DAI TAPPI AL BIOMEDICALE FARÒ IL POLO DELLA MECCATRONICA
Dice Marco Giovannini: «L’imprenditore perde il pelo, ma non il vizio». L’ex amministratore delegato e presidente di Guala Closures era uscito dalla società con l’opa conclusa da Investindustrial. «Ho speso un anno a studiare», spiega ora. Dodici mesi trascorsi tra conti, bilanci e visite che lo hanno portato a rimettersi sulla tolda di comando, con un progetto per valorizzare il futuro
I piani di Giovannini, ex ceo di Guala, che ha rilevato Inman-bettinelli e costituito la holding Groupack «Sarà un aggregatore del made in Italy manifatturiero da 250 milioni di ricavi» di Andrea Rinaldi
dell’industria italiana: Groupack.
Nei giorni scorsi Giovannini ha rilevato Inman Group, gruppo di automazione industriale cui fa capo Bettinelli F.lli spa: un gioiellino manifatturiero inserito nella catena delle filiere globali. Con 33 milioni di giro d’affari, l’azienda fondata negli anni ’50 a Bagnolo Cremasco è specializzata in macchinari per il packaging e l’assemblaggio robotizzato di componenti per le industrie farmaceutiche. In particolare per le valvole in silicone anti-reflusso dei colliri Bausch & Lomb, assemblate proprio con le loro linee, di precisione e qualità. Fin qui, nulla di eccentrico. Un’acquisizione da 38 milioni, «realizzata con soldi propri», dice l’imprenditore.
Giovannini ha creato una newco di cui detiene il 60% mentre Vincenzo Bettinelli e suo figlio Marco hanno reinvestito nel 40%. Il nome è «Mec-itronic», dove la «i» ricorda l’italia e si legge all’inglese, richiamando l’artificial intelligence.
Il piano
I fratelli Bettinelli avevano detto no a diversi fondi di private equity, l’offerta di Giovannini era di quelle che non si possono rifiutare. Non era solo una questione di denaro, ma anche di orizzonti. Inman è infatti il primo passo di Groupack, la holding con cui l’ex re dei tappi vuole creare un polo della meccatronica made in Italy, dedicato in particolare al settore biomedicale.
Giovannini aveva più di un sogno da ragazzo: diventare motociclista, poi fotografo, infine scrittore. Ha capito che voleva fare l’imprenditore quando ha cominciato a smontare i motori e le macchine fotografiche e a rilegare i libri.
Con Groupack l’approccio è «buy and build», acquista e costruisci. «Ha presente — dice — quante piccole e belle aziende ci sono tra Piemonte, Emilia e Lombardia, imprese che al massimo fatturano 50 milioni ma nella loro nicchia di prodotto sono geniali? Molte soffrono di due handicap che ne minacciano il futuro: primo, hanno proprietari anziani con relativi problemi di successione in famiglia. Secondo, sono reticenti nell’usare innovazione a basso costo come le startup, perché non sanno dove trovarla o sono gelose della propria nicchia di professionalità».
Con 23 di esperienza nella meccatronica, Giovannini sa di che cosa parla. In Guala Closures era anche capo della ricerca e sviluppo. Inoltre è consigliere di Fondazione Crt, che alle Officine grandi riparazioni di Torino ha creato un hub hi-tech modello Nord Europa, e di Lventure Group, l’acceleratore di startup digitali partecipato dalla Luiss.
Per Groupack ha un piano ambizioso: farne un aggregatore verticale di competenze manifatturiere nella meccatronica, per creare una filiera flessibile e resistente agli choc, come quelli degli ultimi due anni. Il traguardo è un
Ci sono tante piccole e belle aziende tra Piemonte, Emilia e Lombardia. Non usano l’innovazione perché non sanno dove trovarla
polo da almeno 250 milioni di ricavi. Il modello sono le bolognesi Ima e Coesia. «Groupack ha già in programma altre due-tre acquisizioni, anche all’estero. Tutte integrabili. Assieme, con la flessibilità e l’ingegno italiani, potrebbero diventare un rivale per il biomedicale svizzero».
La squadra
Per questo disegno Giovannini, che di Groupack è ceo, si è avvalso della competenza del figlio Filippo, ceo di Tanholdings. Ha inoltre cooptato nel cda della holding esperti come Giuseppe Donagemma, già ceo di Nokia-siemens Europa; Richard Belluzzo, ex chief operating officer di Microsoft; e Claudio Giuliano, ceo di Ivfunds e supply chain manager di Hewlettpackard. Completano la squadra il senior manager di Accenture, Marco Franceschetti; l’ex commissario di Alitalia, Stefano Paleari e Fabio Trabucchi di 3X Capital. «Se lasci una cultura padronale, i lavoratori ti seguono».