Un’ottima annata
In Italia il 2023 dell’arte è andato meglio che altrove. Fontana pagatissimo. Poi la nuova frontiera di gioielli e orologi, col super Rolex
Cambiato il calendario appeso alle pareti, è tempo di bilanci anche per il mondo dell’arte. Dopo un 2022 da favola, il 2023 ha rappresentato un ritorno alla normalità. Sempre che di normalità si possa parlare. Il contesto economico fragile, come del resto l’equilibrio politico internazionale, ha destabilizzato tutti i mercati. Non ha fatto eccezione quello dell’arte, che sfruttando vecchie certezze e nuove intuizioni è riuscito nel complesso a cavarsela. Crescendo addirittura in Italia. Se in generale abbiamo assistito a un diffuso rallentamento del controvalore pagato in asta, il mercato italiano nel suo complesso è andato controcorrente, mandando in archivio dodici mesi molto soddisfacenti e con qualche record inatteso. Proviamo a vedere, nel dettaglio, come è andata.
A Genova, Boetto ha fatto del 2023 il proprio miglior anno di sempre, con otre 12,5 milioni di euro di fatturato. Un successo costruito grazie alla presenza sempre più importante delle aste dedicate ai gioielli, ormai costantemente ammessi nel giro di vendite strettamente legate all’arte. Tanto che il miglior lotto dell’anno è stato un collier di 39 perle naturali venduto a 446.4oo euro. Il dipinto più prezioso dell’anno, una Madonna del Cardellino di Scuola italiana, è stato aggiudicato a meno della metà: 212 mila euro.
Garanzia Boetti
Farsetti ha centrato un fatturato totale di 16,2 milioni di euro e 4 mega aggiudicazioni. In serie: Le tendre quatuor di Alberto Savinio (948 mila); Ritratto Femminile di Boccioni (619 mila), Concetto spaziale di Fontana (508 mila) e Senza titolo di Boetti (502,3 mila).
Boetti è risultato protagonista anche da Bolaffi, dove il fatturato di 39,9 milioni è stato guidato da una serie di sei arazzi Ordine e disordine aggiudicati a 524,7 mila euro. Seguono un diamante da 286 mila euro e un francobollo da 213.500 euro. Un caso probabilmente unico in Italia, con la filatelia tra i settori trainanti della maison sabauda.
Così come unico è il ruolo del design da Cambi, che guida un fatturato da 34,9 milioni. Anche se il top lot è stata una statua tibetana in bronzo dorato raffigurante Lama Tzongkhapa (352 mila euro).
Vola Sotheby’s Italia, a 38,8 milioni di euro, il totale più alto degli ultimi 15 anni. Top price, anche a livello nazionale, il Concetto Spaziale rosso vivo di Fontana da 2,6 milioni. Christie’s risponde con un turnover di 10 milioni in sole 3 aste stagionali e top lot da 693 mila (un Catrame nero di Burri).
Che gioie
Continua la sua ascesa Meeting Art (35,8 milioni, 800 mila in più del 2022), grazie anche a uno dei suoi dipartimenti di punta, gli orologi. Top lot stagionale è stato un Rolex Oyster Cosmograph Daytona Paul Newman (525 mila).
Anche da Pandolfini il dipartimento di Gioielli e Orologi è stato trainante, con 8,1 milioni sui 37 totali. Il pezzo più prezioso? Un anello con diamante Fancy Blu, esitato a 376 mila. Si è difesa l’arte antica (5 milioni), che ha portato in dote il top price: un busto di Canova da 1 milione.
Del resto, come racconta Giuseppe Bertolami, amministratore dell’omonima casa d’aste oggi, «per chi è alla ricerca di buoni affari il territorio da esplorare è quello degli Old Masters». A brillare il putto dormiente attribuito ad Artemisia Gentileschi (311 mila) che ha contribuito ai 14,3 milioni globali. Scenario in cui rientra anche Wannenes, che ha costruito i suoi 28,7 milioni grazie a due icone antiche: L’adorazione dei magi (250 mila) e La Vergine con Bambino (137,5 mila). Opere d’interesse internazionale, come lo è stata il Ritratto di Luce Balla firmato Giacomo Balla offerto da Babuino e venduto a oltre 36 mila euro. Trai i top lot di un’annata conclusasi con un +4,2% totale (5,2 milioni).
Vecchi maestri
Cresciuti gli Old Masters anche da Finarte, la cui ascesa è stata clamorosa: dai 28 milioni di euro del 2022 è passata a 35. Grande risultato a cui ha contribuito il Ritratto Femminile realizzato da Angelica Kauffmann,
top lot dell’anno a 248 mila euro. Spaziare tra i settori, come sostengono anche da Il Ponte, aiuta a «cogliere e anticipare i trend di mercato», oltre che tenere conto «delle sue fisiologiche oscillazioni». La
maison è riuscita a migliorare il proprio 2022 (34,9 milioni contro 33). Dall’arte moderna e contemporanea (12,2 milioni) arrivano i top price: Concetto spaziale di Fontana (453,6 mila) e Cielo per A. di Schifano (327,6 mila).
Sul Moderno hanno costruito il loro successo anche Martini Arte (7 milioni totali), Art-rite (4,3 milioni), Blindarte (4,1 milioni) e Colasanti (3,5 milioni). Insomma il mercato internazionale nel 2023 è sceso, quello italiano è cresciuto. Ora tocca al 2024.