TECNOLOGIA E OCCUPAZIONE, LE PREVISIONI SBAGLIATE
Non sappiamo se il futuro porterà «un’età dell’oro» al mondo del lavoro, come scrive l’economist. Il settimanale britannico critica il catastrofismo di chi prevede il trionfo degli automi sulle persone. I dati 2020 del resto smentiscono i profeti della tecno-dominanza. In America, Paese pilota, le importazioni di robot sono calate del 20%. Secondo Gartner, la crescita della spesa in automazione industriale è rallentata. Questo a dispetto delle stime secondo le quali, per effetto del Covid, avrebbe preso velocità in molti settori. Una ricerca Ubs su Germania, Italia, Francia e Spagna mostra che l’interesse delle aziende per la robotica non sta crescendo. Quanto al presunto effetto-killer dell’automazione sui posti di lavoro, molte previsioni si sono già rivelate sbagliate. Clamorosi sono i casi del Giappone e della Corea del Sud, tra i Paesi più robotizzati e con i più alti indici di occupazione. Emerge inoltre che gli innovatori assumono di più e che le tecnologie digitali innalzano la produttività, creano nuovo lavoro e riducono la disoccupazione. Accade anche in Italia, soprattutto nelle imprese migliori. I problemi del nostro Paese semmai sono la debolezza della formazione professionale e il non incontro fra domanda e offerta di lavoro. Dal Pnrr allo studio del governo ci si aspettano dunque misure efficaci per aggiornare le capacità degli attuali e dei futuri lavoratori. La tecnologia infatti non elimina i posti di lavoro però di certo cambia le competenze richieste. Dalla pandemia emerge poi un altro aspetto. La centralità della persona non è soltanto questione morale, ma anche commerciale. Sempre più aziende valorizzano, nel marketing, la componente produttiva umana. Le esperienze più innovative dimostrano che l’uso migliore della tecnologia digitale è quello di affiancare le persone e non di sostituirle. Un numero crescente di occupazioni richiede il massimo coinvolgimento umano, faccia a faccia fisico e virtuale, empatia, capacità propositiva. Il contrario del dominio novecentesco della macchina.