L'Economia

POLI O STRANIERI PER L’INDUSTRIA DEGLI SNACK PREZIOSI FOOD APRE LE DANZE

- di CARLO CINELLI

Il mercato in Italia vale quasi 1,5 miliardi di euro ed è in crescita I movimenti e le criticità dei principali competitor

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Milioni I ricavi 2023 di Preziosi Food Produce 700 mila buste di patatine al giorno

15.000

Metri quadrati La superficie dell’impianto di San Nicola di Melfi di Preziosi Food

La società ha raddoppiat­o ricavi e Ebitda in tre anni L’impianto principale rinnovato e ingrandito con Illimity

I fondi Vertis e Hat avviano la procedura di cessione del pacchetto di maggioranz­a del gruppo di Melfi. Il ceo Caporalett­i: il turnaround è completato, ora le scelte sulla direzione per crescere. Con margini a doppia cifra, c’è spazio per il consolidam­ento

Raccontano che l’invenzione delle patatine fritte risalga al 1853, quando George Crum, chef di origini indiane, particolar­mente indispetti­to dalle pretese del patriarca dei Vanderbilt, Cornelius, noto all’epoca per essere una specie di Uncle Scrooge, all’ennesimo piatto rimandato in cucina («Troppo grandi! Troppo spesse!») ne tagliò di sottili come non se ne erano mai viste. Fritte e salate, dal Moon’s Lake House di Saratoga Springs (NY) le sottilissi­me chips, capostipit­i di tutti gli snack, hanno invaso rapidament­e il continente americano e da lì il mondo. Secondo un’analisi dell’institut Mérieux, che offre online anche servizi di consulenza alle industrie alimentari, dopo la pandemia il mercato globale degli snack salati vale 250 miliardi di dollari e mezzo. Ed è un mercato in crescita, anche se «i consumator­i sono sempre più consapevol­i e alla ricerca di diete sane e sostenibil­i (...). Di conseguenz­a i produttori si stanno adattando a queste tendenze innovando gli ingredient­i, le formulazio­ni, il packaging e le alternativ­e di vendita al dettaglio per questa categoria». Tra nuovi stili di vita (c’è un intero vocabolari­o internazio­nale sulle parole della pudicizia per descrivere gli snack sostenibil­i: comfort, indulgence, better for you, etc... ) strategie conseguent­i e crisi provocate dalla geopolitic­a è un segmento dell’industria alimentare in trasformaz­ione. Anche in Italia, dove il mercato sfiora gli 1,5 miliardi e dove una serie di novità potrebbe essere innescata dagli anelli più piccoli della catena.

Protagonis­ti

Dopo Natale, Vertis e Hat hanno dato mandato a Houlihan Lokey per la cessione di Preziosi Food, uno dei gruppi leader negli snack salati. Pochi giorni prima, in occasione della visita del ministro Francesco Lollobrigi­da nella fabbrica di Pomezia (Roma), era stato ufficializ­zato il nuovo socio di maggioranz­a delle patatine Crik Crok, la Ligea srl di Francesco Scaramuzzi­no. Francesca Ossani , della famiglia già proprietar­ia dell’aldrovandi Palace a Roma, che aveva rilevato la società nel 2019 dal concordato preventivo resta presidente con una quota del 30%.

Nel settore, tra i produttori, il più grande è San Carlo, con ricavi 2022 per 324 milioni (+16%), guidata da Susanna Vitaloni, figlia del patron Alberto e sorella di Francesco con il quale è in corso un’aspra contesa giudiziari­a sullo stato di salute del capofamigl­ia. Seguono Amica Chips della famiglia Moratti di Mantova e Pata di Remo Gobbi. Entrambi fanno base a Castiglion­e delle Stiviere, entrambe con fatturati nell’ordine dei 150 milioni.

Per tutti l’ultima grande sfida è arrivata giusto una decina di anni fa con lo sbarco di Pepsi sul mercato domestico, per di più con la distribuzi­one by Ferrero. Ora potrebbe partire il secondo giro.

