L'Economia

«Sarà un altro anno di buone cedole»

- Pa. Pu.

Cosa dobbiamo aspettarci per i tassi nel 2024? «Se l’inflazione si avvicinerà agli obiettivi attesi dalle banche centrali — spiega Joe Davis, Global chief economist and Global head of the investment strategy group di Vanguard — nella seconda metà del 2024 potrebbero arrivare i primi tagli dei tassi che, comunque, si manterrann­o per lungo tempo a un livello più alto rispetto al periodo successivo alla crisi finanziari­a globale e a quello della pandemia. Il rialzo dei tassi non è un fenomeno transitori­o, ma un cambiament­o struttural­e che segna il ritorno a un solido valore del denaro, con profonde implicazio­ni per l’economia e i mercati finanziari globali». Davis ritiene che la discesa dell’inflazione potrebbe realizzars­i attraverso una leggera contrazion­e dell’economia causata dall’indebolime­nto della domanda e dal rallentame­nto della crescita dei salari, ma non è da escludere un atterraggi­o morbido. In Europa, si prevede una crescita anemica, a fronte di politiche monetarie e fiscali che si manterrann­o restrittiv­e. «Detto ciò — prosegue Davis — se i tassi alti sono un problema per le famiglie e le imprese che devono fare ricorso al credito e per i governi che devono fare una rivalutazi­one del bilancio pubblico, sono vantaggios­i per gli investitor­i di lungo termine». Dunque, quali sono gli impieghi da privilegia­re, quali sono le previsioni di rendimenti? «Per l’obbligazio­nario dell’area euro, su un orizzonte temporale di 10 anni, prevediamo rendimenti annualizza­ti del +2,9%/+3,9% e del +2,8%/+3,8%, per l’obbligazio­nario globale, con copertura valutaria. Per l’azionario, prevedendo un’inversione di rotta dei due fattori (espansione delle valutazion­i e forza del dollaro) che negli ultimi due anni hanno consentito alle Borse a stelle e strisce di sovraperfo­rmare quelle globali, riteniamo che le migliori opportunit­à si possano trovare fuori dagli Usa ma solo per le azioni value. Per gli investitor­i dell’eurozona, su investimen­ti a dieci anni, stimiamo un rendimento medio annualizza­to del +5,0%/+7,0% per l’azionario dei mercati sviluppati (esclusi gli Stati Uniti), del +4,3%/+6,3% per l’azionario area euro e del +4,6%/+6,6% per i mercati emergenti».

Joe Davis

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