Cambiamento climatico, alleanza pubblico-privato
«Il fondatore di Axa, Claude Bébéar, diceva che uno dei ruoli nobili dell’assicurazione è di accompagnare e supportare il cambiamento della società», afferma Giacomo Gigantiello, ceo di Axa Italia. Ecco perché l’azienda, per il secondo anno consecutivo, ha deciso di sostenere come founding partner la Conferenza delle Dolomiti sul cambiamento climatico, che si è svolta dal 5 all’8 ottobre a Trento e Bolzano. «La conferenza delle Dolomiti sul cambiamento climatico è allineata con la strategia e la cultura di inclusione di Axa. In secondo luogo abbraccia non soltanto i temi di sostenibilità ambientale, ma anche la governance di inclusione sociale per le fasce più deboli, come le donne e gli anziani. Infine, grazie al pragmatismo che la ispira, mette insieme un gruppo eterogeneo di persone, studenti, accademie, manager, per pensare fuori dagli schemi e trovare suggerimenti pratici da portare, ad esempio, alla prossima Cop di Dubai», spiega. Lasciare indietro vecchie tecnologie, per puntare su soluzioni green, però richiede investimenti significativi. «Nella maggior parte dei casi bisogna guardare non solo al costo economico, ma anche a quello sociale. I costi che vediamo oggi sono una parte piccola», sottolinea Gigantiello. Axa si muove in questa direzione non solo come assicuratore, ma anche come investitore. «Ci siamo impegnati a investire 26 miliardi entro il 2023: a livello italiano, abbiamo superato 1,6 miliardi e contiamo di arrivare a quasi 2 miliardi entro il 2026. Come azienda l’obiettivo è di ridurre del 50% l’impronta di carbonio di tutti gli investimenti a livello globale entro il 2030. Abbiamo già ridotto l’esposizione con la progressiva uscita dall’industria carbonifera e petrolifera. Come assicuratore, inoltre, nel nuovo piano industriale, Axa vuole ridurre del 20%, entro il 2030, l’impronta di carbonio del parco circolante di autovetture che assicuriamo e del 30% quella delle grandi aziende. Significa accompagnare una transizione attraverso l’incentivazione dei comportamenti virtuosi», dice il manager. E ricorda che il gruppo, oltre a quanto fatto finora e all’impegno per ridurre le emissioni, punta ad aumentare la consapevolezza tra i lavoratori, portando avanti, attraverso l’unità specializzata Axa Climate, corsi di formazione su sostenibilità, transizione e rischi per formare e certificare gli oltre 100 mila dipendenti. Il cambiamento climatico espone a fenomeni di proporzioni così vaste, come abbiamo visto con le alluvioni dello scorso luglio in Romagna, che «la stessa industria assicurativa fa fatica a fronteggiare», soprattutto in un Paese che non ha l’abitudine a sottoscrivere polizze contro le calamità naturali.
«All’ultima assemblea dell’ania si è parlato perciò della necessità di un’alleanza pubblico-privato, come già esiste in Francia e in Spagna. Altrimenti l’italia rischia di essere meno resiliente rispetto ad altri Paesi», sostiene Gigantiello. In Francia, ad esempio, l’assicurazione sulla casa è obbligatoria e include anche il rischio di calamità naturali. In pratica, spiega il manager, si tratta da un lato di «arrivare a una maggiore mutualizzazione dei rischi», dall’altro lato di «trovare forme di consorzio pubblico e privato per una salvaguardia di ultima istanza davanti alle catastrofi ambientali».