Così andiamo a caccia dei prossimi big di Borsa
Un fondo che cerca le società in grado di decuplicare il valore nei prossimi decenni Azioni e bond? Non bastano. Servono oro e materie prime, dice Lombardo (Plenisfer)
Una sorpresa positiva, la forza dell’economia Usa. Una sorpresa negativa: la Cina. Un outsider che resta in pista: l’uranio. Un’idea più prudente del consenso medio e una ricetta di conseguenza: non basta mettere in portafoglio azioni e bond. Meglio diversificare utilizzando beni reali, come l’oro e le materie prime. Giordano Lombardo, cofondatore e ceo di Plenisfer, boutique di investimenti nella galassia del gruppo Generali, sintetizza così le idee della casa per il futuro. Plenisfer si appresta a lanciare un fondo azionario, il terzo dopo il multi asset e l’obbligazionario. Nello stile della casa sarà gestito senza seguire un benchmark, cercando di individuare i titoli con la capacità di decuplicare il valore di impresa nei prossimi due decenni.
Lo scenario
«Dopo l’inaspettata resilienza del sistema americano, il sentire medio si è indirizzato verso uno scenario immacolato, dove l’inflazione scende senza portarsi dietro una recessione», dice Lombardo. Una visione troppo ottimista, meglio averne una più prudente. Perché potrebbero verificarsi scenari molto meno idilliaci. Come quello di una ripresa dell’inflazione, sospinta dai conflitti in atto e dalle dinamiche dei salari in Usa. Oppure potremmo non aver ancora visto gli effetti ritardati del costo della vita, tra i quali c’è la possibile bolla del private debt oltre che del debito pubblico. «Uno studio di S&PI indica che su mille imprese in media l’utile operativo non copre l’onere per gli interessi sui debiti, mentre in una situazione sana i profitti valgono 3-4 volte questa posta», dice ancora Lombardo. La sorpresa negativa dell’anno scorso, invece, è stata la Cina. Lo stimolo post Covid non si è visto. La crescita economica non è più la priorità, mentre lo è diventato il ribilanciamento del sistema che sta «digerendo» la sbornia del mattone con 100 milioni di unità immobiliari vuote («un numero enorme», spiega Lombardo) e la liquidazione del colosso Evergrande. Ma la Borsa cinese può riprendersi perché tanti sono usciti e quindi le valutazioni dei titoli sono molto attraenti. «È un mercato adatto allo stock picking, alla scelta ragionata dei singoli titoli, un po’ come succedeva dopo la scoppio della bolla giapponese negli anni Ottanta», spiega Lombardo.
Mentre negli Stati Uniti va segnalato il problema dell’eccessiva concentrazione: sette dollari su dieci vanno a Wall Street e tre di questi vanno sui Magnifici Sette, i titoli big tech che hanno trascinato l’indice negli ultimi tempi. «Ma questo meccanismo, che si autoalimenta, funziona anche al contrario e bisogna fare attenzione», dice ancora il ceo di Plenisfer. Che considera corretta un’impostazione diversificata: non solo azioni e bond, che viaggiano decorrelati quando i tassi sono vicini allo zero. Serve anche una quota di asset reali. I più semplici sono l’oro o i titoli dell’energia. «Un terzo della nostra performance dello scorso anno è venuta dall’uranio», l’elemento che, secondo Lombardo, rappresenterà ancora a lungo un’opportunità. «Per 30 anni è stato un mercato in surplus, perché c’era una fase di de-stoccaggio e nessuno investiva in nuove miniere. Adesso si è aperto un ciclo, alcuni Paesi ricominciano a fare centrali nucleari, altri devono rivedere i loro piani», spiega ancora. Dal 2021 il prezzo dell’uranio è triplicato: «siamo all’inizio di una nuova era nucleare». I grandi gestori non possono investire in questi mercati così residuali, «noi continueremo a seguire questo trend», afferma.
E sul fronte di azioni e bond dove guardate? Per le obbligazioni anche in posti meno scontati, come l’america Latina, dove paesi come Messico o Brasile hanno avuto una stabilità monetaria che li rende interessanti riguardo per esempio alle emissioni in dollari. Per le azioni, «l’idea è di andare a caccia di aziende che possano essere in grado, di qui a vent’anni, di avere sviluppi notevoli. Di decuplicare il valore aziendale e quello di Borsa».
Un po’ come è successo ad Amazon & co. O ad altri grandi nomi — vedi Cisco o Nokia — che poi hanno fatto il loro tempo. La scelta mirata dei titoli in genere si applica alle blue chip già consolidate. Invece andrebbe praticata tra le mid cap per individuare i possibili campioni del futuro prima che inizi una loro eventuale corsa verso il successo. Ed è con questo obiettivo che verrà gestito il nuovo fondo di Plenisfer che partirà presto.
«Inaspettata la tenuta degli Usa, molti puntavano sulla Cina, che invece ha deluso»