LA RETE DI RAVANELLI AEROPORTI, BANCHE E ORA TIM DOVE VUOLE ARRIVARE F2I
La sgr dedicata alle infrastrutture, con 19 soci e un solo dominus gestisce masse e partecipazioni per oltre 7 miliardi. Le nuove partite con Nexi Sianet e Cassa Depositi. I rapporti con i francesi, da Ardian a Vivendi
Le infrastrutture sono al centro di un profondo cambiamento, in cui verranno ridisegnati i principali assetti strategici e il rilancio economico dell’italia. Specialmente nei settori telefonico, energetico e dei trasporti. In quest’ottica, un ruolo di rilievo lo sta assumendo F2i, sgr infrastrutturale partecipata dalle principali istituzioni finanziarie del Paese, coinvolta in quasi tutte le partite più significative. Uno dei dossier più caldi è la cessione di Netco, lo spin-off di Tim che gestisce la rete fissa. Il consorzio guidato da Kkr e composto da Mef e F2i (che entreranno entrambe con una quota di circa il 10%) dovrebbe acquisire per 21 miliardi la società.
F2i condurrà l’operazione con un fondo costituito ad hoc, grazie anche all’esperienza maturata nelle tlc (Metroweb e Fastweb). L’iter per l’autorizzazione di Banca d’italia è già iniziato e la raccolta delle risorse dovrebbe superare un miliardo. Molti investitori italiani ed esteri si sono infatti dimostrati interessati. F2i è il maggiore gestore indipendente italiano di risorse infrastrutturali, con asset per oltre sette miliardi. Gli investitori che fanno parte del network costituiscono la principale piattaforma del Paese, diversificata in sei settori: trasporti e logistica, energie per la transizione, distribuzione, tlc, infrastrutture sociosanitarie ed economia circolare.
Portafogli ricco: ora Rni?
La società è controllata da 19 azionisti che includono le principali fondazioni di origine bancaria, istituti di credito, istituzioni pubbliche, casse di previdenza, fondi sovrani e asset manager. Attualmente gestisce cinque fondi, quattro di equity a cui si aggiungerà quello per Netco, e uno di debito. L’interesse per tlc non è una novità. Risale al 2011 con l’investimento in Metroweb e il successivo impegno per lo sviluppo della sua infrastruttura in fibra ottica.
Dopo la cessione della società nel 2016, F2i ha rinnovato l’impegno nelle tlc dando vita ad Irideos, operatore nazionale ceduto nel 2022, specializzato nei servizi a banda larga, dotato di una rete nazionale in fibra ottica di oltre 30 mila chilometri. Dal 2018 è azionista di controllo di Ei Towers, primo operatore indipendente in Italia nella gestione delle infrastrutture per radio e tv con quasi 2.500 torri broadcasting.
Secondo alcune indiscrezioni, il ceo Renato Ravanelli sarebbe in trattativa per acquisire da Nexi Sianet, il business di service provider della Rete nazionale interbancaria (Rni).
Nel campo dei trasporti e logistica è presente sia direttamente che con 2i Aeroporti, la più grande piattaforma di aeroporti italiana controllata dalla stessa F2i e Ardian. Controlla il 45% di Sea, la società titolare della concessione quarantennale degli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa. Va segnalata anche Gesac (83%), che gestisce la concessione dell’aeroporto di Napoli Capodichino e Sagat, l’azienda che amministra l’aeroporto Torino. Infine, sempre nel settore dei trasporti c’è Geasar (79,8%), azienda che gestisce la concessione di Olbia Costa Smeralda. Nel campo dell’energia la partecipazione più rilevante (72,4%) è Sorgenia con una potenza installata pari a 3.548 MW. Dal 2009 la sgr è entrata nella distribuzione del gas, contribuendo, attraverso un articolato processo di crescita alla creazione del secondo operatore nazionale, 2i Rete Gas.
Il fondo partecipa poi al servizio idrico con gli acquedotti, fognature e depuratori di Iren Acqua che serve circa 760 mila abitanti. Ha inoltre investito in Kos, primaria realtà sanitaria che opera nelle residenze per anziani e della riabilitazione, con 140 strutture. L’impegno si è ampliato con la creazione del gruppo Farmacie italiane.
Infine, nel campo dell’economia circolare va segnalato Relife (70%), il maggiore operatore privato attivo nel riutilizzo e nella valorizzazione degli imballaggi di carta e plastica.
