Raviolificio Scoiattolo, da Varese agli Usa Si cresce e il capitale torna tutto in famiglia
Nasce quarant’anni fa dalla cucina della nonna Ebe il Raviolificio Scoiattolo di Lonate Ceppino in provincia di Varese arrivato alla terza generazione e oggi guidato da Massimiliano di Caro, direttore generale, appassionato di calcio sin da piccolo, di fitness e di healthy food, dal fratello Matteo, direttore commerciale estero, attento alla sostenibilità etica e alle tendenze emergenti e dalla cugina Valentina Guerra. L’amministratore delegato è il padre, Aquilino di Caro. Da laboratorio artigianale, sviluppatosi in casa, a sito produttivo di 12 mila metri quadri e 75 tonnellate medie al giorno di produzione, oggi Scoiattolo, in equilibrio tra innovazione e tradizione, fa concorrenza ai grandi ed è pronta per lo sbarco nei mercati asiatici di Cina, Taiwan e Giappone, Nuova Zelanda e Australia. «Stiamo vivendo un periodo molto intenso. La nostra attività sta crescendo velocemente. A fine anno dovremmo chiudere con un fatturato di 63 milioni, in rialzo del 15% e prevediamo di continuare con lo stesso ritmo anche nel 2024. Attualmente il 70% del giro d’affari deriva dall’estero. A settembre abbiamo debuttato nella grande catena distributiva svedese Ica e abbiamo iniziato a vendere le tagliatelle all’uovo nei supermercati statunitensi e canadesi di Costco. Agli americani piacciono molto i nostri prodotti: in particolare i ravioli con cipolla caramellata e formaggio», racconta il direttore generale Massimiliano Di Caro.
La fantasia del raviolificio non si ferma mai. Infatti da poco sono stati lanciati tre nuovi prodotti con ricette che guardano all’italia e rievocano sapori delle diverse regioni: i ravioli burrata e ‘nduja calabrese, scorza di limone di Sicilia e burrata e scorza di limone di Sicilia e di zucca e pancetta rosolata. Ma quali sono le referenze che piacciono di più al mercato?
«Senza dubbio il raviolino di vitello da cucinare in brodo e la perlina di parmigiano reggiano. Nei primi mesi del 2024 contiamo di raddoppiare la produzione e soddisfare la crescente richiesta con l’apertura di un altro stabilimento. Normalmente la nostra forza lavoro è composta da 130 dipendenti che diventano 180 nei periodi di picco produttivo come quello pre-natalizio», continua il direttore generale. Una storia tutta italiana e familiare.
La storia
All’inizio degli anni ‘80 Umberto Belletti e sua moglie danno vita al laboratorio artigianale dove nonna Ebe emiliana doc e specialista della pasta fresca produce i suoi tortellini e sceglie il nome ispiratole dall’affiatamento e dalla semplicità della sua famiglia. Negli anni ‘90 le figlie Annamaria e Giancarlo con i mariti Lino Di Caro e Giuseppe Guerra entrano in azienda e iniziano a pianificare un futuro ambizioso. Durante questi anni Scoiattolo fonde per primo il concetto di benessere con il buono e anticipa le tendenze del settore introducendo e nuove linee per soddisfare le diverse esigenze alimentare: dai ravioli e pasta senza glutine ai ripieni 100% vegetali. In questi anni vengono proposti al mercato anche fusilli freschi con farina di legumi. L’healthy food e il gluten free diventano un nuovo cavallo di battaglia.
Oggi il brand è tra i primi tre pastifici italiani ad essere riconosciuto in tutto il mondo per la produzione di pasta fresca e la nuova generazione dei fratelli Scoiattolo investe in impianti a tecnologia 4.0 per aumentare la produttività con processi che rispettano i tempi di lavorazione della pasta sfoglia e dei ripieni. Alla tecnologia avanzata si affianca sempre l’attenzione per le materie prime. Scoiattolo produce sia a proprio marchio sia per le grandi insegne della Gdo (30%) e anche oltre confine e oltre oceano. In Italia è distribuito nei principali supermercati, dall’esselunga alla Coop alla Lidl e Tigros.
Forte è inoltre l’impegno «verde». Quest’anno ha infatti appena presentato il secondo bilancio di sostenibilità. Scoiattolo si impegna a ridurre il suo impatto ambientale con l’acquisto di materie prime solo da fornitori italiani e l’utilizzo di confezioni realizzate solo con materiali riciclati(80%). Anche
il nuovo stabilimento sarà realizzato con materiali adatti alla riduzione delle emissioni inquinanti. Nell’ultimo anno le operazioni di efficientamento hanno ridotto i consumi energetici dello 0,8% e anche le emissioni di Co2. Prosegue anche l’impegno nei confronti delle comunità locali attraverso donazioni e partecipazioni a eventi per lo sviluppo e la promozione del territorio.
La famiglia resta al centro. Infatti nel 2016 dopo quattro anni di partecipazione di un fondo in aumento di capitale, la famiglia Di Caro/belletti ha riacquisito le quote (42%) tornando così unica proprietaria. «In futuro non escludiamo di fare acquisizioni di piccoli operatori. Continuiamo comunque a ricevere richieste di entrare nel nostro capitale», conclude il direttore generale.