Btp o bond, 4 idee da mille euro
Emissioni bancarie, la sicurezza tedesca e titoli del Tesoro italiano legati a tassi e all’inflazione In attesa che i rendimenti tornino su, ecco quali titoli hanno un biglietto di ingresso «popolare»
Quali titoli si possono comprare oggi con mille euro? La tabella offre un’idea e quattro campi dove realizzarla. Puramente societario, il primo: due emissioni tedesche e due italiane. Naturalmente le obbligazioni di Berlino pagano un rendimento tutt’altro che brillante, ma, come per i titoli di Stato, la solvibilità del debitore è di livello alto. Le scadenze delle due proposte sono abbastanza ravvicinate, sia per evitare che prima del rimborso le quotazioni possano scendere in discreta misura, se, com’è probabile, i rendimenti di mercato saliranno. Sia per reinvestire, alla scadenza, il valore nominale in strumenti a maggiore redditività. Le emissioni italiane a cedola variabile hanno una durata maggiore, perché, grazie al meccanismo dell’indicizzazione del flusso cedolare, vedranno il livello degli interessi trimestrali aumentare gradualmente.
Il secondo gruppo è quello dei Cct. Ora il loro rendimento a scadenza è marginalmente negativo, ma non tra molto tornerà quasi certamente di segno positivo, in sintonia con la lenta risalita dei rendimenti di mercato, spinti dal ritorno dell’inflazione. Di cui, proprio in questi giorni, si dibatte se rappresenti un segnale positivo o negativo. Generalmente, se il costo della vita aumenta è perché l’economia migliora: è presto, in ogni caso, per un verdetto definitivo. Nel terzo settore trovano spazio i recenti Btp Futura. Sicuramente lo strumento più interessante collocato dall’emittente pubblico italiano, e non solo. Alle attuali quotazioni il rendimento si presenta di livello medio alto, anche in virtù del futuro incremento delle cedole a servizio del prestito.
Infine, i titoli indicizzati al tasso d’inflazione interna e di Eurozona. In questo caso, come nel caso dei Cct, è opportuna una riflessione per valutare il rendimento indicato. Il calcolo non tiene conto di un prospettico aumento del costo della vita, dei cui segnali si è anticipato poco sopra. Anche nel caso dei Cct vi è una situazione non dissimile.
Non va poi sottovalutata la scadenza abbastanza ravvicinata, scelta ad arte, per evitare di inserire in tabella emissioni con valori di scambio di gran lunga superiori a 100.
La ricetta
La composizione di un ipotetico portafoglio a rischio moderato potrebbe attingere da tutti e quattro i gruppi, privilegiando le due obbligazioni di Banca Imi, il Cct con data di rimborso nel 2025, il Btp Futura quindicinale, scadenza 2037, e il Btp con calcolo dell’inflazione di Eurozona, che, probabilmente, salirà in misura superiore a quella italiana. Perché oggi sono rari i titoli con taglio minimo mille euro? In passato erano i Bot people, gli uomini, le donne, le famiglie che migrarono i loro risparmi dai libretti bancari e postali verso i più remunerativi titoli di Stato. Le prime, corpose emissioni governative italiane che affluirono sul mercato finanziario. Non certo agli albori, ma lontano dal livello di transazioni che caratterizzano l’attività odierna. La quota minima per sottoscrivere un Bot era mille lire. Livello a cui in tanti avrebbero potuto accedere. Non mancavano, all’epoca, i capitali. Mancava la conoscenza della nuova forma di risparmio: molti si chiedevano cosa fossero i Bot, cosa rappresentassero. Il successo fu clamoroso, anche in virtù dei rendimenti offerti. In taluni momenti sfiorato e superato il 20% di rendimento, ma il tasso d’inflazione non scherzava, perché era pressoché analogo.
L’alba del mercato finanziario italiano ebbe vita breve, perché, in realtà, esso crebbe rapidamente. Non solo perché dopo vennero i Cct i Btp, i Ctz, oggi non più oggetto di collocamento in asta. Ma perché ad accompagnarle si proposero aziende, banche, assicurazioni. Al Bot people, stupito di tanta offerta, si affiancarono emittenti governativi di altri Paesi e, in misura crescente, società che scelsero di farsi finanziare direttamente dagli investitori, anziché ricorrere ai prestiti bancari.
Cambiando secolo, crescendo ancora i capitali a disposizione dei risparmiatori, il quadro dei mercati finanziari mutò rapidamente. In particolare, per velocizzare il collocamento delle obbligazioni societarie, si decise di fissare una soglia minima di accesso all’acquisto di obbligazioni societarie, le più appetite in quelle fasi. Dapprima 50 mila euro, poi, via via a salire, fino al 250 mila euro odierni. Con un’aggiunta: titoli riservati a investitori professionali. Al risparmiatore che ama sì investire i propri capitali, ma per cifre non così elevate, si offrono alternative diverse gestite in modo professionale. Come i fondi d’investimento, le gestioni patrimoniali, gli Etf. Opportunità interessanti, che bisogna aver vogli di valutare e capire.