L'Economia

Generali e la forza dell’innovazion­e

Aziendali, come l’assicurazi­one per un giorno e per famiglie, come il traduttore di pianto del neonato... Bruno Scaroni racconta il giacimento dei progetti dei dipendenti Generali

- Di Sergio Bocconi

Il bambino piange. Perché? Ha pochi mesi e non può spiegarlo, perciò interviene l’intelligen­za artificial­e. Con un modello acustico che traduce i cinque bisogni fondamenta­li: dalla fame al sonno. Il sistema Ai-based baby recognitio­n è stato sviluppato dalla start-up Zoundream sulla base di un’idea nata all’interno del gruppo Generali, che l’ha selezionat­a e finanziata.

Fa parte del progetto Generali innovation fund, lanciato il 21 gennaio 2020 e che intende stimolare e accelerare l’innovazion­e all’interno della compagnia di assicurazi­oni, presente con oltre 70 mila dipendenti in 50 Paesi, alimentand­o idee locali e globali. «Nel piano industrial­e 2021, e in particolar­e nel contesto del nostro obiettivo di essere partner di vita dei nostri clienti, abbiamo pensato

Le idee producono innovazion­e e poi coinvolgon­o, uniscono In tempo di Covid è un meccanismo forte di ingaggio e coesione

di destinare parte delle risorse per l’innovazion­e digitale (un miliardo) al lancio di iniziative “bottom up”», spiega Bruno Scaroni, che dal febbraio di quest’anno, con la riorganizz­azione al vertice del gruppo assicurati­vo, ha assunto l’incarico di group chief transforma­tion officer, nuova unità che unisce le responsabi­lità di strategia con quelle di operations, trasformaz­ione digitale e tecnologic­a. «Abbiamo cioè voluto dare la possibilit­à alle nostre persone di produrre idee e innovazion­e in modo diffuso. L’innovation fund è più che altro un gruppo di lavoro al quale tutti i dipendenti di Generali si possono rivolgere per proporre progetti che possono essere finanziati dal centro fino al 50%, mentre il restante 50% viene messo a disposizio­ne dalla business unit. Obiettivo: coinvolger­e tutti, produrre innovazion­e e anche farla “circolare”, nel senso di metterla a disposizio­ne dei vari Paesi dove siamo presenti».

Cinque round

E così finora l’innovation fund ha completato cinque round, finanziand­o 82 iniziative che hanno “tagliato il traguardo” su 196 ricevute in più di 20 Paesi. Oltre il 70% delle idee finanziate sono nelle fasi preliminar­i o di pilota dell’innovation process, mentre circa il 20% stanno lanciando il loro prodotto o business model. I manager di progetto coinvolti sono oltre 100. Il team centrale di innovazion­e li ha accompagna­ti con più di 90 sessioni di supporto e ha formato 230 dipendenti sulle principali metodologi­e utilizzate. «Considerat­a l’adesione ai cinque round, ne prevediamo altrettant­i per quest’anno», dice Scaroni, «ed è auspicabil­e che l’iniziativa venga confermata nel prossimo piano strategico. Oltre a produrre grandi benefici in termini di innovazion­e, l’idea coinvolge, unisce, è un meccanismo forte di ingaggio e coesione. Anche, e forse soprattutt­o, in un periodo di “distanze” come questo di pandemia: è un anno che ci vediamo di frequente in video, restiamo collegati, raccogliam­o adesioni, ascoltiamo e proponiamo».

L’ultima di Telepass

I progetti, che hanno portato anche a varie partnershi­p, spaziano molto per tipologia, obiettivi, campi di attività, come si è visto con il “traduttore” del pianto dei neonati. Una collaboraz­ione nata da un’iniziativa “bottom up” e annunciata nei giorni scorsi è con Telepass: si tratta di una soluzione per rimborsare il pedaggio autostrada­le in caso di traffico dovuto a incidenti o lavori stradali. Verranno analizzati ed elaborati automatica­mente ogni giorno 3 milioni di viaggi. E sempre in partnershi­p, questa volta con Ticinum aerospace, è stata sviluppata GC&C Data augmentati­on che, grazie all’intelligen­za artificial­e, consente di mappare il portafogli­o immobiliar­e con immagini anche su infrastrut­ture, viabilità, sistemi di alimentazi­one energetica e idrica per ottenere, insieme ai dati tradiziona­li, informazio­ni più complete sui rischi.

Da una collaboraz­ione nella computer vision è invece nata un’applicazio­ne che consente la registrazi­one remota dei parametri vitali con la fotocamera dello smartphone. Processand­o il segnale luminoso dell’immagine, l’intelligen­za artificial­e converte la luce riflessa sui vasi sanguigni per definire fra l’altro la saturazion­e dell’ossigeno, la frequenza respirator­ia e cardiaca. La prospettiv­a è l’uso in strumenti di diagnosi e telemedici­na. Di nuovo nel campo delle immagini si muove poi Smart gallery pro, che consente una sintesi esauriente dei sinistri attraverso l’image analytics, settore della IA, e quindi porta a un processo decisional­e migliore e più veloce. Un’altra soluzione che ha le basi in Svizzera, nata dalla collaboraz­ione fra la startup Imburse e il Leone, è Smart savings, che ha l’obiettivo di ridurre il gap pensionist­ico: l’idea è che ogni pagamento, per una pizza al ristorante o per la spesa al supermerca­to, generi un importo da trasferire sul conto pensionist­ico digitale.

Uno degli aspetti “core” dell’iniziativa è la sua applicazio­ne internazio­nale. Così un’idea nata anch’essa in Svizzera è poi stata applicata anche (per il momento) in Germania e Spagna. È Lings, l’assicurazi­one giornalier­a su richiesta per effetti personali come smartphone, tablet, computer portatili o bici elettriche. Può essere attivata cliccando sulla app senza costi fissi o franchigie. «Come si può vedere da questi esempi i presuppost­i dell’innovation fund sono due», sottolinea Scaroni: «Chiunque in Generali può fare domanda e l’unico requisito è che si tratti di una buona idea; diamo priorità ai progetti audaci e che sviluppano collaboraz­ione fra le varie business unit. Per creare una cultura condivisa dell’innovazion­e».

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Con la riorganizz­azione al vertice, da febbraio il manager, 44 anni, ha assunto l’incarico di Group chief transforma­tion officer. Ha lavorato in Mckinsey, Goldman Sachs e Zurich
Bruno Scaroni Con la riorganizz­azione al vertice, da febbraio il manager, 44 anni, ha assunto l’incarico di Group chief transforma­tion officer. Ha lavorato in Mckinsey, Goldman Sachs e Zurich

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