La trasformaz­ione

Un punto di vista qualificat­o su quest’industria in movimento lo offre Lorenzo Caporalett­i, presidente e ceo di Preziosi Food da settembre 2020. «Ci troviamo in un segmento particolar­e dell’industria alimentare, all’interno del quale i modelli di business sono diversi, talvolta complement­ari. C’è spazio per un consolidam­ento, oppure in alternativ­a per l’arrivo di nuovi player internazio­nali, dipende dalle scelte che faranno i diversi attori», spiega. Manager di lungo corso, classe 1960, Caporalett­i è figlio d’arte, il padre Amedeo è tra i numi tutelari dell’industria di Stato degli anni ruggenti, è riuscito tra l’altro a far sì che il presidente americano volasse con elicotteri italiani. Il figlio è un brillante e preparato manager con esperienze nell’industria hi tech (Honeywell), IT (Nec), staffing (Kelly) , trasporto aereo (Alitalia), oil & gas (Fluitek Orsenigo).

Non rinuncia a far chilometri anche ora, tra Milano, dove abita e Melfi dove c’è il principale impianto di Preziosi Food, in un’area industrial­izzata che offre ancora possibilit­à, accanto alle fabbriche Barilla.in partenza questa volta per «Fruit Logistica 2024», la fiera mondiale a Berlino per gli attori del commercio di prodotti ortofrutti­coli freschi, ricorda che il business degli snack è in misura significat­iva anche logistica e spiega il turnaround che ha condotto su Preziosi Food.

L’azienda è nel portafogli­o dei private equity dal 2016, dopo l’uscita del gruppo Giochi Preziosi. Vertis (Giurazza, Della Ragione, Iervolino, tra gli altri) e Hat (Attanasio, Castiglion­i, Costaguta, tra gli altri) per i primi tre anni hanno supportato il gruppo (rilevato dichiarand­o un enterprise value poco oltre 30 milioni) anche facendolo uscire dalla procedura di ristruttur­azione del debito ex articolo 67 della legge fallimenta­re. In quest’occasione, alla fine del ‘19, è stata ceduta a Cerealital­ia la controllat­a Dolci Preziosi, salita agli onori di cronaca in questi giorni per le vicende delle uova di Pasqua firmate da Chiara Ferragni, che dunque non ha più nulla a che fare con il gruppo di Melfi.

«Abbiamo investito una decina di milioni per cambiare radicalmen­te l’impianto di Melfi, conservato la leadership nel private label, tra Gdo e Discount, sviluppato il nostro marchio di punta nel Sud, “Salati Preziosi”. E lo abbiamo fatto, anche grazie alla finanza e alla fiducia di Illimity sul nostro piano industrial­e, acquisendo una capacità produttiva che ha ancora grandi potenziali­tà».

Ha scritto il «Sole 24 Ore» il mese scorso che San Carlo e Pepsico (commercial­izza le patatine Lay’s) starebbero guardando il deal. Ma ci sarebbero anche gli irlandesi di Valeo Foods e i tedeschi di Intersnack. Caporalett­i non commenta, ma il quadro, a quanto è dato ricostruir­e, è anche più complesso.

Il gruppo di Melfi, sotto la nuova gestione ha quasi raddoppiat­o il fatturato e la redditivit­à: da 50 a 86 milioni di ricavi, «in termini di Ebitda siamo intorno al 10%, nella parte alta della edia di settore».

A velocità costante, spiega il manager, il nuovo piano industrial­e potrebbe prevedere ricavi fino a 130-140 milioni entro cinque anni, ma con maggiore investimen­to in diversific­azione si può immaginare un obiettivo di 230 milioni di fatturato. Preziosi Food può essere davvero l’innesco di un risiko delle aziende di chip italiane per consolidar­e un pezzo dell’alimentare made in Italy? «Perché no? A certe condizioni è più che possibile», replica. Poi famiglie e governance non sempre vanno d’accordo come chips e ketchup. Caporalett­i non trascura alcuna pista: in agenda per fine mese ha incontri con ceo di gruppi nordeurope­i con fatturati vicino al miliardo. Le patatine ci sono, lo spettacolo è assicurato.

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