Sei miliardi per coltivare le startup del biotech
Bioinitaly Investment Forum di Assobiotec e Intesa Sanpaolo
Si è appena conclusa l’edizione 2021 del percorso organizzato da Assobiotec, Intesa Sanpaolo Innovation Center e da Cluster Spring che permette alle startup innovative biotecnologiche e ai progetti di impresa di incontrare investitori finanziari e corporate di tutto il mondo. Tra le idee imprenditoriali selezionate: piante che diventano bioreattori per produrre biofarmaci sostenibili; cerotti bioassorbibili; tecnologie per l’incapsulazione sostenibile. E ancora, innovative terapie per malattie autoimmuni, servizi di biorisanamento e recupero di terreni contaminati, dispositivi wireless e biotecnologie.
La XIV edizione del Bioinitaly Investment Forum & Intesa Sanpaolo Startup Initiative — il progetto per finanziare le startup, appunto, che dal 2008 a oggi ha raccolto oltre 70 milioni di euro, dichiarano gli organizzatori — è iniziata a fine gennaio con un roadshow virtuale che ha toccato Milano, Venezia, Padova, Trieste e Napoli.
Tra un centinaio di progetti sono state selezionate più di 20 startup, e tra queste nove finaliste, che hanno avuto accesso all’investment forum: cinque nella bioeconomia circolare e quattro nelle scienze della vita. Diversi i casi interessanti. Altheia Science, per esempio, è attiva nella terapia genica in fase preclinica. Sviluppa approcci innovativi per leucemia mieloide e sclerosi multipla, che ancora non hanno una cura e influenzano gravemente la qualità della vita e la sopravvivenza. La terapia genica con Car-t e cellule staminali può ripristinare l’equilibrio immunitario ed eliminare la causa principale della malattia. «La forza di Altheia Science è data da tre elementi — dice Guido de Vecchi, direttore generale di Intesa Sanpaolo Innovation Center —: il team, che include due scienziati di alto livello; una forte esperienza nella traduzione di terapie avanzate sul mercato; e un finanziamento iniziale di 17 milioni di euro». Prometheus ha invece brevettato un cerotto per la cura delle ferite che combina il sangue del paziente con i biomateriali. Mentre nell’economia circolare Dnd Biotech ha sviluppato un drone terrestre e strumenti di meta-genomica per il biorisanamento e il recupero di terreni contaminati e degradati.
«La bioeconomia è da sempre uno dei temi fondamentali per Intesa Sanpaolo – dice de Vecchi —. Stiamo coltivando l’economia del domani in cui la sostenibilità sarà fondamentale. La banca ha messo a disposizione delle aziende un plafond di 6 miliardi per attivare processi circolari e il portafoglio di startup e imprese innovative di Bioinitaly è un asset fondamentale».
Circa un quarto delle oltre 12mila imprese innovative iscritte al Registro delle startup sono clienti del gruppo Intesa Sanpaolo. «Giochiamo un ruolo di motore e connettore dell’innovazione — dice de Vecchi —. Cerchiamo di dare alle startup meritevoli consulenza, contatto con i nostri clienti e un approccio alla finanza, attraverso i nostri fondi di venture capital e prodotti di finanziamento con la garanzia del Fondo centrale. Diamo risposte dedicate a realtà che altrimenti non avrebbero accesso al credito».
Non è un caso che Intesa Sanpaolo sia coinvolta nel sistema dell’innovazione italiana con Startup Initiative. Tra le imprese più interessanti per il gruppo, ci sono proprio quelle della bioeconomia circolare e delle Scienze della vita. «Con le diverse edizioni di Bioinitaly Investment Forum abbiamo portato ad accelerare finora 270 startup — dice de Vecchi —, 170 sono arrivate in finale e 25 sono casi di successo: hanno raccolto capitale da finanziatori o da fondi europei per oltre 70 milioni, in alternativa o sono state acquisite da altre imprese».
Tra queste c’è la biomedicale Wise, impegnata nello sviluppo di una nuova generazione di elettrodi impiantabili, che ha raccolto f circa 25 milioni. O Mogu, che produce pelle sintetica per l’arredamento dai funghi: ha di recente chiuso un aumento di capitale da 1,1 milioni di euro a cui ha partecipato Riso Gallo.