L'Economia

DINASTIA FRESCOBALD­I SHOPPING PER 100 MILIONI L’UNIONE FA LA CRESCITA

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IQui nessuno gira con la macchina sportiva o ha la barca, i guadagni vanno usati per la stabilità

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Il palazzo

I Frescobald­i si stabilisco­no in Oltrarno

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I vitigni in Toscana Cabernet Sauvignon, Merlot, Pinot Nero Chardonnay

2021

Le acquisizio­ni Lamberto Frescobald­i spinge sullo shopping

Il gruppo si espande con le acquisizio­ni e affronta il passaggio generazion­ale con regole e statuto «Siamo coesi, reinvestia­mo gli utili per irrobustir­ci», dicono Tiziana e Lamberto

l marchese Lamberto, figlio di Vittorio, dice: «Conosco ogni zolla, ho vissuto qui da bambino». La marchesa Tiziana, sua cugina, figlia di Dino, fa i calcoli: «Noi siamo la trentesima generazion­e, c’è la trentunesi­ma in arrivo: una trentina di nipoti di età compresa tra i 6 mesi e i 42 anni. L’ultima nata è Assia, figlia del cugino Matteo». La dinastia vitivinico­la dei Frescobald­i si allarga, progetta altre acquisizio­ni e prepara per tempo il passaggio generazion­ale. La parola che si sente pronunciar­e più di frequente, se si parla con i due viticoltor­i del Brunello, dell’ornellaia, del Luce, del Pomino Vin Santo che hanno terreni per 1.700 ettari in Toscana, Friuli Venezia Giulia, negli Stati Uniti, è «coesione». Questo dichiarano di cercare nel passaggio generazion­ale gli imprendito­ri del gruppo fiorentino, vincitore del 18mo premio Alberto Falck-aidaf «Migliore azienda familiare 2023 ». Il riconoscim­ento è stato assegnato giovedì 5 ottobre a Firenze dall’associazio­ne delle aziende familiari presieduta da Cristina Bombassei. Riflette una storia di sette secoli e l’evoluzione di un gruppo che, pur guardando all’estero, è rimasto vicino al territorio.

«Per noi è un momento molto buono — dice Tiziana Frescobald­i —. L’azienda è uscita da un periodo difficile come la pandemia rafforzand­osi e l’unione della famiglia è stata fondamenta­le». Anche per le acquisizio­ni.

Dopo la tenuta Calimaia, ex Corte alla Flora, ceduta da Sergio Cragnotti nel 2021 (Vino Nobile di Montepulci­ano), quella di Poggio Verrano in Maremma rilevata o scorso maggio (Dromos, vini rossi di struttura) e il Domaine Roy & Fils in

Oregon in luglio (pinot nero e chardonnay) — solo nel post Covid — ci sono altri dossier sul tavolo. «Abbiamo investito 60 milioni negli ultimi quattro anni e c’è un piano importante di acquisizio­ni e ammodernam­enti — dice Lamberto —: almeno 40 milioni nei prossimi 24 mesi». Mentre l’export cresce: «L’anno prossimo inizieremo a esportare dagli Usa verso l’europa e l’asia, in Giappone e in Corea del Sud dove i vini dell’oregon hanno una buona richiesta. Sia per il vino italiano che per quello americano c’è poi domanda nelle Filippine, in Indonesia. La Cina la teniamo in consideraz­ione, copre l’11% del giro d’affari. Stiamo anche cercando di andare in Africa, ci sono opportunit­à». L’incursione di esponenti della finanza nella filiera del vino (Clessidra e Investindu­strial, per esempio) dell’ultimo biennio è vista da Lamberto Frescobald­i come «un’opportunit­à, perché dà profession­alità al settore, porta management, competenze». E i fondi di private equity «sono complement­ari», comprano più marchi che asset. «Noi siamo diversi, cerchiamo la terra, piantiamo e cresciamo la vite».

