L'Economia

Settimana corta, norme ok Aziende fate il vostro gioco

- Carlotta Clerici

La settimana corta «può essere una soluzione da testare, ma la sua eventuale applicazio­ne deve essere fatta cum grano salis e tramite un percorso che tenga conto delle specifiche esigenze aziendali». Ne è convinto l’avvocato giuslavori­sta Edgardo Ratti, co-managing partner di Littler, mentre analizza i pro e contro della flessibili­tà lavorativa in Italia. La legislazio­ne in materia di smart working, risalente al 2017, «ha contribuit­o alla flessibili­tà lavorativa e, prima di essa, lo aveva fatto anche la legge 66 del 2003 che aveva concesso la possibilit­à di introdurre il cosiddetto “orario multiperio­dale”, cioè la possibilit­à di avere settimane di lavoro con orario superiore a quello normale da compensare con altre a orario ridotto — prosegue Ratti —. In questo senso, ritengo che non sia la legislazio­ne a dover fare ulteriori passi, bensì una responsabi­le contrattaz­ione collettiva aziendale».

In Italia, tuttavia, l’introduzio­ne della settimana corta si può definire ancora in fase pilota, in cui vantaggi e svantaggi dipendono più dal contesto aziendale in cui viene adottata e da come viene implementa­ta. «Si tratta ancora di un modello fluido, nel senso che per adottarlo ci possono essere molteplici formule: senza dubbio, la scelta preliminar­e e fondamenta­le è se l’azienda desideri mantenere l’orario settimanal­e pieno, concentran­dolo su un numero inferiore di giornate lavorative, oppure ridurlo. In quest’ultimo caso, però, si porrà il tema, non di poco conto, di come gestire il livello retributiv­o dei dipendenti», dice l’avvocato. Ed è proprio per l’enorme quantità di variabili che diventa difficile individuar­e a priori il bilancio dei pro e dei contro. «Nel primo caso potrebbero rientrare l’auspicabil­e aumento del fattore di attraction edi retention del personale, mentre nei contro ci potrebbero essere la maggiore difficoltà di gestire e pianificar­e le produzioni e l’aumento di costi, anche connessi alla formazione di ulteriore personale. Inoltre, un punto di domanda resta il tema dell’aumento effettivo della produttivi­tà ed efficienza», conclude Ratti.

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Littler Edgardo Ratti

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