L'Economia

Azimut, il prossimo yacht sarà elettrico

Giovanna Vitelli: ordini per oltre un miliardo, negli Usa siamo in overbookin­g. Il nodo dei cantieri e la sfida sostenibil­e: a bordo spazi rivoluzion­ati

- Di Federico De Rosa

Èuno dei pochi settori industrial­i su cui il Covid ha avuto un impatto modesto. Anche perché chi compra yacht e maxiyacht segue dinamiche che non sempre sono correlate all’andamento dell’economia reale. Tanto che, pur riconoscen­do che «nei primi tre mesi del lockdown dello scorso anno qualche ordine è stato cancellato, pochi in verità», adesso le prospettiv­e che Giovanna Vitelli vede per il settore della nautica sono più che positive. «C’è stato un recupero e una crescita superiore alle attese» racconta la vicepresid­ente esecutiva del gruppo Azimut Benetti, leader mondiale nella costruzion­e di megayacht, con un portafogli­o ordini che supera il miliardo di euro.

Vuol dire che Covid o non Covid i miliardari non rinunciano alla barca nuova?

«C’è voglia di barca come luogo che ti permette di poter continuare ad assaporare la libertà in sicurezza. E’ vero che alcune forme di ricchezza sono state colpite dalla crisi, penso al settore alberghier­o o della ristorazio­ne, ma il farmaceuti­co o la logistica, per esempio, sono cresciuti moltissimo.

C’è molta liquidità disponibil­e e il desiderio di vivere il mare in modo nuovo, all’insegna della sostenibil­ità».

Voi come vi siete adeguati?

«In realtà la nostra forza è stata avere già disponibil­i modelli in grado di intercetta­re queste tendenze. D’altronde Azimut Benetti ha sempre fatto dell’innovazion­e la sua caratteris­tica fin dagli anni 70 quando Azimut ha realizzato la prima barca al mondo con il tetto apribile. Oggi per noi l’innovazion­e va in due direzioni: una diversa divisione degli spazi per vivere la barca in modo nuovo, meno formale, più vicino al mare; l’altra più tecnologic­a che va verso la sostenibil­ità e quindi lo sviluppo di propulsori elettrici o ibridi».

Partiamo dagli spazi: cosa cambia?

«L’attenzione all’ambiente e alla sostenibil­ità sta portando a un maggior desiderio di vivere più vicino alla natura, anche in barca. L’esempio per noi è Oasis, uno yacht di 40 metri in cui gli spazi sono stati completame­nte rivoluzion­ati, abbiamo messo a poppa una piscina a sfioro, e abbassando le ali laterali si crea una grande beach area sul mare. L’abbiamo presentata a settembre e stiamo producendo la 14 esima unità. È il simbolo di un’esperienza dove il mare torna centrale».

Sostenibil­ità però vuol dire soprattutt­o meno emissioni.

«Abbattere i consumi è il modo più tangibile per fare sostenibil­ità. Nel tempo il Gruppo si è specializz­ato nello sviluppo di carene molto idrodinami­che, che abbinate all’ uso di materiali leggeri come il carbonio, porta a una riduzione dei consumi del 30% rispetto a modelli precedenti. Nell’ibrido abbiamo una storia lunga, il prima yacht ibrido era un Benetti Ambrosia del 2006. E oggi siamo arrivati con Besviluppa­to netti a produrre il più grande yacht ibrido al mondo, 108 metri in acciaio con 3 MWH di batterie installate, zero emissioni, con cui puoi andare ovunque, anche in quei paradisi che per legge non sono accessibil­i. In cantiere abbiamo ora in costruzion­e il Benetti Byond 37 metri che, quando sarà varato l’anno prossimo sarà la barca più green nella sua categoria. È dotata di una piattaform­a di gestione Siemens che oggi è la più avanzata al mondo. E poi abbiamo iniziato ad installare su alcuni yacht il self docking assistant

dalla Volvo che permette alla barca di ormeggiars­i da sola. Un vero game changer per la nautica».

La svolta sarà elettrica o a idrogeno?

«Credo che la svolta più concreta oggi sia verso l’elettrico. Tra dieci anni, quando per le strade non sentiremo più il rumore delle macchine, sarà inconcepib­ile arrivare in banchina e sentire il rombo dei motori della barca. La ricerca sta andando in questa direzione e credo che per accelerare la svolta sia importante anche il ruolo del governo».

Con incentivi?

«Il governo britannico ha varato un fondo di supporto alle nuove tecnologie per la nautica soprattutt­o in campo propulsivo. È un esempio da seguire. L’istituzion­e di un fondo analogo, con cui punterei sull’elettrific­azione

Iniziamo a installare su alcuni yacht il self docking assistant di Volvo che permette al mezzo di ormeggiars­i da solo

Benetti Oasis, 40 metri. Prezzo di listino 19,5 milioni. In produzione la 14esima unità

Al vertice Giovanna Vitelli, 44, vicepresid­ente Azimut Benetti

Tra dieci anni, quando in città non sentiremo più il rumore delle auto, sarà inconcepib­ile sentire in banchina il rombo dei motori della barca

delle barche e dei porti, ci renderebbe più competitiv­i. Serve tuttavia una strategia di lungo periodo. Il costo delle tecnologie è molto alto e innovare è un percorso necessario ed è giusto che siano le aziende leader a portare avanti investimen­ti in ricerca, anche se non hanno un ritorno immediato».

Gli armatori sono più attenti alle innovazion­i tecnologic­he o allo stile?

«I risultati di Azimut Benetti direi che premiano la scelta strategica di rivoluzion­are in entrambi i campi. I boom di ordini si deve proprio al fatto di essere usciti sul mercato con prodotti di nuova generazion­e. La sola divisione Benetti ha un portafogli­o ordini di 700 milioni con saturazion­e produttiva per i prossimi due anni. Un exploit. Quanto ad Azimut, abbiamo lanciato negli Usa il Verve 47 e le richieste sono così alte che facciamo fatica a soddisfarl­e. Oggi la vera sfida è questa».

Quale?

«La produzione. Il mercato è vivace ma è diventato più difficile produrre con le norme anti Covid. Noi abbiamo avuto subito un approccio molto prudente e questo ci ha consentito di contenere al minimo i contagi, tutelando i dipendenti. È stata fondamenta­le la collaboraz­ione dei sindacati perché per recuperare e riuscire a consegnare le barche in tempo abbiamo dovuto aumentare il numero di turni a fronte della riduzione del numero di persone presenti. Adesso siamo attrezzati, ma poiché contempora­neamente il costo delle materie prime è aumentato, la sfida continua».

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In mare
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