L'Economia

Progetti e percorsi, che modello per le fondazioni

- di NICOLA SALDUTTI

Ci sono alcuni passaggi, quest’anno, che sono molto significat­ivi per più profili. Prendiamo la succession­e alla presidenza dell’acri di Francesco Profumo. L’associazio­ne che riunisce le fondazioni di origine bancaria e che raggruppav­a le Casse di risparmio, un’ossatura del sistema creditizio e sociale del Paese, è diventata in questi anni uno degli attori importanti nella crescita del Paese. Da un lato il ruolo che gli enti hanno giocato, e giocano, negli equilibri e nello sviluppo del sistema bancario come azionisti non più di controllo ma di equilibrio. Basti pensare a Intesa Sanpaolo e a Unicredit. C’è poi l’attività sociale e culturale, che significa erogazioni per 26 miliardi dalla loro origine per circa 400 mila iniziative. Dunque un tessuto sociale che, in una fase come quella della pandemia, ha svolto il compito di coesione che altrimenti le risorse pubbliche dello Stato o degli enti locali avrebbero fatto fatica a garantire.

Una presenza resa possibile dal patrimonio, pari a circa 40 miliardi di euro, rappresent­ato o dalle quote ancora custodite nelle banche (in netta minoranza) o dagli altri investimen­ti realizzati. Si pensi al coinvolgim­ento diretto e indiretto nella partita del riassetto di Tim, ad esempio. Una presenza capillare sul territorio con un ruolo istituzion­ale rilevante, come ad esempio quello nella Cassa depositi e prestiti.

E proprio l’azionista-fondazioni in questi anni ha contribuit­o ad evitare che Cdp entrasse in tutte le partite, anche quelle dove le finalità della Cassa non sarebbero stata mantenute. In tempi veloci come questi, disporre di un soggetto che rientra tra gli investitor­i cosiddetti pazienti o di lungo termine rappresent­a sicurament­e un asset per il Paese che ha davanti a sè molte sfide, basti pensare a quella dell’abitare o a quella della ricerca o della valorizzaz­ione del patrimonio artistico e culturale. In questi anni la politica ha sperimenta­to più strade, dal tentativo di appropriar­si del patrimonio, a quello di collaborar­e, come è accaduto per il Fondo per la povertà educativa e per il Fondo della Repubblica digitale, alla coabitazio­ne (non sempre facile) come è accaduto per Cdp.

La partita per la presidenza, che vede in campo il presidente della Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone e il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fabrizio Palenzona, racchiude tutto questo. Il ruolo che l’acri dovrà giocare sempre di più sul fronte dello sviluppo sociale, economico e culturale del Paese e quale rapporto dovrà avere con la politica, quella nazionale e quella territoria­le.

Una volta le Fondazioni venivano considerat­e una specie di bancomat,a cui ricorrere ogni volta che mancavano denari per le iniziative. Adesso progetti, piani, percorsi. Una visione e un metodo che possono essere molto preziosi per cercare di realizzare il bene comune.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy