Btp Italia, torna lo scudo anti inflazione
In collocamento da oggi, scade nel giugno del 2030. Doppio premio fedeltà e cedola minima a 1,60%
All’ordine del giorno, negli ultimi mesi, domina la situazione politica e quella belligerante. Ma uno spazio sempre più importante sul fronte dei mercati finanziari lo sta occupando l’incremento del tasso d’inflazione. Ed ecco perché, anche nel nostro Paese, tocca nuovamente agli strumenti studiati per difendere dal «caro vita» finire sotto i riflettori, dopo un lungo periodo in cui la loro funzione è stata solo quella di «polizze» per prevenire un evento che sembrava impossibile. O comunque lontanissimo.
Il ritorno del Btp Italia, dopo un anno di assenza dalle proposte del debitore pubblico, avviene in una fase particolarmente complessa per i mercati finanziari. Sia per chi investe nel comparto azionario, sia per chi sceglie quello obbligazionario. Oggi prende avvio la sottoscrizione della decima emissione di Btp Italia con durata otto anni e rimborso fissato al 28 giugno 2030 ( IT0005496994 il codice Isin per i privati) . Si tratta dello strumento finanziario con cui il Dipartimento del Tesoro italiano offre l’opportunità ai risparmiatori, in un primo tempo, e agli investitori istituzionali, poi, di sottoscrivere un titolo di Stato non tradizionale. Obiettivo principale del Btp Italia è infatti la difesa del valore del patrimonio dalla possibile erosione che l’aumento del costo della vita potrebbe produrre nel corso degli anni. In pratica evitare che l’inflazione, ora galoppante, finisca per ridurre, in futuro, il potere d’acquisto dell’investimento effettuato.
Il meccanismo
Il meccanismo che è alla base del Btp Italia è innovativo, ancorché già collaudato da alcuni anni. Con cadenza semestrale, all’investitore verrà in ogni caso accreditata una cedola, di valore pari alla metà di quella indicata venerdì scorso, 17 giugno, pari a 1,60% e che troverà conferma definitiva il 23. Il Tesoro entro questa data potrebbe infatti decidere di alzarla, ma non di abbassarla. In aggiunta verrà pagato il recupero dell’inflazione maturata nei sei mesi a cui la cedola fac riferimento. Non in misura totale, perché dal conteggio viene esclusa quella creata dai costi del tabacco. Alle due cifre andrà applicata l’imposta sostitutiva del 12,50%. Se l’inflazione non cresce o addirittura va in negativo (come è successo in tempi molto recenti che oggi sembrano lontanissimi) la cedola minigo ma garantita verrà comunque erogata dal Tesoro.
E, questa volta, l’emittente governativo erogherà anche due premi fedeltà che verranno accreditati agli investitori privati che avranno sottoscritto il nuovo Btp Italia tra oggi e mercoledì, salvo che una domanda eccessiva di titoli induca l’emittente a chiudere anzitempo la sottoscrizione. Che può avere luotramite Banche, Poste e sistemi tradizioni, tra i quali la sottoscrizione tramite il computer personale.
A questi risparmiatori verrà accreditato un premio pari allo 0,4% del capitale sottoscritto, se al 28 giugno 2026 i Btp sottoscritti saranno ancora presenti in portafoglio. Se poi gli interessati conserveranno il titolo stesso fino alla data di rimborso, il già ricordato 28 giugno 2030, beneficeranno di un ulteriore premio, pari allo 0,6 per cento del capitale sottoscritto. Il valore complessivo del «premio fedeltà» sarà quindi dell’1%, al lordo dell’imposta del 12,50 per cento. Conviene considerare il Btp Italia? Trovare uno spazio nel portafoglio titoli per questi strumenti è quasi irrinunciabile.
Sia perché si potrebbe beneficiare di un rendimento a scadenza interessante, sia perché offrono come abbiamo spiegato un meccanismo adatto alle problematiche imposte da questi tempi.
Le strategie
Chi ne avesse già acquistati in passato sta da un lato soffrendo per il ribasso dei prezzi, destino comune di tutti i Btp, a seconda di quanto sia lontano il rimborso. Dall’altro ha incassato cedole molto interessanti per via della fiammata del costo della vita.
Nella tabella abbiamo fatto i conti in tasca all’emissione che scade a novembre 2022. Le ultime cedole, quelle «accese» dal costo della vita, sono state più ricche.
Fino a raggiungere il 5%. Come sempre il faro per decidere deve essere la diversificazione: non bisogna puntare mai tutto su un solo cavallo, anche se sembra il più adatto per affrontare la gara con l’inflazione.
Chi li ha già in portafoglio sta soffrendo per il calo dei prezzi, ma incassa interessi rinforzati ora che i prezzi corrono