Perché conviene salire in sella ai centauri
Nel 2020 i bond convertibili hanno battuto quelli tradizionali. E nel 2021...
Tassi negativi, volatilità crescente e mercati azionari in gran spolvero. A cui si aggiunge la vivacità delle operazioni di fusioni e acquisizioni. Un ambiente perfetto, come lo definisce Alessandro Businaro, convertible bond portfolio manager di Generali Investments Partners, che nel 2020 ha permesso alle obbligazioni convertibili di realizzare performance superiori alle azioni e ad altre asset class con rischio incorporato (come l’high yield del reddito fisso). Almeno in Europa, dove il rendimento del 6,06% dell’indice dei convertible bond, l’exane Eurozone, si confronta con il +0,25% dell’eurostoxx, il +2,65% dei corporate bond (Ice Bofa Euro Corporate Index) e il +2,76% delle obbligazioni high yield (Ice Bofa Euro HY Index).
E questo clima favorevole, assicura Businaro, continuerà anche nel 2021. «Se poi andiamo ad analizzare il comportamento delle obbligazioni convertibili nel lungo periodo, per esempio sugli ultimi 20 anni, ci rendiamo conto che non solo hanno realizzato performance simili all’equity, ma allo tesso tempo hanno registrato una volatilità, e quindi una rischiosità, molto più bassa, circa un terzo di quella delle azioni. Questo ci dice che il bond convertibile è un’asset class da utilizzare da un punto di vista sia tattico sia strategico, con una presenza costante, quindi, all’interno di un portafoglio multi-asset».
A supporto di questa nicchia di mercato, poi, c’è anche un effetto di diversificazione, con sempre più società, di settori differenti, che emettono obbligazioni convertibili, sopratutto tra le aziende a piccola e media capitalizzazione (small e mid cap). «E lo fanno per finanziarsi in maniera più efficiente rispetto al mercato del credito — fa notare l’esperto di Generali Investments —. Offrono una cedola più bassa rispetto ad atre obbligazioni, ma in cambio consentono ai sottoscrittori di partecipare alle potenzialità offerte dal mercato azionario». Una testimonianza in tal senso ci arriva proprio dai numeri: nel 2020 il mercato ha visto nuove emissioni per un valore di 24 miliardi di euro. Guardando al futuro non è facile fare stime sulla vivacità del mercato, puntualizza Businaro, «ma se guardiamo alla storia dell’ultimo decennio, è lecito attendersi nuove emissioni per un valore compreso tra i 18 e i 20 miliardi. E ci aspettiamo un altro anno di buone performance per i bond convertibili, che saranno favoriti anche dal numero crescente di fusioni e acquisizioni. E c’è una ragione. La maggior parte di queste obbligazioni incorpora la cosiddetta clausola Ratchet, che garantisce ai sottoscrittori dei bond un premio, o meglio un extra rendimento, in caso di eventi idiosincratici, come per esempio l’acquisizione della società che ha emesso il titolo. Una clausola, dunque, che da un lato protegge l’investitore e dall’altro permette di generare rendimenti decorrelati dall’andamento generale del mercato».
In termini di settori, invece, secondo Businaro bisognerebbe privilegiare quei comparti che dovrebbero beneficiare di un ritorno alla normalità, quindi soprattutto titoli ciclici e value.
«Da non sottovalutare il potenziale di settori piu’ difensivi come le utility, il real estate o ancora la grande distribuzione; comparti dove tra l’altro, nelle prime due settimane dell’anno abbiamo già visto diverse offerte di acquisto su emittenti di obbligazioni convertibili. Un elemento che dovrebbe garantire ai sottoscrittori un extra rendimento».
Ma se da un lato il bond convertibile rappresenta un’interessante opportunità d’investimento nel 2021, dall’altro lato è pur sempre un’asset class molto tecnica, ricorda Businaro, costruita per investitori qualificati e con tagli minimi di solito di 100mila euro: «inoltre, serve un rigoroso screening, soprattutto considerando i rischi sottostanti. Noi, per esempio, nella selezione guardiamo a due fattori principali: il merito di credito e il rischio liquidità, dello strumento in sé e dell’azione sottostante. Insomma, le convertibili sono obbligazioni che devono essere analizzate e seguite giorno per giorno. Dunque, consigliamo di investire in questa nicchia di mercato attraverso i fondi comuni», conclude Businaro.