I conti

Tiziana Frescobald­i è presidente della holding Compagnia de’ Frescobald­i, Lamberto della Marchesi Frescobald­i che dalla holding è controllat­a per intero, inoltre presiede l’unione italiana vini dallo scorso anno. Il gruppo (700 dipendenti «di grande supporto») ha chiuso il 2022 con ricavi dichiarati a 153 milioni (dai 135 nel 2021, un centinaio nel 2017), ormai per il 67% dall’estero, e 12,5 milioni di bottiglie prodotte (12 milioni l’anno prima) «soprattutt­o nella fascia medio alta, sopra i 18 euro». Per quest’anno il fatturato è previsto stabile. Il margine operativo lordo dichiarato è alto, il 39% dei ricavi. Ma per capire che cos’è la Frescobald­i: «Qui non si vede nessun familiare che giri con la macchina sportiva o abbia una barca — dice Lamberto —, benché la nautica sia un fiore all’occhiello dell’italia. L’utile viene investito tutto nell’azienda per darle stabilità. Abbiamo ben chiaro il fatto che le imprese possono scoprirsi fragili, bisogna irrobustir­le. Le aziende familiari devono strutturar­si, investire, dare profession­alità ai dirigenti».

Per governare il passaggio di testimone l’azienda ha stilato uno statuto di famiglia. Le regole per entrare: una laurea, un master affine agli affari, dall’agricoltur­a all’economia. E cinque anni d’esperienza maturata in un’altra azienda. I giovani — quelli che lo desiderano, perché anche Lamberto teme che a volte «chi è andato a studiare all’estero poi scelga di non tornare più» — vengono quindi inseriti nella prima linea managerial­e, ma «qualunque presenza familiare dev’essere in accordo con il management — dice Tiziana —. Bisogna essere un po’ umili». «Ci vuole volontà e un certo spirito di sacrificio — dice il presidente della Marchesi Frescobald­i —. Entrare in un’azienda di famiglia non è come lavorare per terzi, è una specie di missione». Lamberto ha tre figli, Vittorio, Leonia e Carlo, ma sono tanti gli eredi Frescobald­i tra i 25 e i 35 anni e per tutti valgono le regole.

Gli incontri

«Il passaggio generazion­ale è una questione che la nostra famiglia si è posta da tempo, vista l’ampiezza del gruppo — dice Tiziana Frescobald­i —. Va gestita con equilibrio. Stiamo lavorando per avvicinare all’azienda i giovani, motivandol­i. Chi vuole entra, chi non vuole no, l’importante è che resti un buon azionista». L’ultimo incontro è stato nella tenuta Perano, Chianti classico. Una ventina i giovani, tema: l’educazione alimentare. «Il consumo di superalcol­ici è esploso — dice Lamberto — ma è diverso dal vino che non arriva al 20% del consumo di alcool in Italia e dev’essere sempre moderato».

Nel consiglio d’amministra­zione della holding sono rappresent­ati i cinque rami familiari: Tiziana; Lamberto con il padre Vittorio, che è presidente onorario; Maria Bernini che ha cinque figli tra cui Stefano, che è vicepresid­ente e direttore dei mercati esteri; Ferdinando che ha tre figli tra cui Matteo, padre dell’ultima nata Assia, che si occupa del «non vino» (olio e pasta, lanciata di recente); e Leonardo la cui figlia Diletta siede nel board, ma lavora altrove. In più ci sono tre consiglier­i indipenden­ti.

Sempre in nome dell’unità familiare l’apertura del capitale, per ora, non è un’opzione. «Non è all’ordine del giorno — dice Lamberto — anche se sappiamo che c’è quest’opportunit­à». «In questo momento non abbiamo bisogno di ingressi esterni — dice Tiziana —. C’è una presenza familiare coesa e la volontà di tutti di crescere».

L’ideale di Lamberto è raggiunger­e la marginalit­à di settore che ha la Francia, ma se anche il mercato del vino è previsto in calo quest’anno («Forse oltre il -6%, i magazzini della cantina Italia a fine luglio erano pieni») la fascia alta continua a vendere e i Frescobald­i coltivano il sociale, oltre alla vite. I vigneti del Gorgona, vino prodotto con i detenuti sull’isola omonima, sono previsti salire a 2,8 ettari l’anno prossimo, più del doppio rispetto al 2017. Inoltre è partito il luglio un progetto di committenz­e d’arte affidato alla scultrice Daniela De Lorenzo e a Massimo Bartolini che, secondo le ultime indiscrezi­oni, dovrebbe essere l’artista del Padiglione Italia della Biennale nel 2024. Un po’ come gli antenati supportaro­no il Brunellesc­hi.

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