ALTRI DUE EREDI IN CDA (CON L‘INCOGNITA CINESE)
L’assemblea approva la nomina dei giovani Alexandre e Frédéric Arnault. Manca solo l’ultimo figlio del fondatore. Da Jp Morgan l’esperta di Pechino Wei Sun Christianson
Durante l’assemblea generale di Lvmh, giovedì scorso, il 75enne fondatore Bernard Arnault ha reso omaggio al braccio destro Antonio Belloni che gli sedeva accanto, con il quale «abbiamo formato una grande squadra per 23 anni», «e del quale posso fidarmi per qualsiasi cosa, per esempio i dati finanziari: se voglio sapere il cash flow di Fendi nel 2023, lo chiedo a Toni e lui è capace di dirmi al volo la cifra esatta, a memoria», ha detto sorridendo Arnault. «Belloni resta nella famiglia e si occuperà soprattutto dell’italia», ha spiegato Arnault agli azionisti.
Nel corso dell’assemblea al Carrousel del Louvre, Arnault ha annunciato la riorganizzazione dei vertici del gruppo. Il consiglio di amministrazione si allarga con l’ingresso di altri due figli, Alexandre, 31 anni, e
Frédéric, 29 anni, frutto come il più giovane Jean (26) del secondo matrimonio con la pianista canadese Hélène Mercier. Si aggiungono in consiglio ai due maggiori, Delphine (49) e Antoine (46), avuti dalla prima moglie Anne Dewavrin.
Delphine è ceo di Christian Dior Couture, mentre Antoine è presidente di Berluti e Loro Piana, e guida Christian Dior SE, la holding di controllo di Lvmh, oltre a occuparsi della comunicazione e degli sforzi ambientali del gruppo.
Alexandre, vicepresidente esecutivo di Tiffany dopo aver guidato il rilancio delle valigie Rimowa, ha ricevuto il 93,41% dei voti e Frédéric, che è entrato in Tag Heuer nel 2017 per gestire il business degli orologi connessi, prima di essere nominato ceo del marchio nel 2020, ha ottenuto il 93,43%. La famiglia Arnault detiene il 48,6% del capitale di Lvmh e il 64,3% dei voti.
Gli altri nomi
L’unico figlio di Arnault a restare fuori del consiglio di amministrazione è per adesso Jean, «ma è ancora giovane, c’è tempo», aveva detto qualche mese fa il padre. Oltre a quello dei due giovani Arnault, l’assemblea ha approvato l’ingresso in consiglio di amministrazione di Henri de Castries, 69 anni, grande personalità del capitalismo francese, ex capo della compagnia di assicurazioni Axa e oggi presidente dell’institut Montaigne. Entra nel consiglio anche Wei Sun Christianson (67), che arriva dalla banca d’affari americana Morgan Stanley, ed è «una grande esperta di affari in Cina — ha detto Arnault —. È sempre utile avere una visione precisa di ciò che sta accadendo nel grande mercato cinese, che è molto importante per noi. La signora Christianson darà un contributo fondamentale al nostro consiglio di amministrazione».
Bernard Arnault ha anche parlato del nuovo grande negozio Louis Vuitton che aprirà sugli Champs-elysées, in un edificio che il marchio occupava da anni, acquistato l’anno scorso, e «in cui alcuni elementi devono ancora essere definiti: leggo ovunque che ci sarà un hotel, ma non ne sono del tutto convinto. Ci sono già molti hotel a Parigi, tra cui il Cheval Blanc e il Bulgari» (entrambi di proprietà di Lvmh). Il giorno prima Lvmh aveva annunciato un rallentamento dei consumi cinesi. Ma «spero che le tensioni economiche si attenuino e che saremo in grado di continuare la nostra forte collaborazione economica con la Cina — ha dichiarato Bernard Arnault dopo l’assemblea generale —. Credo che la Cina riuscirà a rilanciare l’economia», ha aggiunto. I risultati del gruppo, saldamente alla testa del settore del lusso a livello mondiale, sono stati ancora una volta ottimi nel 2023, con un giro d’affari di 86,2 miliardi di euro e una crescita dell’8 per cento. Il gruppo Lvmh dà lavoro a 214 mila dipendenti nel mondo, con la produzione incentrata negli atelier di artigianato in Francia (118 laboratori) e Italia (26).