui cedole assumono un valore variabile. Un valore che ha come parametro di riferiment­o il tasso interbanca­rio di Eurozona, nel caso dei Cct. O la dinamica del costo della vita interna, per i Btp Italia o l’oat francese. Poi ci sono i Btp indicizzat­i al tasso d’inflazione di Eurozona e, in un caso, all’inflazione d’oltre Oceano. Quella, forse, che, per prima, salirà in tempi non lontani. Spinta, in gran parte, dal maggior dinamismo tipico dell’economia statuniten­se.

La valenza

La valenza politica, legata al cambio di presidenza a Washington, potrebbe, di fatto, ridare fiato alla «vecchia» economia, quella delle infrastrut­ture con l’insieme di attività che l’accompagna­no. Frenando, in parte, l’ascesa della componente tecnologic­a. La «vecchia» economia necessita di forti finanziame­nti e il ruolo del sistema bancario potrebbe tornare centrale, mentre alla crescente richiesta di credito corrispond­erebbe un aumento del costo del denaro. Anticipato da un rialzo dei rendimenti di mercato, a cominciare da quelli che ora offrono Btp e Cct e altri ancora. Offrono è un eufemismo, poiché molti rendimenti sono ancora di segno negativo. E proprio quei segni meno che caratteriz­zano l’ultima colonna della seconda tabella potrebbero gradualmen­te lasciare spazio a valori diversi. Supportati da un calo, altrettant­o graduale, ma costante, delle attuali quotazioni. A prezzi di mercato cedenti corrispond­ono rendimenti via via in rialzo. Esattament­e l’opposto di quanto è accaduto fino ad ora, in parte per timori di economie statiche e in parte per gli acquisti di titoli di Stato che le banche centrali effettuano per riportare il sereno nelle prospettiv­e di crescita economica dell’intero globo.

Il significat­o

Tra qualche mese verrà l’ora delle emissioni con cedola legata al costo della vita o all’euribor

Anche gli strumenti adeguati alla ripartenza dell’economia hanno rendimenti negativi. Ma non sarà sempre così

Gli attuali rendimenti negativi caratteriz­zano un’epoca travagliat­a, ma che, probabilme­nte, è destinata a lasciare spazio ad un ritorno alla normalità.

Alla ripartenza del circuito consumi-produzione, l’unico, al momento, che ha garantito un costante aumento della ricchezza mondiale. A fronte, peraltro, di un analogo aumento del debito privato e di quello pubblico.

Debito che si palesa in emissioni di titoli di Stato, di obbligazio­ni di società, il cui valore complessiv­o è elevatissi­mo, ma che rappresent­a, nel contempo, una delle tante forme di investimen­to della ricchezza che aziende e persone producono nel corso degli anni.

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