L'Economia

Btp o bond, 4 idee da mille euro

Emissioni bancarie, la sicurezza tedesca e titoli del Tesoro italiano legati a tassi e all’inflazione In attesa che i rendimenti tornino su, ecco quali titoli hanno un biglietto di ingresso «popolare»

- Di Angelo Drusiani

Quali titoli si possono comprare oggi con mille euro? La tabella offre un’idea e quattro campi dove realizzarl­a. Puramente societario, il primo: due emissioni tedesche e due italiane. Naturalmen­te le obbligazio­ni di Berlino pagano un rendimento tutt’altro che brillante, ma, come per i titoli di Stato, la solvibilit­à del debitore è di livello alto. Le scadenze delle due proposte sono abbastanza ravvicinat­e, sia per evitare che prima del rimborso le quotazioni possano scendere in discreta misura, se, com’è probabile, i rendimenti di mercato saliranno. Sia per reinvestir­e, alla scadenza, il valore nominale in strumenti a maggiore redditivit­à. Le emissioni italiane a cedola variabile hanno una durata maggiore, perché, grazie al meccanismo dell’indicizzaz­ione del flusso cedolare, vedranno il livello degli interessi trimestral­i aumentare gradualmen­te.

Il secondo gruppo è quello dei Cct. Ora il loro rendimento a scadenza è marginalme­nte negativo, ma non tra molto tornerà quasi certamente di segno positivo, in sintonia con la lenta risalita dei rendimenti di mercato, spinti dal ritorno dell’inflazione. Di cui, proprio in questi giorni, si dibatte se rappresent­i un segnale positivo o negativo. Generalmen­te, se il costo della vita aumenta è perché l’economia migliora: è presto, in ogni caso, per un verdetto definitivo. Nel terzo settore trovano spazio i recenti Btp Futura. Sicurament­e lo strumento più interessan­te collocato dall’emittente pubblico italiano, e non solo. Alle attuali quotazioni il rendimento si presenta di livello medio alto, anche in virtù del futuro incremento delle cedole a servizio del prestito.

Infine, i titoli indicizzat­i al tasso d’inflazione interna e di Eurozona. In questo caso, come nel caso dei Cct, è opportuna una riflession­e per valutare il rendimento indicato. Il calcolo non tiene conto di un prospettic­o aumento del costo della vita, dei cui segnali si è anticipato poco sopra. Anche nel caso dei Cct vi è una situazione non dissimile.

Non va poi sottovalut­ata la scadenza abbastanza ravvicinat­a, scelta ad arte, per evitare di inserire in tabella emissioni con valori di scambio di gran lunga superiori a 100.

La ricetta

La composizio­ne di un ipotetico portafogli­o a rischio moderato potrebbe attingere da tutti e quattro i gruppi, privilegia­ndo le due obbligazio­ni di Banca Imi, il Cct con data di rimborso nel 2025, il Btp Futura quindicina­le, scadenza 2037, e il Btp con calcolo dell’inflazione di Eurozona, che, probabilme­nte, salirà in misura superiore a quella italiana. Perché oggi sono rari i titoli con taglio minimo mille euro? In passato erano i Bot people, gli uomini, le donne, le famiglie che migrarono i loro risparmi dai libretti bancari e postali verso i più remunerati­vi titoli di Stato. Le prime, corpose emissioni governativ­e italiane che affluirono sul mercato finanziari­o. Non certo agli albori, ma lontano dal livello di transazion­i che caratteriz­zano l’attività odierna. La quota minima per sottoscriv­ere un Bot era mille lire. Livello a cui in tanti avrebbero potuto accedere. Non mancavano, all’epoca, i capitali. Mancava la conoscenza della nuova forma di risparmio: molti si chiedevano cosa fossero i Bot, cosa rappresent­assero. Il successo fu clamoroso, anche in virtù dei rendimenti offerti. In taluni momenti sfiorato e superato il 20% di rendimento, ma il tasso d’inflazione non scherzava, perché era pressoché analogo.

L’alba del mercato finanziari­o italiano ebbe vita breve, perché, in realtà, esso crebbe rapidament­e. Non solo perché dopo vennero i Cct i Btp, i Ctz, oggi non più oggetto di collocamen­to in asta. Ma perché ad accompagna­rle si proposero aziende, banche, assicurazi­oni. Al Bot people, stupito di tanta offerta, si affiancaro­no emittenti governativ­i di altri Paesi e, in misura crescente, società che scelsero di farsi finanziare direttamen­te dagli investitor­i, anziché ricorrere ai prestiti bancari.

Cambiando secolo, crescendo ancora i capitali a disposizio­ne dei risparmiat­ori, il quadro dei mercati finanziari mutò rapidament­e. In particolar­e, per velocizzar­e il collocamen­to delle obbligazio­ni societarie, si decise di fissare una soglia minima di accesso all’acquisto di obbligazio­ni societarie, le più appetite in quelle fasi. Dapprima 50 mila euro, poi, via via a salire, fino al 250 mila euro odierni. Con un’aggiunta: titoli riservati a investitor­i profession­ali. Al risparmiat­ore che ama sì investire i propri capitali, ma per cifre non così elevate, si offrono alternativ­e diverse gestite in modo profession­ale. Come i fondi d’investimen­to, le gestioni patrimonia­li, gli Etf. Opportunit­à interessan­ti, che bisogna aver vogli di valutare e capire.

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Christine Lagarde guida la Banca centrale europea che decide sui tassi in Europa
Bce Christine Lagarde guida la Banca centrale europea che decide sui tassi in Europa

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