Hoekstra e Sefcovic, le facce nuove del Green Deal bipartisan
Un Green Deal bipartisan. La «creatura» del vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, il socialista olandese che con le sue battaglie ha polarizzato gli spiriti sulla transizione verde, raccogliendo scetticismo nei confronti della sua impostazione non solo tra popolari e liberali ma anche tra i socialisti (magari in modo meno vocale), ora ha due nuovi volti che incarnano la spartizione delle sue competenze tra S&D e Ppe. Il Parlamento europeo giovedì scorso ha approvato la nomina dell’ex falco olandese Wopke Hoekstra (vicino al Ppe anche se appartiene al partito dei liberali), a commissario per l’azione per il clima e le nuove deleghe come responsabile per il Green Deal allo slovacco socialista Maros Sefcovic, già vicepresidente della Commissione Ue. Il 22 agosto scorso Frans Timmermans ha lasciato l’esecutivo comunitario per correre nelle elezioni olandesi che si terranno il 22 novembre alla guida della coalizione di centrosinistra. Ora saranno Hoekstra e Sefcovic a traghettare la Ue «nella prossima fase del Green Deal europeo», annunciata dalla presidente Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’unione. Quello che tutti ormai chiamano un «rallentamento» della transizione verde e che von der Leyen ha spiegato come la necessità di concentrarsi sull’attuazione della legislazione adottata, per «una transizione equa per gli agricoltori, le famiglie e l’industria». La partita politica per popolari e socialisti è rilevante tenuto conto che la transizione verde sarà al centro della campagna elettorale per le prossime elezioni europee. Il Ppe non perde occasione per ricordare che è il partito che difende gli agricoltori europei e che abbraccia le istanze dell’industria. I socialisti insistono sulla dimensione sociale del Green Deal. Hoekstra e Sefcovic non hanno passato subito l’esame della commissione Ambiente del Parlamento Ue. Secondo diversi osservatori è andato in scena solo un «teatrino», perché ad entrambi è stato chiesto di rispondere a ulteriori domande scritte non avendo convinto gli eurodeputati nelle loro audizioni. Però se Hoekstra era alla sua prima volta in Commissione, non si può dire lo stesso di Sefcovic che in questa legislatura è già vicepresidente e nella precedente era anche commissario all’unione energetica (difficile che potesse essere davvero respinto). Ma un altro elemento mette in luce un’intesa già prima dell’inizio dei giochi: il capo di gabinetto del liberale Hoekstra rimane lo stesso di Timmermans ed è Diederik Samsom, che è stato leader del Partito del lavoro olandese.