CASA, TRE PROGETTI PER COMPRARE NEI QUARTIERI SMART E MENO CARI
Con il lavoro agile sta salendo la richiesta per le aree meno centrali. Città per città le aree con quotazioni buone e resistenti
Il lavoro agile sta portando a riscoprire le periferie e gli hinterland delle grandi città. È il dato inequivocabile che emerge dalle ultime analisi sull’andamento del mercato della casa. Sia le rilevazioni di prezzo basate sulle transazioni effettuate negli ultimi mesi, sia l’elaborazione dei dati sulle richieste dei proprietari negli annunci di vendita concordano infatti nel segnalare le difficoltà che stanno incontrando gli immobili centrali. Fa eccezione il nuovo, che nelle posizioni di pregio però ha una quota di mercato molto marginale.
Effetto «da remoto»
Dopo il severo lockdown della primavera 2020, tutte le ricerche spiegavano che gli italiani avrebbero voluto cercarsi una casa più grande. La realtà ha parzialmente smentito questa previsione, perché chi intende comperare un appartamento di maggiore superficie nelle grandi città lo fa o cercando una zona non troppo costosa o uscendo dai confini comunali: scelta, quest’ultima, praticamente obbligata se si vuole puntare su una soluzione abitativa indipendente. D’altro canto, se per lavorare basta una buona connessione in fibra, il valore aggiunto di un’ubicazione centrale rappresentato dalla comodità degli spostamenti cala molto. Il consuntivo 2020 delle transazioni non lascia dubbi: a fronte di un calo nazionale delle vendite del 7,7% (dato comunque molto positivo, visto il contesto), Roma ha perso il 10%, Milano il 17,7% e nel complesso i comuni non capoluogo hanno registrato dati parecchio migliori dei capoluogo.
Ora non è ancora possibile capire se la diminuzione dell’interesse per le grandi città sia un fenomeno temporaneo destinato a ridimensionarsi alla fine dell’emergenza sanitaria; tutto però lascia pensare che lo smart working comunque sarà molto più praticato di prima della pandemia. E, lavoro a parte, se si manterranno forme di didattica a distanza nelle università o se i convegni si continueranno a tenere sul web, verrà meno una parte della domanda di affitti transitori che aveva spinto negli ultimi anni gli acquisti per investimento in abitazioni.
Minori preoccupazioni ci sono invece sul ritorno del turismo tradizionale. Tecnocasa ha aggiornato prezzi e canoni delle case nelle principali città e dai dati traiamo le tabelle che presentiamo in queste pagine. Tra le metropoli, soltanto Milano ha fatto registrare un lieve incremento (+0,8%) dei prezzi negli ultimi sei mesi — anche se si tratta di un aumento tutto dovuto all’andamento delle periferie e che, come abbiamo visto, tiene alla larga i potenziali acquirenti — mentre Roma fa registrare -0,9%, Torino -1% e Napoli -0,6%. Sono variazioni comunque di entità insperata qualche mese fa, quando si temeva il crollo del mercato. Le incognite sul futuro non mancano, non solo perché a oggi le previsioni sulla fine dell’emergenza sanitaria rischiano di essere inattendibili, ma anche perché non è ancora possibile valutare appieno le conseguenze sull’occupazione che si avranno quando finirà il blocco dei licenziamenti e si ridurranno le risorse per gli incentivi.
Un dato di fatto è che, come sottolinea Fabiana Megliola, responsabile dell’ufficio studi di Tecnocasa, il desiderio di comperare casa, anche se magari con un budget più limitato, sta resistendo, nonostante tutto. E in questa fase, come ha messo in luce l’ultimo rapporto di Nomisma, non è venuto meno — anche qui contrariamente alle previsioni — il contributo delle banche, che stanno continuando a erogare mutui a tassi eccezionalmente favorevoli a chi può offrire ragionevoli garanzie reddituali.
Un aiuto involontario, le banche forse lo daranno anche in un altro modo. Gli istituti stanno cercando di disincentivare il parcheggio di forti somme di denaro sui conti correnti. È possibile che una parte dell’enorme liquidità oggi ferma nei depositi, 1.746 miliardi a febbraio stando agli ultimi dati Abi, finisca per riversarsi sul mattone.
Nel 2020 il calo medio delle vendite è stato del 7,7%. Le piccole località meglio delle metropoli E i valori hanno tenuto, soprattutto in periferia