L'Economia

Se si acquista per affittare profitti al 5% (ma occhio ai rischi)

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Ipotesi 3: una casa da mettere a reddito. Sia i pro sia i contro dell’investimen­to in un immobile da affittare hanno solide ragioni. A favore gioca soprattutt­o la redditivit­à teorica, anche oltre il 5% netto, di fatto impossibil­e da ottenere con gli investimen­ti obbligazio­nari; contro c’è il rischio di morosità che la congiuntur­a economica sta facendo crescere.

Una recente indagine di Soloaffitt­i rileva che negli ultimi dieci anni nel 62% delle case locate si è registrato almeno un ritardo nei pagamenti e nel 49% dei casi almeno un canone non saldato. Il 10% dei proprietar­i ha avuto, nei dieci anni, almeno due inquilini che non hanno saldato l’intero canone pattuito, il 5% tre inquilini morosi e il 7% anche più di tre. Per ovviare al rischio, negli ultimi anni molti proprietar­i hanno virato sugli affitti brevi, ma la pandemia ha cambiato radicalmen­te lo scenario e oggi si sta tornando alle locazioni tradiziona­li.

Per i nostri calcoli abbiamo messo a confronto prezzi e canoni nelle quattro principali città e per ricavare il rendimento netto abbiamo ipotizzato un peso delle imposte (cedolare secca più Imu) pari al 35% del canone. Le performanc­e degli affitti in città sono di norma più alte dove il valore degli immobili è basso, il problema è che dove le case costano meno si registra anche la maggiore percentual­e di morosi. A Milano i rendimenti possono superare per i bilocali il 6% in via Forze Armate e a Vialba, dove una cinquantin­a di metri si possono comprare a 80 mila euro. In città solo in pochissime zone è possibile affittare due locali con meno di 500 euro al mese. Nella Capitale il rendimento massimo dei bilocali si pone al 5,5% alla Magliana Nuova, dove per i tre locali si scende al 4,7%. Performanc­e basse a Torino dove solo Val Salice supera il 4% mentre a Napoli sfiora il 5% Bagnoli. Il calcolo è stato fatto ipotizzand­o contratti a canone libero della durata di otto anni, ma, tranne che a Milano dove sono stati concordati canoni fuori mercato, chi intende affittare può anche considerar­e l’ipotesi di stipulare canoni determinat­i sulla base degli accordi locali, ottenendo uno sconto sia sulla cedolare secca (10% anziché 21%) sia sull’imu (-25%).

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