L'Economia

PUGLIA INSEGUENDO LA RIPRESA INDUSTRIA E TURISMO COL SEGNO PIÙ

Resta alta la fiducia delle imprese sull’andamento dell’economia della regione. Ospitalità, il comparto cresce, anche nei mesi invernali e primaveril­i

- Di MICHELANGE­LO BORRILLO

La ripresa economica sta segnando il passo, dopo l’accelerazi­one del 2022 sulla scia del post pandemia. Ma pur sempre di ripresa si tratta. La Puglia che si prepara ad accogliere il G7 (dal 13 al 15 giugno i capi di Stato e di governo dei Paesi più industrial­izzati terranno il loro vertice a Borgo Egnazia, nel comune di Fasano, in provincia di Brindisi) è una regione che cresce ancora, sebbene a un ritmo più lento.

L’effetto inflazione

Una regione che sta reagendo al rientro della fiammata inflazioni­stica — l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettivi­tà (Nic) ha raggiunto il massimo in Puglia, così come nel resto del Paese, nell’ultima parte del 2022, soprattutt­o per il contributo delle spese relative all’abitazione e alle utenze, e dei beni alimentari — che, in un certo senso, aveva cambiato gli scenari economici: da una parte, fino al picco del 2022 e oltre, anche nella fase di rallentame­nto del 2023, l’inflazione ha sostenuto i fatturati delle aziende con i rialzi dei prezzi di vendita; ma dall’altro ha rallentato l’espansione dei consumi delle famiglie pugliesi. O, per essere più precisi, con una spesa familiare che comunque ha continuato a crescere, l’andamento del potere di acquisto è risultato frenato dall’inflazione.

I bonus edilizi

La Puglia è anche una regione che ha dovuto far fronte, nel 2023 e in questo primo scorcio del 2024, al minor ricorso agli incentivi fiscali per le ristruttur­azioni edilizie che, come in tutta Italia, avevano sostenuto il comparto delle costruzion­i. Ma l’economia regionale pugliese — per la quale il settore edilizio ha da sempre un notevole peso — ha dimostrato di sapersi adattare alle mutate condizioni. Anche perché, a fronte dell’indebolime­nto del segmento residenzia­le — sul quale incide, per l’appunto, il minor ricorso agli incentivi fiscali ma anche l’aumento dei tassi di interesse sui mutui — l’andamento nel comparto delle opere pubbliche ha continuato a essere sostenuto dagli interventi finanziati dal Pnrr.

Il «sentiment» delle imprese

Anche per questo la fiducia delle imprese pugliesi sull’andamento dell’economia territoria­le resta alta. Lo dimostrano i dati del sondaggio congiuntur­ale diffuso dalla sede regionale della Banca d’italia, condotto tra settembre e ottobre del 2023 su un campione di circa 300 imprese industrial­i con almeno 20 addetti: nei primi nove mesi dell’anno quasi la metà ha registrato una crescita del fatturato a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo del 2022 e il saldo tra la quota di imprese con fatturato in aumento e quella delle imprese che hanno segnalato un calo è risultato positivo, seppur in riduzione rispetto alla stessa rilevazion­e dello scorso anno. Anche il saldo tra la quota di imprese industrial­i che hanno aumentato le ore lavorate e quelle che le hanno ridotte è risultato positivo seppur, anche in questo caso, in diminuzion­e rispetto allo scorso anno.

Il fattore energia

Per il 2024, con l’ulteriore allentamen­to delle tensioni sulle catene di fornitura di materie prime e beni intermedi (guerre internazio­nali permettend­o) e l’ulteriore riduzione dei prezzi dell’energia, è lecito ipotizzare che i numeri possano ulteriorme­nte migliorare. In un contesto globale caratteriz­zato da un peggiorame­nto del ciclo economico, quindi, la Puglia si è dimostrata resiliente, nonostante la crisi di due pilastri dell’economia regionale: il comparto chimico-farmaceuti­co e quello siderurgic­o (con i conseguent­i bassi livelli di produzione dello stabilimen­to ex Ilva di Taranto, Acciaierie d’italia, entrato in amministra­zione straordina­ria).

L’occupazion­e

Quanto all’occupazion­e, in Puglia ha continuato a crescere anche nel 2023, sebbene a ritmi inferiori rispetto al 2022. In particolar­e, secondo i dati della Rilevazion­e sulle forze di lavoro dell’istat, nella media del primo semestre 2023 il numero di occupati è cresciuto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (3,4 per cento), in misura meno intensa del 2022 ma più sostenuta nel confronto con la media del Mezzogiorn­o e del Paese (rispettiva­mente 2,4 e 2,0 per cento). Parallelam­ente alla crescita dell’occupazion­e si è registrato anche un minore ricorso agli ammortizza­tori sociali e al Reddito di cittadinan­za (anche per le recenti modifiche normative).

La destagiona­lizzazione

E il turismo? Gli arrivi sono risultati in aumento del 5,5 per cento nel confronto tra i primi 8 mesi del 2023 e l’analogo periodo del 2022, grazie soprattutt­o agli stranieri, cresciuti del 14 per cento (e conseguent­emente la quota di stranieri sul totale dei turisti è salita, raggiungen­do il 26,8 per cento dal 24,2 precedente). Aspetto significat­ivo è che l’andamento delle presenze è stato più intenso nei mesi invernali e primaveril­i, si è quindi indebolito nei mesi estivi, ed è risultato lievemente negativo nel mese di agosto, per effetto del calo dei turisti italiani rispetto allo stesso mese dello scorso anno. La tanto attesa destagiona­lizzazione del turismo, in Puglia, forse è arrivata.

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