Il Patto di stabilità e i mal di pancia del Parlamento Ue
Èatteso per mercoledì il voto della plenaria sulla posizione del Parlamento europeo in merito al nuovo Patto di Stabilità, passaggio necessario per far partire i negoziati con il Consiglio (i Paesi Ue), che il 20 dicembre scorso ha faticato a trovare un’intesa. L’accordo non ha soddisfatto nessuno, a cominciare dal «padre» della riforma, il commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni che mercoledì scorso, in un’intervista a Skytg24, ha spiegato che non è il patto dei suoi «sogni, senza dubbio, ma è un compromesso accettabile e bene ha fatto l’italia a firmarlo, è un passo avanti». Il testo del Parlamento Ue è distante da quello del Consiglio, a cominciare dalla definizione di spesa primaria netta, che esclude non solo gli stabilizzatori automatici, le misure una tantum e gli interessi sul debito, ma anche gli interessi sul Pnrr e le spese legate al cofinanziamento nazionale di progetti finanziati con fondi di coesione. È più «morbido» anche su altri aspetti. Ad esempio sui controlli ex post, per il Parlamento le eventuali deviazioni registrate in anni di crescita negativa non vanno considerate. Il testo è «migliorativo» secondo la commissione Econ, ma non abbastanza per i Verdi, che hanno annunciato voto contrario: «Faremo tutto ciò che è in nostro potere per far fallire l’accordo sul patto di stabilità», ha spiegato il copresidente del gruppo dei Verdi al Parlamento Ue, Philippe Lamberts, per il quale «uccidere le nuove regole è la sola cosa responsabile da fare dal punto di vista economico e ambientale» per poter preservare la capacità di investimento nell’ue, necessaria per portare avanti la transizione verde e digitale.
Nel negoziato con il Consiglio il margine di manovra del Parlamento sarà ridottissimo, quindi meglio far naufragare la riforma, è il ragionamento dei Verdi: «Nessuno può realmente pensare che se dovessimo fermare questo accordo ci
Contrario
Il belga Philippe Lamberts, co-presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo: «Uccidere le nuove regole è la sola cosa responsabile da fare dal punti di vista economico e ambientale»
sarà un ritorno alle vecchie regole, che non funzionano più e che di fatto non sono mai state applicate». Anche la Left voterà contro la posizione del Parlamento Ue e così il M5S. Per la segretaria del Pd Elly Schlein «il rischio di tornare alla cieca austerità c’è e il compromesso raggiunto sul Patto di Stabilità (dal Consiglio, ndr) è un passo indietro pericoloso». Il Pd presumibilmente sosterrà il testo del Parlamento Ue dopo un confronto con i vertici romani. Ma tra i socialisti, alcune delegazioni hanno il mal di pancia. Id si spaccherà: la maggioranza sarà contro mentre la Lega a favore. «Per quanto ci siano ancora aspetti da rivedere nel provvedimento — spiega il presidente del gruppo Marco Zanni — aprire i negoziati è necessario così da mettersi al lavoro per avere nuove regole quanto prima».
A favore anche Fratelli d’italia e Forza Italia.