I grandi patrimoni puntano sulle pmi
I titolari di portafogli importanti ritengono sempre più interessante l’investimento nelle aziende manifatturiere
La ricchezza delle famiglie facoltose sarà un’importante risorsa per il futuro del Paese. La maggioranza dei titolari di grandi patrimoni, — che in gran parte sono imprenditori — pur convinti che la risalita economica sarà lunga e faticosa e che la reale ripresa si avrà solo a completamento della campagna vaccinale, restano fermamente interessati agli investimenti, in particolare, nell’economia reale. È però aumentata anche la propensione al risparmio.
Questo è il quadro delineato dall’ufficio studi di Aipb (Associazione italiana private banking) sulla base delle interviste realizzate dalla società di ricerca Ipsos.
Le famiglie molto benestanti in Italia sono circa il 4% dei nuclei familiari registrati dall’istat e possiedono il 30% del totale della ricchezza finanziaria investibile, pari a 1.150 miliardi di euro. Dal sondaggio risulta che la maggioranza degli intervistati (il 65%), oggi, è decisa a investire nell’economia reale, in particolare nell’industria manifatturiera, considerata la vera ricchezza del nostro Paese. «Rispetto al passato — commenta Antonella Massari, segretario dell’associazione — cresce il numero delle famiglie con molti mezzi che dichiarano di aver fiducia nelle aziende italiane, soprattutto nelle manifatturiere, ritenendo che alcune produzioni nazionali siano strategiche e debbano essere tutelate, per non oltrepassare il confine o cadere in mani sbagliate».
Altre idee
C’è anche una minoranza (31%) degli intervistati che non ritiene opportuno che i risparmi privati finanzino il debito pubblico utilizzato per assicurare sussidi e garanzie alle imprese. Se la pandemia ha mantenuto saldo l’interesse delle famiglie più ricche negli investimenti, ne ha però in parte modificato l’approccio, oltre ad averne rinforzato la storica cautela. «In questa fase, ad esempio — aggiunge Massari — i titolari di consistenti patrimoni valutano con maggiore attenzione quali potrebbero essere gli effetti sui loro investimenti nel medio-lungo periodo e sono ancora più propensi al risparmio precauzionale per poter affrontare le eventuali necessità improvvise».
Tanto che con la pandemia il risparmio prevale sui consumi. Ben l’86% degli intervistati risparmierà per tutelare se stessi e la famiglia nel futuro. In particolare la tutela della salute, del reddito, la protezione del tenore di vita e il futuro dei figli. Sul fronte degli investimenti, prima di decidere le scelte, si valutano con maggiore attenzione diversi aspetti e diventano chiavi determinanti la sostenibilità e la buona governance. «Per le pmi — precisa Massari — la sostenibilità non significa solo attenzione all’ambiente, ma anche buon governo societario, corrette pratiche nei confronti di dipendenti, fornitori e per l’acquisizione delle risorse necessarie alla stabilità dell’impresa nel tempo per essere competitiva in mercati che saranno sempre più globale. E non solo. Per un’azienda, sostenibilità significa anche adeguati investimenti in innovazione».
Stabilità
La pandemia, in compenso, non ha stravolto l’asset mix dei portafogli private, né provocato irrazionali smobilizzi. Lo stock di liquidità (138 miliardi di euro) è stato tenuto a livelli fisiologici, mediamente attorno al 16% del portafoglio. Stabile anche il peso dei titoli di stato,«segno che le nuove emissioni di titoli pubblici a lungo termine dell’italia non sono state considerate competitive in termini di rendimenti». E la Borsa? «Nei portafogli private, le perdite di valore più consistenti sono state registrate nel comparto azionario: titoli e fondi, per effetto delle turbolenze dei mercati borsistici nel primo trimestre 2020». Perdite poi ampiamente recuperate nel trimestre successivo. Stabile anche il peso delle gestioni patrimoniali attorno al 14%, mentre la pandemia ha accelerato la crescita delle polizze assicurative, in particolare le Multi Ramo e le Ramo 12.