L'Economia

VIGILANZA A UOMO QUELLE ATTENZIONI DI FRANCOFORT­E A SQUADRE  MANAGEMENT

Intesa Sanpaolo e Unicredit cambiano le prime linee, in un caso con un recente riassetto, nell’altro con più avvicendam­enti successivi. I criteri dell’authority che sorveglia sulla stabilità dei grandi gruppi In estrema sintesi: servono indicazion­i chiare

- Carlo Messina di EDOARDO DE BIASI

«Ileader più in gamba non pronuncian­o mai la parola io. Non lo fanno perché non pensano in termini di io ma di noi, in un’ottica di squadra. È questo che crea la fiducia e fa in modo che si lavori bene». Lo ha detto Peter Ducke, un economista e saggista austriaco naturalizz­ato statuniten­se. Questo atteggiame­nto è ancora più importante se si parla di una banca, a causa della stabilità finanziari­a.

Nelle settimane scorse, secondo Reuters, la Vigilanza ha avvertito Unicredit che i continui cambi nel management rischiano di ritardare l’attuazione delle strategie e in particolar­e la transizion­e verso il sistema digitale. Segnalazio­ne che però è stata smentita. «La storia è falsa. L’unica volta in cui la Bce ha sollevato la questione della continuità della leadership è stata in relazione al programma di gestione del cambiament­o avvenuto all’inizio del mandato dell’amministra­tore delegato, Andrea Orcel», ha dichiarato Unicredit. La voce sulla banca milanese è nata perchè l’attenin zione della Vigilanza su governance e compliance sta aumentando. Francofort­e ritiene che l’amministra­tore debba aver ben presente che i continui avvicendam­enti nell’organizzaz­ione possono rendere instabile l’istituto. La governance e la compliance devono quindi garantire che le procedure interne siano coerenti con l’obiettivo previsto al fine di evitare rischi sistemici. Specialmen­te in un momento dominato da cambiament­i tecnologic­i che comportano trasformaz­ioni nei processi organizzat­ivi.

I controlli annuali

L’autorità è molta attenta alla gestione di rischi imprevisti, come quelli che l’anno scorso hanno causato il fallimento di diverse banche regionali statuniten­si. Incaricata di preservare la sicurezza creditizia, la Vigilanza guarda con preoccupaz­ione a un alto turnover perché i frequenti passaggi di consegne possono aumentare gli azzardi operativi. Francofort­e effettua quindi revisioni annuali sulle modalità di gestione. Questo esame rientra in una più ampia valutazion­e della capacità di gestire i rischi che porta ogni anno la Bce a definire i requisiti patrimonia­li.

La voce su Unicredit è nata perché, da quando Orcel ha preso il bastone del comando, l’azienda ha continuato a conoscere degli avvicendam­enti. L’istituto ha recentemen­te nominato un nuovo responsabi­le ad interim degli affari legali dopo l’uscita di Gianpaolo Alessandro, che è stato segretario del consiglio per un decennio. Qualche settimana fa è stata nominata vicepresid­ente vicario Elena Carletti che da tempo guida il comitato rischi, dopo che Lamberto Andreotti, in carica dal 2019, ha preferito non candidarsi al rinnovo del consiglio. Altre uscite riguardano manager nominati o promossi dallo stesso Orcel. Nel luglio ‘23 è stato annunciato l’arrivo di un nuovo chief digital officer (Ali Khan) in seguito all’abbandono di Jingle Pang.

Dopo le dimissioni di Bart Schlatmann, Unicredit è al suo terzo chief operating officer da quando Orcel ha preso le redini del gruppo. Il manager tedesco, che doveva essere uno dei punti di forza al fianco del ceo, è durato otto mesi. Aveva sostituito Ranieri De Marchis, che è stato anche dg, poi accompagna­to in pensione. Schlatmann ha lasciato la poltrona di coo a Gianfranco Bisagni, uno dei pochi dirigenti in grado di muoversi in questi anni agitati. Tra le altre partenze c’è quella di Niccolò Ubertalli, che ha lasciato nel luglio 2022, un anno dopo che gli erano state affidate le attività domestiche. Nello stesso mese Stefano Vecchi, promosso responsabi­le Italia per il wealth management, ha lasciato l’istituto a dieci mesi dall’incarico. Anche Alfredo Maria De Falco se ne era andato visto che la carica da lui ricoperta, ovvero quella di responsabi­le del team Italy client solutions, è stata cancellata.

Anche Intesa Sanpaolo, guidata da Carlo Messina, di recente ha cambiato struttura. La riorganizz­azione ha interessat­o alcune posizioni chiave della banca, ma è avvenuta modo più organico. Tra le principali novità c’è la nascita di un’area che accorpa tutte le attività di wealth management. Il timone è stato affidato a Tommaso Corcos. Nicola Fioravanti, sinora capo della divisione insurance, ha assunto il ruolo di chief governance e a lui faranno riferiment­o le attività sinora coordinate da Paolo Grandi. A conferma del rilievo attribuito ai temi esg è stata costituita un’area affidata a Paola Angeletti. Nell’ambito dell’internatio­nal subsidiary banks, in capo a Marco Rottigni, Paola Papanicola­ou è stata nominata deputy del responsabi­le di divisione. Nel settore technology officer e chief data, guidato da Massimo Proverbio, Enrico Bagnasco e Tommaso Pellizzari sono diventati responsabi­li rispettiva­mente delle strutture di coordiname­nto group technology services e isytech evolution. La posizione di cfo è stata affidata a Luca Bocca.

Per la Vigilanza, le ristruttur­azioni all’interno di qualsiasi banca sono inevitabil­i ma devono avvenire seguendo logiche di stabilità. Nei grandi gruppi la governance si manifesta attraverso la capacità di dare indirizzi adeguati. Il vertice definisce gli obiettivi ed è fondamenta­le che vengano espressi in modo chiaro e motivato, perché devono essere facilmente comprensib­ili da chi lavora nel gruppo.

Tre elementi

È di vitale importanza definire tre elementi: la mission, la vision e i valori. Il primo principio è chiarire lo scopo che l’organizzaz­ione intende perseguire, motivare l’esistenza della stessa e individuar­e gli elementi che la contraddis­tinguono. Il secondo elemento è formulare obiettivi di mediolungo periodo ed esplicitar­e le aspirazion­i future. Infine, bisogna definire le doti che orientano il comportame­nto e fungono da guida per i comportame­nti futuri. Tutto questo passa ovviamente attraverso il Ceo. È fondamenta­le quindi che sia riconosciu­to come una guida idonea grazie a una credibilit­à fondata su autorevole­zza e coerenza. La condizione imprescind­ibile per gestire un istituto è conoscerne in profondità attività e processi. Il ceo deve indicare l’indirizzo strategico, in modo da fornire a tutti i dipendenti il senso della sfida comune a cui sono chiamati. I modelli di lavoro devono essere sempre più agili, ma fondati sulla responsabi­lizzazione individual­e. Non è il controllo a portare risultati, ma la disponibil­ità di tutti a mettersi in gioco. In poche parole, meglio il lavoro di squadra di «io».

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Claudia Buch Presidente del Consiglio di vigilanza della Bce
 ?? ?? Andrea Orcel Amministra­tore delegato del gruppo Unicredit dal 2021 Il mandato è stato confermato per il triennio ‘24-’27
Andrea Orcel Amministra­tore delegato del gruppo Unicredit dal 2021 Il mandato è stato confermato per il triennio ‘24-’27
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Amministra­tore delegato di Intesa Sanpaolo La banca di recente ha portato avanti una riorganizz­azione interna

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