La partita
«Le infrastrutture hanno un ruolo centrale nella vita dei cittadini e delle imprese. L’efficienza con cui vengono gestite determina i differenziali di competitività del sistema Paese e impatta sulla qualità della vita dei cittadini», ha spiegato in passato Ravanelli. Parere condiviso dall’attuale ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. «La capacità di coinvolgere le energie di investitori interessati ad asset class di lunga durata in campo infrastrutturale è uno degli obiettivi che intendiamo realizzare nella legislatura», ha detto recentemente il ministro. E a titolo di esempio, ha fatto riferimento al Fondo infrastrutturale istituito da Ania e gestito da F2i, «in cui il capitale è conferito dalle imprese di assicurazione».
Tornando al consorzio, guidato da Kkr che acquisirà Netco, il governo dovrebbe stanziare una cifra attorno ai 2,2 miliardi visto che acquisirà anche il controllo di Sparkle, la controllata del gruppo Tim che è proprietaria dei cavi sottomarini asset fondamentali per i servizi segreti. Ovviamente il fondo americano sta discutendo una governance “pesante” con il Mef e F2i per stabilire le principali procedure gestionali. Non va dimenticato che Kkr possiede il 37,5% di Fibercop. Un’iniziativa di Tim (58%) e Fastweb (11,5%) che ha l’obiettivo di accelerare lo sviluppo delle infrastrutture di fibra in Italia e la migrazione dalle reti in rame alle reti di nuova generazione. L’acquisizione della rete presenta, comunque, altri ostacoli. Il fondo americano ha chiesto ufficialmente al board della società di concedere altro tempo per presentare l’offerta vincolante per la rete. La richiesta, spiega una nota di Tim, comporta «una proroga al 15 ottobre del periodo di esclusiva per concludere le attività propedeutiche e presentare l’offerta vincolante». La società telefonica ha detto sì allo slittamento dei termini. Il rinvio è stato chiesto per consentire al consorzio di portare a termine la due diligence. In particolare, il Mef sta aspettando il parere della Corte dei conti e dell’agcm e sta lavorando alla stima del valore di Sparkle. La domanda di altro tempo ha sollevato la reazione di Vivendi, azionista di maggioranza (23,7%) di Tim che ha chiesto al governo un incontro, anche perché la valutazione francese resta di 31 miliardi. La richiesta del colosso transalpino nasce dal fatto che nel corso dell’ultimo board di Tim sarebbero emersi alcuni pareri che sostengono non necessaria la convocazione di un’assemblea straordinaria per lo scorporo della rete. Secondo questi atti legali sarebbe sufficiente una semplice decisione del consiglio d’amministrazione. La questione preoccupa Vivendi che ritiene l’offerta del consorzio ancora bassa e per questo motivo la scorsa settimana ha incontrato Giorgetti.
Nei trasporti, il gruppo detiene il 45% di Sea, l’85% di Gesac e il 79,8% di Geasar
Capitali per Of
Su tutta la questione grava poi il caso Open Fiber. Nei giorni scorsi Giuseppe Gola ha preso il posto del dimissionario Mario Rossetti. La nomina è arrivata dal cda di Cdp (oltre al 9,8% di Tim) che detiene il 60% delle quote del gruppo mentre il restante 40% è nelle mani del fondo australiano Macquarie. Rossetti ha fatto un passo indietro proprio per lasciare spazio a un manager con maggiore esperienza nel settore delle tlc in grado di traghettare la società verso la possibile fusione con Netco, una volta scorporata da Tim. E nessuno può farlo meglio di Gola, che è già stato ceo e ha alle spalle una lunga permanenza in Wind. Se arrivasse il via libera dell’antitrust europeo, Open Fiber potrebbe successivamente far parte dell’operazione. Come si sa però la situazione finanziaria della società non è delle migliori e necessita, secondo alcuni osservatori, di un aumento di capitale. Un’operazione alquanto complicata visti i valori di carico di Open Fiber sia in Cdp equity holding che nel fondo australiano. Come recita il motto di un saggio legislatore romano: «Raccogliere risorse per creare strade, acquedotti, fognature è fondamentale perché solo così un popolo potrà avere ancora la voglia e la forza crescere».
Renato Ravanelli Amministratore delegato di F2i