Generali e la forza dell’innovazione
Aziendali, come l’assicurazione per un giorno e per famiglie, come il traduttore di pianto del neonato... Bruno Scaroni racconta il giacimento dei progetti dei dipendenti Generali
Il bambino piange. Perché? Ha pochi mesi e non può spiegarlo, perciò interviene l’intelligenza artificiale. Con un modello acustico che traduce i cinque bisogni fondamentali: dalla fame al sonno. Il sistema Ai-based baby recognition è stato sviluppato dalla start-up Zoundream sulla base di un’idea nata all’interno del gruppo Generali, che l’ha selezionata e finanziata.
Fa parte del progetto Generali innovation fund, lanciato il 21 gennaio 2020 e che intende stimolare e accelerare l’innovazione all’interno della compagnia di assicurazioni, presente con oltre 70 mila dipendenti in 50 Paesi, alimentando idee locali e globali. «Nel piano industriale 2021, e in particolare nel contesto del nostro obiettivo di essere partner di vita dei nostri clienti, abbiamo pensato
Le idee producono innovazione e poi coinvolgono, uniscono In tempo di Covid è un meccanismo forte di ingaggio e coesione
di destinare parte delle risorse per l’innovazione digitale (un miliardo) al lancio di iniziative “bottom up”», spiega Bruno Scaroni, che dal febbraio di quest’anno, con la riorganizzazione al vertice del gruppo assicurativo, ha assunto l’incarico di group chief transformation officer, nuova unità che unisce le responsabilità di strategia con quelle di operations, trasformazione digitale e tecnologica. «Abbiamo cioè voluto dare la possibilità alle nostre persone di produrre idee e innovazione in modo diffuso. L’innovation fund è più che altro un gruppo di lavoro al quale tutti i dipendenti di Generali si possono rivolgere per proporre progetti che possono essere finanziati dal centro fino al 50%, mentre il restante 50% viene messo a disposizione dalla business unit. Obiettivo: coinvolgere tutti, produrre innovazione e anche farla “circolare”, nel senso di metterla a disposizione dei vari Paesi dove siamo presenti».
Cinque round
E così finora l’innovation fund ha completato cinque round, finanziando 82 iniziative che hanno “tagliato il traguardo” su 196 ricevute in più di 20 Paesi. Oltre il 70% delle idee finanziate sono nelle fasi preliminari o di pilota dell’innovation process, mentre circa il 20% stanno lanciando il loro prodotto o business model. I manager di progetto coinvolti sono oltre 100. Il team centrale di innovazione li ha accompagnati con più di 90 sessioni di supporto e ha formato 230 dipendenti sulle principali metodologie utilizzate. «Considerata l’adesione ai cinque round, ne prevediamo altrettanti per quest’anno», dice Scaroni, «ed è auspicabile che l’iniziativa venga confermata nel prossimo piano strategico. Oltre a produrre grandi benefici in termini di innovazione, l’idea coinvolge, unisce, è un meccanismo forte di ingaggio e coesione. Anche, e forse soprattutto, in un periodo di “distanze” come questo di pandemia: è un anno che ci vediamo di frequente in video, restiamo collegati, raccogliamo adesioni, ascoltiamo e proponiamo».
L’ultima di Telepass
I progetti, che hanno portato anche a varie partnership, spaziano molto per tipologia, obiettivi, campi di attività, come si è visto con il “traduttore” del pianto dei neonati. Una collaborazione nata da un’iniziativa “bottom up” e annunciata nei giorni scorsi è con Telepass: si tratta di una soluzione per rimborsare il pedaggio autostradale in caso di traffico dovuto a incidenti o lavori stradali. Verranno analizzati ed elaborati automaticamente ogni giorno 3 milioni di viaggi. E sempre in partnership, questa volta con Ticinum aerospace, è stata sviluppata GC&C Data augmentation che, grazie all’intelligenza artificiale, consente di mappare il portafoglio immobiliare con immagini anche su infrastrutture, viabilità, sistemi di alimentazione energetica e idrica per ottenere, insieme ai dati tradizionali, informazioni più complete sui rischi.
Da una collaborazione nella computer vision è invece nata un’applicazione che consente la registrazione remota dei parametri vitali con la fotocamera dello smartphone. Processando il segnale luminoso dell’immagine, l’intelligenza artificiale converte la luce riflessa sui vasi sanguigni per definire fra l’altro la saturazione dell’ossigeno, la frequenza respiratoria e cardiaca. La prospettiva è l’uso in strumenti di diagnosi e telemedicina. Di nuovo nel campo delle immagini si muove poi Smart gallery pro, che consente una sintesi esauriente dei sinistri attraverso l’image analytics, settore della IA, e quindi porta a un processo decisionale migliore e più veloce. Un’altra soluzione che ha le basi in Svizzera, nata dalla collaborazione fra la startup Imburse e il Leone, è Smart savings, che ha l’obiettivo di ridurre il gap pensionistico: l’idea è che ogni pagamento, per una pizza al ristorante o per la spesa al supermercato, generi un importo da trasferire sul conto pensionistico digitale.
Uno degli aspetti “core” dell’iniziativa è la sua applicazione internazionale. Così un’idea nata anch’essa in Svizzera è poi stata applicata anche (per il momento) in Germania e Spagna. È Lings, l’assicurazione giornaliera su richiesta per effetti personali come smartphone, tablet, computer portatili o bici elettriche. Può essere attivata cliccando sulla app senza costi fissi o franchigie. «Come si può vedere da questi esempi i presupposti dell’innovation fund sono due», sottolinea Scaroni: «Chiunque in Generali può fare domanda e l’unico requisito è che si tratti di una buona idea; diamo priorità ai progetti audaci e che sviluppano collaborazione fra le varie business unit. Per creare una cultura condivisa dell’innovazione».