L'Economia

Mps  Co: tre banchieri in cerca d’autore

- Di STEFANO RIGHI

Mentre le due uniche banche italiane di dimensione continenta­le hanno preso strade di sviluppo diverse e, per certi versi, contrappos­te, alle spalle di Intesa Sanpaolo e Unicredit la mappa del credito nazionale continua a evidenziar­e le consuete zone d’ombra. Quattro sono gli attori che si muovono in quest’area: il Banco Bpm di Giuseppe Castagna, la Bper con il suo azionista di riferiment­o che fa capo a Carlo Cimbri, il Crédit Agricole guidato in Italia da Giampiero Maioli e il Monte dei Paschi di Siena, il cui 64 per cento è in mano al governo italiano. Quattro protagonis­ti che definirann­o il futuro assetto del credito nazionale, che prevede anche la possibile nascita del terzo polo. La situazione è così da anni, cristalliz­zata, ma non sembra sbloccarsi. Anche perché il centro di tutto è, per dimensioni e strategici­tà, il Monte dei Paschi, in forza dell’impegno assunto dal governo davanti alla Banca centrale europea ad uscire dal capitale. Come e quando lo farà, sarà determinan­te per i futuri assetti. Ma all’interno della medesima compagine governativ­a, oggi, le opinioni sono divergenti. Non è una novità e neppure un’esclusiva italiana: in Germania un copione simile si sta recitando con Commerzban­k al posto di Mps. È dunque il governo di Giorgia Meloni e del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti a dover decidere, è l’attuale governo il king maker del futuro assetto del mercato del credito nazionale.

Vendere parte di quel 64 per cento sul mercato, in una o più tranche, come recentemen­te si è ventilato, implica due effetti immediati: da un lato si allenta la pressione da parte della Bce, accreditan­dosi ai suoi occhi e dimostrand­o la concreta volontà a scendere sotto il 50 per cento del capitale della banca senese; dall’altro si accetta di incassare meno da un asset che promette un utile annuale superiore al miliardo di euro. Sono scelte strategich­e, che avranno conseguenz­e durature. Ma solo a quel punto gli altri tre attori giocherann­o le loro carte.

Il Banco Bpm ha mani libere ma ridotte munizioni. L’agricole ha forza finanziari­a ma si è già impegnato ripetutame­nte e con generosità in Italia, pur avendo sede a Parigi. Resta la galassia Unipol-bper-popolare di Sondrio che già assomiglia a un piccolo polo della bancassura­nce . In più ha mani libere e forza finanziari­a. A questo punto manca solo un progetto, pubblico, che consenta di unire tutti i punti disegnati sulla mappa.

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