Private banking, gli asset in marcia verso i 1.200 miliardi
Nella seconda metà dell’anno l’economia procederà a due velocità, con gli Usa al traino, in crescita a un tasso più alto (Pil +2,4%), rispetto all’area euro (+0,5%) e all’italia (+0,7%). L’inflazione si raffredderà, ma con livelli e tempi differenti nelle varie aree geografiche.
Sono queste le stime macro economiche elaborate da Prometeia, società di consulenza e ricerca economica, per conto di Aipb (Associazione italiana private banking). Resta sullo sfondo l’incognita dei rischi geopolitici legati ai conflitti russo-ucraina e nel Medio Oriente e le tensioni tra Stati Uniti e Cina legate a Taiwan.
Nonostante il difficile contesto, tuttavia, in continuità con il 2023, per l’industria del private banking, il 2024 si prospetta un altro anno di crescita. Aipb stima che gli asset in gestione possano raggiungere, entro l’anno, quota 1.184 miliardi di euro (+3,6% di raccolta netta e +3,9% di contributo positivo da arte dei mercati). In costante progresso: il 2023 si è chiuso con masse per 1.101 miliardi di euro, in crescita dell’11,2% rispetto al 2022. Il risultato di masse in gestione previsto per quest’anno sarebbe significativamente superiore a quello degli altri operatori del sistema (+7,5% private banking contro il +2,1% altri operatori), confermando la tendenza storica registrata negli ultimi nove anni (variazione media annua +4,8% contro +1,5%).
Per raggiungere il traguardo, quest’anno si punta sia sul buon andamento dei listini delle economie sviluppate, sia a un aumento della ricchezza delle famiglie (+3,8%) con un reddito disponibile in crescita dell’1,5% e a un conseguente ritorno alla propensione al risparmio dopo la caduta ai minimi storici dello scorso anno (dal 5,8% del 2023 al 6,8% del 2024). Si confida, quindi, in nuovi flussi per 50 miliardi di euro, di cui il 78% dovrebbero essere attratti dal private banking. I segnali sono incoraggianti. «Nel primo trimestre dell’anno è proseguita la crescita del private banking, pur in presenza di un tasso di risparmio ancora ampiamente al di sotto delle sue medie storiche. Le previsioni per il 2024 rimangono positive, nonostante un quadro geopolitico particolarmente instabile e complesso, grazie alla forza del modello di servizio private che continua a ricevere un forte apprezzamento da parte dei clienti. La percentuale di ricchezza investita dalle famiglie private (al netto della liquidità detenuta in conti e depositi) si conferma particolarmente elevata: 86,3%, ampiamente al di sopra della media degli altri operatori che si ferma al 49%», ha commentato Andrea Ragaini, presidente Aipb, nella sua relazione all’assemblea annuale degli associati.
Come saranno composti i portafogli private? Secondo lo studio di Prometeia, nel 2024, si osserverà un leggero rallentamento verso l’amministrato che resterà, comunque, il comparto favorito: in crescita del 14%, per effetto dei tassi d’interesse ancora elevati, con un peso nei portafogli vicino al 32% (10 punti in più rispetto a settembre 2022). In crescita anche i fondi comuni e gestioni patrimoniali (+7%) e prodotti assicurativi (+4,3%) che portano a una quota complessiva del 35% (in leggero calo rispetto alla media degli ultimi cinque anni che è stata del 38,5%), mentre la liquidità e i depositi dovrebbero scendere ai minimi storici (13,7% contro il 18% di settembre 2022).
In sintesi, quali saranno i fattori che contribuiranno alla crescita complessiva del comparto amministrato e del gestito? Sempre secondo l’elaborato di Prometeia, nel 2024 a contribuire per circa il 70% saranno la nuova raccolta e i rendimenti dei titoli a tasso fisso A far lievitare il gestito (fondi comuni, gestioni patrimoniali e prodotti assicurativi) sarà soprattutto l’effetto mercato.